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Fumo in Europa: stabili i consumi, ma serve più attenzione per giovani e donne

La maggior parte dei Paesi europei hanno adottato regole più severe sul fumo, ma per ridurre significativamente il consumo di tabacco servono ancora ulteriori sforzi.

 

Lo “European tobacco control report 2007”, pubblicato a febbraio 2007, offre una panoramica sul consumo del tabacco e sui danni collegati nella regione Oms Europa, e registra progressi nel controllo del fumo, sia a livello nazionale che internazionale, da quando (nel 2002) è stata adottata la Strategia europea per il controllo del tabacco. Il rapporto getta inoltre le basi per monitorare i progressi nell’applicazione della Convenzione quadro dell’Oms sul controllo del tabacco.

 

Nella maggior parte dei Paesi dell’Oms Europa, il tabacco è sempre al primo posto fra i fattori che contribuiscono alle spese sanitarie, ed è responsabile anche di notevoli costi economici.

Secondo le stime della Banca mondiale, i costi legati al tabacco variano fra lo 0,1 e l’1,1 del Pil in diversi Paesi.

 

Le stime attuali indicano che il 40% degli uomini e il 18,2% delle donne fuma quotidianamente, mentre nel 2002 erano rispettivamente il 40,9% e il 17,8%. Il buon andamento del numero dei fumatori maschi in molti Paesi ha portato a una diminuzione del tasso di mortalità per cancro al polmone fra gli uomini nella regione, ma i tassi di cancro al polmone fra le donne sono ancora in crescita. Per quanto riguarda i giovani, circa il 25% dei quindicenni fuma almeno una volta alla settimana, e questo dato non fa registrare cambiamenti significativi negli ultimi 5 anni. La prevalenza del fumo fra le ragazze di 15 anni supera quella dei ragazzi della stessa età in molti Paesi dell’Europa occidentale, mentre nell’Europa orientale avviene il contrario.

 

Fra il 2002 e il 2006 molti Paesi della regione hanno compiuto progressi significativi nel vietare la pubblicità, ingrandire il formato delle avvertenze, rafforzare la regolamentazione dei prodotti e, in una certa misura, nell’aumentare le tasse sul tabacco. Nei Paesi dell’Unione europea, fra il 2001 e il 2005 il prezzo dei prodotti legati al tabacco è aumentato in media del 6,8% sopra il tasso di inflazione, mentre in precedenza l’aumento annuo era del 2,7%. In alcuni Paesi, tuttavia, e specialmente in quelli della parte orientale della regione, il tabacco è diventato meno costoso in questo periodo. La maggior parte dei Paesi ancora non destinano al controllo del tabacco i fondi ricavati dalle tasse sul tabacco.

 

Anche nel campo delle politiche per gli ambienti liberi da fumo si sono verificati importanti sviluppi dal 2002. Sull’esempio di Irlanda e Norvegia, molti Paesi hanno approvato leggi più severe che proibiscono il fumo nei locali pubblici. Alcuni di questi divieti comprendono anche bar e ristoranti, e attualmente quasi due terzi dei Paesi europei impediscono di fumare nella maggior parte dei locali pubblici al chiuso: un miglioramento sostanziale, quindi, rispetto al 2001. In molti Paesi, tuttavia, rimangono ancora problemi da affrontare, in particolare per quanto riguarda le restrizioni sulle pubblicità indirette, l’introduzione di aiuti per smettere di fumare da parte del servizio sanitario nazionale e, soprattutto, la lotta al contrabbando.

 

Anche se il consumo di tabacco si è stabilizzato in generale nella regione Oms Europa ed è in diminuzione in alcuni Paesi, non si tratta di un calo sensibile. Suscitano particolare preoccupazione gli andamenti stabili e in alcuni casi anche crescenti del consumo fra le donne. Gli Stati devono sfruttare lo slancio attuale e utilizzare l’aumento del sostegno pubblico a controlli più rigidi, per applicare ulteriormente le raccomandazioni delineate nella Strategia europea per il controllo del tabacco e nella Convenzione quadro dell’Oms sul controllo del tabacco. Questo potrà costituire una svolta nella lotta all’epidemia di tabacco nella regione.

 

Lo “European tobacco control report 2007” delinea numerosi altri settori in cui, rafforzando i controlli, gli Stati europei potranno contribuire notevolmente a ridurre l’impatto sanitario legato al consumo di tabacco.

 

Scarica il rapporto completo (in inglese, pdf 1,7 Mb).