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Usa: a un punto di stallo la riduzione del fumo, milioni gli americani esposti a fumo passivo

(traduzione, sintesi e adattamento a cura della redazione di EpiCentro)

 

Dopo anni di successi nella riduzione dell’abitudine al fumo tra gli adulti, un recente studio dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) indica che negli Stati Uniti il fenomeno è in fase di stallo. Tra il 2004 e il 2005 non si è infatti osservato alcun cambiamento nell’abitudine al fumo fra gli adulti statunitensi. Secondo un articolo pubblicato il 27 ottobre 2006 su Morbidity and Mortality Weekly Report (Mmwr), negli Stati Uniti fumano 45 milioni di persone, il 20,9% del totale: dati analoghi, quindi, a quelli registrati nel 2004.

 

“Il consumo di tabacco è la principale causa di morte e malattia che si può prevenire negli Stati Uniti”, ha dichiarato Terry Pechacek, Associate Director for Science dell’ufficio su Fumo e salute dei Cdc. “Il modo più efficace per ridurre il consumo di tabacco è attuare programmi integrati che scoraggino chi voglia iniziare a fumare o promuovano la cessazione da parte di chi già fuma, sia a livello nazionale che locale”.

 

Il rapporto indica anche che il 42,5% degli attuali fumatori (19,2 milioni di persone) hanno smesso di fumare almeno una volta durante l’anno passato, perché stavano provando a eliminare quest’abitudine. Inoltre, tra le persone che hanno fumato, è riuscito a smettere circa il 50,8% (46,5 milioni di persone): dal 2004 questa percentuale è rimasta invariata.

 

In un altro studio pubblicato sullo stesso numero del Mmwr (pp. 1148-1151), il Sistema di sorveglianza sui fattori di rischio comportamentali del 2005 riporta che la prevalenza degli adulti fumatori varia notevolmente tra i 50 Stati, il Columbia District, Portorico e le Isole Vergini Statunitensi.  La prevalenza maggiore è stata registrata in Kentucky (28,7%), Indiana (27,3%) e Tennessee (26,8%), mentre i dati più bassi sono quelli di Utah (11,5%), California (15,2%) e Connecticut (16,5%).

 

Nello stesso studio, i Cdc riportano anche una differenza significativa fra 14 Stati nella percentuale di adulti protetti dalle politiche di intervento su ambienti di lavoro liberi dal fumo e nella percentuale di adulti che proteggono se stessi e i propri familiari dal fumo passivo a casa.

 

Arizona (82,9%) e Nevada (79%) presentano la percentuale più alta di persone che dichiarano che è proibito fumare in tutti gli ambienti della loro abitazione; gli Stati con le percentuali inferiori sono Kentucky (63,6%) e West Virginia (65,4%). Gli stati con le percentuali più alte di politiche di intervento su ambienti di lavoro liberi dal fumo sono West Virginia (85,8%) e Iowa (77,7%), mentre Nevada (54,8%) e Arkansas (61,3%) hanno le percentuali più basse.

 

“Negli ultimi vent’anni, l’esposizione al fumo passivo è diminuita notevolmente. Tuttavia, più di 126 milioni di americani non fumatori continuano a esservi esposti a casa, in macchina, sul lavoro e nei locali pubblici”, continua Pechacek. “Lo Stato, la comunità e le politiche di intervento per ambienti di lavoro liberi dal fumo, insieme a un maggiore accesso alle risorse che aiutano a smettere di fumare, potranno ridurre il consumo di tabacco e l’esposizione al fumo di passivo e dunque, in ultima analisi, a salvare vite”.

 

Consulta lo studio.