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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Divieto di fumo: una campagna di informazione per esercenti e clienti dei locali publici

R. Tominz *, G.L. Montina *, M.G.Cella *, C. Poropat **

 

* A.S.S.n1 Triestina, Dipartimento di Prevenzione, via Ralli 3, tel 040 399 7484, fax 040 3997431, e-mail riccardo.tominz@ass1.sanita.fvg.it

**A.S.S. n.1 Triestina, Dipartimento delle Dipendenze

 

La pubblicazione dell’art. 51 della legge 3/2003, “Tutela della salute dei non fumatori”, che vieta di fumare nei locali chiusi, ha richiamato l’attenzione in modo particolare sugli esercizi pubblici e sui cambiamenti resi necessari dalla legge, sia nelle strutture, sia negli atteggiamenti. E’ nata, così, l’occasione per progettare un programma multifattoriale in cui l’imposizione del divieto si coniugava con la realizzazione di campagne intensive di informazione rivolte agli utenti e destinate a ridurre le inevitabili resistenze legate all’introduzione di grandi cambiamenti nelle abitudini.
Il periodo utile era tutto il 2004, al cui termine si aspettava l’entrata di vigore della nuova legge, che, oggi sappiamo, essere stata in forse fino all’ultimo momento.

Il programma è stato progettato e realizzato dal Gruppo Interdipartimentale sul Tabagismo (GIT) dell’Azienda per i Servizi Sanitari di Trieste. Il GIT, frutto della collaborazione fra il Dipartimento di Prevenzione ed il Dipartimento delle Dipendenze, aveva già al proprio attivo il progetto “Azienda sanitaria libera dal fumo”, che in questo caso è stato allargato per comprendere rappresentanti della Confcommercio di Trieste e associazioni di categoria quali FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ed URES (Unione Regionale Economica Slovena).
L’obiettivo era sensibilizzare tutta la popolazione mediante i mass media e tutti gli esercenti e i clienti dei 1.000 locali pubblici della Provincia di Trieste mediante strumenti selezionati.

Tenuto conto dei diversi destinatari e dei diversi obiettivi che facevano parte del programma, si è deciso di ricorrere a una serie di strumenti e azioni: utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa, incontri diretti con gli esercenti e le forze dell’ordine destinate a sanzionare le trasgressioni, distribuzione capillare di materiale informativo a esercenti e pubblico, campagne di sensibilizzazione sotto forma di concorsi come “Smetti & Vinci”.

Come controllo oggettivo ed elemento di sensibilizzazione ci è stato possibile proporre la misura dell’inquinamento da “polveri sottili” o PM10, mediante un misuratore portatile, all’interno di 6 locali campione e di 6 controlli, e la misura del monossido di carbonio (CO) espirato in 30 lavoratori non fumatori.

La comunicazione con i mass media è stata molto curata, tenendo costantemente informati i giornalisti, fornendo loro materiale utile e incontrandoli nel corso di tre conferenze stampa.
Il progetto è stato formalizzato in  un protocollo d’intesa tra ASS N.1 Triestina e Confcommercio Trieste.

L’ASS 1 si è fatta carico dell’ideazione e redazione del materiale informativo per gli esercenti e di quello per gli utenti, della conduzione del programma “Smetti & Vinci” 2004, del monitoraggio dell’inquinamento indoor da fumo di tabacco e delle docenze per i corsi rivolti agli esercenti.
Da parte sua, la Confcommercio si è fatta carico della produzione e dell’invio ai propri iscritti del materiale informativo, dei rapporti con gli esercenti dei locali scelti per effettuare le misurazioni e delle spese dei materiali per le attività del progetto. Il coinvolgimento della Confcommercio e delle associazioni degli esercenti è stato “rodato” fra aprile e maggio 2004 con il concorso “Smetti & Vinci” che, nell’edizione del 2004, è stato sfruttato e indirizzato prioritariamente all’utenza di bar e ristoranti. Il buon successo dell'iniziativa è stato testimoniato dalla premiazione dei vincitori nella sede della Confcommercio stessa.

Il passo successivo era portare rapidamente al coinvolgimento attivo delle restanti associazioni di categoria (ACEPE e URES). Così, fra settembre e dicembre 2004, si è proceduto con il loro sostegno alle misurazioni ambientali di polveri sottili in bar (ove si fumava) e in negozi (dove già non si fumava). Negli stessi esercizi lavoratori non fumatori esposti (in bar e ristoranti) e non esposti (in esercizi commerciali)a fumo passivo di tabacco si prestavano a misurazioni del monossido di carbonio espirato.
Nel corso del 2005, queste misurazioni saranno ripetute, possibilmente nei medesimi esercizi, nelle medesime persone e nel medesimo periodo dell'anno, allo scopo di quantificare la riduzione dell'esposizione.

Tra settembre e ottobre 2004 si è proceduto all'ideazione e alla stampa di 12.000 pieghevoli destinati a esercenti e lavoratori del settore, che riportavano informazioni dettagliate sulla legge e sulla convenienza sanitaria ed economica del divieto. Per quanto riguarda l’informazione al pubblico, stati realizzati 600 espositori destinati a bar e ristoranti con 40.000 pieghevoli intesi a spiegare alla clientela le motivazioni sanitarie del divieto, insieme ai vantaggi dello smettere di fumare e un semplice test sulla dipendenza. Tra novembre e dicembre tutto questo materiale è stato distribuito capillarmente a cura delle Associazioni di categoria (entrambi i pieghevoli sono consultabili su EpiCentro: uno è rivolto agli esercenti, l'altro ai clienti dei locali pubblici).

Nel progetto informativo si è deciso di coinvolgere mediante incontri e workshop (ottobre-2004 gennaio 2005) le forze di polizia interessate all’applicazione delle legge (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale).
La parte di comunicazione ha visto una prima conferenza stampa di presentazione del progetto, nel mese di ottobre 2004, tre successivi incontri informativi con gli esercenti e una conferenza stampa di presentazione dei dati acquisiti alla vigilia dell’entrata in vigore del divieto (8 gennaio 2005).

Ci sembra importante sottolineare gli elementi innovativi del progetto. Innanzi tutto la collaborazione, tutt’altro che scontata, fra strutture complesse aziendali (Dipartimento di Prevenzione e Dipartimento delle Dipendenze) e fra l’ASS e la Confcommercio, suggellata dalla firma di un atto d’intesa. A cui si aggiunge il coinvolgimento attivo, che continua tuttora, di tutte le associazioni di categoria della Provincia e di tutte le forze di polizia.
Altrettanto importante è la misurazione dei livelli di polveri sottili indoor, mediante un rilevatore portatile, con una metodica originale. I primi dati dei monitoraggi ambientali indicano una situazione ad altissimo rischio per i lavoratori del settore, con livelli medi giornalieri di particellato sottile che si misuravano in 200-250 microgrammi a metro cubo, mentre la normativa 2004 prevedeva, per l’aria esterna, il limite di 55 microgrammi a metro cubo. Nelle contemporanee misurazioni dell’ARPA nelle più vicine stazioni di rilevamento, il limite non era stato mai superato. A riprova, negli esercizi commerciali in cui non si fumava il valore delle PM10 era perfettamente sovrapponibile a quello delle strade, cioè al di sotto della soglia media di 55 microgrammi a metro cubo.

La pubblicizzazione di questi risultati ha avuto un forte impatto mediatico: diventa immediatamente insostenibile l'obiezione sull'inutilità dei divieti in quanto l'aria esterna sarebbe molto più inquinata di quella interna. Di fatto l'inquinamento interno, frutto della combustione di  sigarette, è risultato maggiore in media di 4 volte rispetto all'inquinamento esterno, frutto di altre combustioni.

Bisogna considerare anche altre importanti ricadute. Gli esercenti hanno usufruito di un’informazione puntuale e capillare sull’applicazione della nuova legge e, tramite la Confcommercio e la FIPE, hanno partecipato attivamente alla redazione e alla conduzione del progetto. I loro timori relativi a un’eventuale perdita di clientela sono diminuiti di fronte ai dati provenienti dall’ estero. Di conseguenza sono stati probabilmente più attivi. L’utenza di bar e ristoranti ha potuto essere adeguatamente informata su quello che comporta la nuova legge con materiale semplice e immediatamente disponibile al banco di mescita. Le forze di polizia preposte alla sorveglianza per la corretta applicazione delle norme in materia di legge sul fumo hanno avuto modo di studiare assieme il problema, confrontandosi con il personale dell’Azienda per i Servizi Sanitari e con gli stessi esercenti. Al momento non risultano conflittualità nell’applicazione della legge, che viene spontaneamente osservata, ed è stata elevata una sola contravvenzione.

Il progetto non è certo concluso, restano da realizzare:  la redazione di un primo report sui risultati delle misurazioni ambientali, la ripetizione delle misurazioni ambientali di polveri sottili e personali (monossido di carbonio) previste per settembre-dicembre 2005 e la redazione di un report conclusivo, che sarà presentato nel corso di una conferenza stampa a fine 2005. Inoltre, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, è prevista nel corso dell’anno un’indagine mediante questionari sull’atteggiamento degli esercenti.

I limiti dello studio sono dipesi dalle difficoltà di reperire personale dedicato per misurazioni molto più estese di quelle che è stato possibile effettuare; dalla relativa ignoranza sulla durata ottimale delle misurazioni (inizialmente, per costituire un database, abbiamo misurato per una settimana continuativa i locali test, in seguito per tre giorni consecutivi giudicati sufficienti); dalla necessità di misurare il monossido di carbonio a inizio e fine turno di lavoro, spesso rappresentato dalla tarda notte o dalle ore antelucane; dalla relativa difficoltà di confrontare le misure dell’ARPA delle PM10 che sono gravimetriche, con quelle a diffrazione laser dell’apparecchio utilizzato.