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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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La promozione della salute a scuola e nei servizi educativi per la prima infanzia

La salute è un valore da cui non si può prescindere, anche in settori diversi da quello sanitario: è questo il messaggio di fondo presente negli ultimi Piani di prevenzione nazionali ed espresso dal principio di “Salute in tutte le politiche” (Health in all policies), che negli ultimi anni si è affermato sia a livello internazionale che nazionale. Una visione che modifica il concetto stesso di salute, non più assenza statica di malattia, bensì attività dinamica e trasversale di promozione del benessere, che trova il suo fondamento nella centralità della persona, nello sviluppo di abilità individuali e sociali. In questa nuova accezione, è possibile promuovere la salute solo attraverso l’attuazione di politiche life course in grado di creare condizioni e ambienti favorevoli all’adozione di comportamenti salutari, di stimolare la partecipazione e le scelte consapevoli degli individui.

 

L’importanza dei sistemi educativi sin dai primi anni di vita

Da numerose evidenze scientifiche emerge che le competenze cognitive, socio-emozionali e fisiche di un individuo si formano a partire dalla nascita e nei primi anni, caratterizzano l’intero corso della vita, e si ripercuotono anche sullo sviluppo delle generazioni successive.

 

In tale ottica cresce sempre più la consapevolezza che i nidi e i servizi integrativi per la prima infanzia non siano solo un supporto per le famiglie ma svolgano un ruolo pedagogico importante per lo sviluppo del bambino. Un approccio che rientra appieno nella “nurturing care”, ovvero nei servizi che possono offrire precoci opportunità di apprendimento. Una visione supportata anche legislativamente dalla legge 107 del 2015 e dal successivo Decreto legislativo 65 del 2017, che riconducono i nidi e i servizi integrativi per la prima infanzia alla sfera educativa piuttosto che al comparto assistenziale.

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente pubblicato le prime linee d’indirizzo “Improving Early Child Development: WHO Guideline”, destinate ai responsabili politici, sistemi sanitari ed educativi nazionali e sub-nazionali nonché professionisti sanitari, ONG e attori delle comunità locali Framework on Early Childhood Development in the WHO European Region (2020) individuando le aree d'intervento prioritarie per un adattamento al contesto europeo del nurturing care. I documenti hanno l’obiettivo di fornire indicazioni evidence-based per promuovere lo sviluppo nella prima infanzia (Early Child Developement - ECD) e lo sviluppo del pieno potenziale umano, con un focus su 4 aree d’azione: l’accudimento responsivo, l’apprendimento precoce, l’approccio integrato all’accudimento e all’alimentazione e il sostegno per il benessere psicologico materno. Per la promozione dell’ECD è richiesto il rafforzamento del raccordo tra genitori, famiglie, servizi per la prima infanzia e comunità locali, inclusi i servizi sanitari. La nurturing care per lo sviluppo infantile precoce è parte della Strategia Globale per la Salute di Donne, Bambini e Adolescenti, alla base degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nella consapevolezza che “se cambiamo l’inizio della storia, cambiamo tutta la storia”. Le strategie per la Nurturing Care e per l’ECD sono quindi pensate per promuovere lo sviluppo ottimale nella prima infanzia, prevenendo e riducendo lo svantaggio educativo e le disuguaglianze sociali e di salute.

 

Cosa significa promuovere la salute nel contesto scolastico

La promozione della salute nel contesto scolastico può essere definita come l’insieme delle azioni e delle attività intraprese per migliorare e/o proteggere la salute e il benessere di tutta la comunità scolastica e comprende le politiche per una scuola sana, la tutela dell’ambiente fisico e sociale, i legami con la comunità e la società civile.

 

In Italia, il rapporto tra sistema Scuola nel suo insieme e sistema Sanitario si consolida attraverso l’integrazione delle specifiche competenze e finalità in base a quanto espresso nel documento “Indirizzi di policy integrate per la scuola che promuove salute” (Accordo Stato-Regioni 17 gennaio 2019). Secondo questa prospettiva, e in linea con le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è opportuno favorire la diffusione di un approccio scolastico globale, secondo cui la scuola esercita la titolarità della promozione della salute nel proprio contesto e dove la salute non rappresenta un contenuto tematico, ma è parte integrante dell’attività didattica quotidiana. La salute e l’educazione sono infatti interconnesse: promuovendo la salute nella propria scuola, è possibile sia raggiungere obiettivi educativi, sociali e professionali sia favorire la salute dell’intera comunità scolastica.

In tale ottica, le “Scuole che promuovono salute” (network SHE - Schools for Health in Europe Network Foundation) si basano sull’approccio globale alla scuola che comprende sei componenti:

  1. policy scolastica per la promozione della salute;
  2. ambiente fisico e organizzativo;
  3. ambiente sociale;
  4. competenze individuali e capacità d’azione;
  5. collaborazione comunitaria;
  6. servizi per la salute.

Una Scuola che promuove la salute orienta quindi l’organizzazione della comunità scolastica nel suo insieme, non solo i curricola, verso la promozione di stili di vita sani, contribuendo a creare un contesto favorevole affinché gli studenti sviluppino conoscenze, competenze e abitudini necessarie per vivere in modo salutare anche in età adulta.

 

Nei contesti educativi le strategie di promozione della salute devono quindi riferirsi al modo in cui ciascuna persona sviluppa tutto il suo potenziale, le abilità e le competenze al fine di svolgere in modo soddisfacente le attività che la caratterizzano e che gli vengono richieste nel corso della vita, mantenendo un grado elevato di partecipazione e coinvolgimento nella vita sociale e collettiva. Queste dimensioni comprendono un vasto repertorio di conoscenze, competenze, attitudini e valori che consentono ai singoli individui di modulare i propri comportamenti di salute. Tale ampio repertorio può essere ricondotto a un insieme ristretto di competenze psicosociali (Classificazione Internazionale del Funzionamento e delle Disabilità - ICIDH-2) che l’OMS raggruppa in cinque aree principali interconnesse tra loro:

  1. decision making e problem solving
  2. pensiero critico e creativo
  3. competenze comunicative e di relazione interpersonale
  4. auto-consapevolezza ed empatia
  5. abilità di gestione delle emozioni e dello stress.

Pur non considerandole esaustive, è ragionevole supporre che queste competenze possano costituire una base operazionale per programmi di promozione della salute nella scuola.

 

Gli effetti delle misure di contenimento della pandemia di COVID-19

La chiusura dei servizi educativi, da marzo ad agosto 2020, decisa per far fronte alla pandemia di COVID-19, ha avuto conseguenze soprattutto su bambine, bambini e adolescenti causando il cosiddetto “learning loss”, ovvero il mancato apprendimento dal punto di vista delle competenze cognitive, ma anche socio-emozionali e fisiche dovuto alla condizione di isolamento.

 

La riapertura di tutte le agenzie educative, dai servizi per la prima infanzia alla scuola dell’obbligo, è fondamentale per garantire le opportunità di crescita e sviluppo per l’infanzia e l’adolescenza.

 

In questo nuovo scenario, che la pandemia ci ha consegnato, la sfida per la promozione della salute sarà la rimodulazione e ridefinizione delle sue azioni e delle sue pratiche.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 24 settembre 2020

Testo scritto da: Chiara Cattaneo, Enrica Pizzi, Barbara De Mei e Angela Giusti - Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute, CNAPPS, ISS