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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Informazioni generali

Aedes albopictus, conosciuta anche come zanzara tigre, è oggi considerata uno dei principali insetti invasivi. Negli ultimi decenni questa specie si è diffusa a livello globale con il trasporto accidentale delle sue uova, attraverso il commercio di prodotti, quali pneumatici usati e piante ornamentali, come il Lucky bamboo (Dracaena sanderiana), spesso commercializzato in singoli rami con radici immerse nell’acqua.

 

L’aspetto di questa zanzara è caratteristico: il corpo è nero a bande trasversali bianche, presenti sia sull’addome che sulle zampe, mentre sul dorso è presente una tipica striscia bianca longitudinale. Questa colorazione potrebbe però essere confusa dai non esperti con quella di altre due specie di zanzare esotiche invasive, anch’esse recentemente importate in Italia, nelle regioni del nord est, Aedes koreicus e Aedes japonicus, nelle quali però la colorazione del dorso è leggermente differente.

 

Presente ormai da oltre 30 anni, la diffusione in tutta Italia della zanzara tigre è da ricondursi alla spiccata plasticità ecologica di questa specie, che consiste nella capacità di deporre uova resistenti all’essiccamento e al freddo, nel poter compiere il ciclo di sviluppo larvale in piccoli contenitori con poca acqua stagnante e nella sua attitudine a pungere un’ampia varietà di ospiti, fra i quali l’essere umano.

 

Di seguito vengono affrontati questi aspetti nel dettaglio.

 

Ciclo biologico

L’intero ciclo di sviluppo di questa specie può durare da tre a otto settimane, a seconda della temperatura. Le uova possono schiudersi dopo 1-2 giorni, ma anche dopo molte settimane, essendo in grado di resistere alla siccità e al freddo. In ambienti urbani le femmine depongono le uova su substrati umidi, poco al di sopra della superficie dell’acqua, come le pareti di tombini e di piccoli contenitori di varia natura, se contenenti acqua. Durante la stagione favorevole, i tempi di sviluppo degli stadi acquatici (larva di I, II, III e IV stadio e pupa) possono essere molto rapidi e questa fase può completarsi in pochi giorni. Subito dopo lo sfarfallamento, nei pressi del focolaio di sviluppo, si formano sciami di zanzare, all’interno dei quali avvengono gli accoppiamenti. I maschi e le femmine si nutrono di succhi zuccherini prodotti dalle piante, ma come avviene per altri insetti ematofagi, pochi giorni dopo lo sfarfallamento e la fecondazione, la femmina ha necessità di effettuare un “pasto di sangue”, cioè di pungere un ospite vertebrato, per poter maturare le proprie uova. Gli adulti sopravvivono in media per 3-4 settimane; le femmine quindi possono pungere più volte nell’arco della loro vita.

 

Attività stagionale

Le popolazioni di Ae. albopictus di origine tropicale e subtropicale sono attive durante tutto l’anno, senza una fase di diapausa (una sorta di quiescenza che permette agli insetti di superare la stagione invernale), tipica invece delle popolazioni distribuite nei climi temperati.

 

La presenza stagionale della zanzara tigre in una determinata area geografica dipende da vari fattori, quali la temperatura, il numero di ore di luce (fotoperiodo), la disponibilità di acqua, la presenza di vegetazione che creano un microambiente idoneo al suo sviluppo.

 

Una temperatura elevata accelera generalmente lo sviluppo vitale in tutti gli invertebrati, per cui nei mesi più caldi, quando le temperature medie sono intorno ai 25°C, la zanzara può completare il suo ciclo di sviluppo in poco più di una settimana. In questo periodo dell’anno le popolazioni di zanzara tigre raggiungono le densità più alte. Uno studio condotto in alcune Regioni dell’Italia settentrionale ha mostrato un aumento delle femmine adulte nel periodo compreso tra maggio e settembre, con un picco alla fine di luglio. Nelle Regioni centrali i picchi di abbondanza si rilevano in giugno-luglio e in settembre-ottobre, anche se in certe aree la specie si sta acclimatando al freddo, rimanendo attiva anche durante i mesi invernali.

 

La deposizione delle uova di Ae. albopictus avviene orientativamente da aprile a ottobre, talvolta fino a dicembre nelle Regioni più calde. Un significativo aumento delle uova deposte si può riscontrare in presenza di condizioni climatiche temperate e piovose.

 

Alle nostre latitudini, tra fine estate e inizio autunno, la diminuzione del numero di ore di luce induce la produzione di una certa quantità di uova resistenti, che poi si schiuderanno in primavera, in presenza di condizioni ambientali idonee (precipitazioni, temperatura e ore di luce adeguate). In Europa è stato dimostrato che queste uova diapausanti possono sopravvivere fino a temperature di -10°C.

 

Habitat

La zanzara tigre si riproduce in piccole raccolte d’acqua, sia naturali che artificiali. Queste ultime sono rappresentate da semplici contenitori, come secchi, annaffiatoi, sottovasi, lattine, ma anche dalle caditoie dei tombini per le raccolte delle acque reflue. Focolai naturali possono formarsi all’interno delle cavità degli alberi e delle piante o in pozze rocciose, in cui può raccogliersi l’acqua. Gli pneumatici usati e abbandonati all’aperto restano comunque gli oggetti più adatti alla deposizione delle uova e al loro trasporto accidentale tra continenti. Anche in Europa, come altrove, questa specie preferisce gli habitat urbani e suburbani.

 

Comportamento

Aedes albopictus può volare attivamente per circa 200 metri, tuttavia la specie può essere introdotta in nuove aree attraverso il trasporto passivo e accidentale delle sue uova (per esempio negli pneumatici) o di adulti all’interno di mezzi di trasporto. Le femmine di questa specie sono aggressive e pungono generalmente nelle ore diurne, preferibilmente all’aperto; tuttavia è stato segnalato che questa zanzara punge anche all’interno delle abitazioni, e talvolta anche dopo il tramonto, in presenza di luce artificiale. È una specie generalista nella scelta dell’ospite, cioè può effettuare il pasto di sangue sia sugli esseri umani che sugli animali, mostrando tuttavia una netta preferenza per i primi. Va però considerato che i pasti di sangue umano sono più frequenti in ambiente urbano, rispetto alle aree rurali e naturali, suggerendo che la disponibilità e la quantità degli ospiti abbia un impatto diretto sulle abitudini alimentari di questa zanzara.

 

Rischio sanitario

Sebbene in Italia, così come in tutti i Paesi in cui è presente, la zanzara tigre sia considerata una grave fonte di fastidio a causa delle punture, l’attività ematofaga della femmina, cioè la sua attitudine a pungere, può rappresentare un serio problema sanitario per l’uomo. Questa specie risulta molto abile come vettore biologico, nel trasmettere diverse infezioni virali, tra le quali alcune molto gravi, come i virus dengue (DENV), chikungunya (CHIKV) e febbre gialla (YFV).

 

Le alte densità di questa zanzara in certi territori costituiscono ormai una reale minaccia sanitaria per la salute umana. Infatti per la prima volta in Europa, Ae. albopictus è stata responsabile di un’epidemia di CHIKV in Emilia Romagna nel 2007, durante la quale sono state contagiate circa 250 persone e di trasmissioni localizzate di DENV in Francia meridionale e in Croazia nel 2010 e successivamente nel 2014, sempre in Francia meridionale. Nel 2017 si sono poi verificati altri due focolai di CHIKV, uno in Francia meridionale, con 4 casi autoctoni, e uno molto più consistente in Italia, tra Anzio e Roma (e un altro focolaio secondario, derivato da quello di Anzio, in una piccola località ionica della Calabria), che ha determinato 298 casi autoctoni accertati. Inoltre, a fine agosto 2020, questa specie è stata implicata per la prima volta in Italia, in un focolaio epidemico di DENV in Veneto, con 11 casi autoctoni.

 

 

Data di ultimo aggiornamento: 14 luglio 2022

Revisione a cura di: Marco Di Luca, Francesco Severini, Luciano Toma - Dipartimento malattie infettive, ISS