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Zanzare invasive in Europa: le linee guida Ecdc

Roberto Romi - dipartimento di Malattie infettive, parassitarie e immunomediate (Mipi), Iss

 

6 settembre 2012 - Da pochi giorni, sul sito dell’European Centre for Diseases Control (Ecdc), sono disponibili le nuove linee guida sulla sorveglianza delle zanzare invasive in Europa. L’Ecdc, infatti, occupandosi del coordinamento della sorveglianza epidemiologica delle malattie infettive nei diversi Paesi, tratta anche quelle trasmesse da artropodi vettori (Vector Borne Diseases, Vbd).

 

La pubblicazione, intitolata “Guidelines for the surveillance of invasive mosquitoes in Europe” (pdf 5,8 Mb), considera in particolare quattro specie di zanzare alloctone (cioè non indigene), importate nei Paesi europei con carichi commerciali da aree subtropicali dove queste zanzare sono endemiche oppure, come nel caso dell’Italia, da altri Paesi a clima temperato precedentemente infestati.

 

Le quattro specie analizzate nelle linee guida Ecdc sono tutte appartenenti al genere Aedes (Aedes aegypti, Ae. japonicus, Ae. albopictus e Ae. Koreicus), particolarmente idonee agli spostamenti intercontinentali grazie alla capacità delle loro uova di resistere per periodi più o meno lunghi al disseccamento e agli sbalzi di temperatura. Tutte e quattro le specie sono vettori di arbovirus agenti di gravi infezioni umane trasmesse da uomo a uomo (come la febbre gialla, la dengue, la febbre da Chikungunya e l’encefalite giapponese). Le Ae. albopictus e Ae. Koreicus sono presenti anche Italia: Aedes albopictus, la famigerata zanzara tigre (introdotta nel 1990) è oggi ampiamente diffusa in tutta Italia, mentre Ae. Koreicus (di recente introduzione) è per ora presente nelle zone pedemontane delle Provincie di Belluno, Rovigo e Treviso.

 

La guida descrive minuziosamente come strutturare un sistema di sorveglianza e tutte le metodiche e le specifiche tecniche atte alla ricerca attiva di possibili nuove introduzioni, o quanto meno alla scoperta nella fase precoce di stabilizzazione di queste specie, e al monitoraggio continuo di quelle già introdotte e stabilizzate. Sebbene la guida ricalchi (e migliori) quanto già in atto da anni in molti Paesi europei, Italia compresa (vedi i rapporti Istisan 96/4 e Istisan 09/11), ha comunque il grande pregio di uniformare i diversi sistemi e le tecniche di sorveglianza dei differenti Paesi in modo da permettere un confronto attendibile dei dati raccolti. Ci auguriamo inoltre che questa pubblicazione possa servire da stimolo all’incremento della sorveglianza di questi vettori e delle importanti malattie da essi trasmesse, tematiche ancora sottovalutate e scarsamente considerate nel nostro Paese.

 

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