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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Rapporto One-Health sulle zoonosi nel 2024 nell'Unione europea

Il 9 dicembre 2025 l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) hanno pubblicato “The European Union One Health 2024 Zoonoses Report” (EUOHZ) [1], il report annuale sulle zoonosi, sugli agenti zoonotici e sui focolai epidemici di malattie a trasmissione alimentare. Il report è basato sui dati raccolti nel 2024 da 27 Stati membri dell’Unione Europea (UE), dall’Irlanda del Nord (limitatamente ai dati su alimenti e animali e focolai epidemici di malattia trasmesse da alimenti) e da altri 8 Paesi europei non membri della UE.

 

Anche nel 2025, per i contenuti relativi al settore animale e alimentare nonché ai focolai epidemici di malattie a trasmissione alimentare, l’EFSA ha affidato la produzione del report EUOHZ al Consorzio ZOE (Zoonoses under a One health perspective in the EU) composto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), Istituto Zooprofilattico delle Venezie (IZSVE), Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e Molise (IZSAM), con il coordinamento dall’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (ANSES-Francia).

 

I dati europei del 2024 in sintesi

  • Nel 2024, la campilobatteriosi si conferma la zoonosi maggiormente riportata tra i Paesi UE con 168.396 casi, seguita dalla salmonellosi (79.703 casi), infezioni da Escherichia coli produttori di Shigatossina (STEC) (11.738 casi) e listeriosi (3.041 casi). Per tutte queste zoonosi il numero dei casi registrati nel 2024 è stato superiore allo scorso anno e il più alto negli ultimi 5 anni.
  • Listeria monocytogenes continua a rappresentare l’agente associato alla maggiore gravità degli esiti di salute per i pazienti. Nel 2024, la proporzione di ospedalizzazione tra i casi di listeriosi è stata del 97,3% su 1.715 casi riportati all’ECDC con informazione sull’ospedalizzazione disponibile e del 72,3% su 210 casi epidemici di listeriosi riportati all’EFSA nell’ambito dei focolai epidemici. Il tasso di letalità è stato pari al 15,6% su 1.701 casi di listeriosi con informazione sull’esito disponibile riportati all’ECDC e dell’8,1% sui casi epidemici di listeriosi riportati all’EFSA nell’ambito dei focolai epidemici.
  • Per quanto riguarda la sorveglianza dei casi di malattia nell’uomo è da sottolineare che differentemente dai precedenti report, in quello relativo al 2024 sono descritti i dati raccolti dall’ ECDC sulle sole zoonosi menzionate nell’allegato A della Direttiva zoonosi 2003/99/EC [1]. Queste comprendono oltre alle malattie riportate al punto precedente anche tubercolosi da Mycobacterium bovis e M. caprae (171 casi), brucellosi (273 casi), trichinellosi (102 casi) ed echinococcosi (984 casi).
  • I dati raccolti dall’ EFSA sui focolai di malattia a trasmissione alimentare (MTA) considerano invece gli eventi epidemici associati a qualsiasi virus, batterio, alga, fungo, parassita e dai loro prodotti, tossine e ammine biologiche (per esempio: istamina) trasmessi da alimenti, non solo dagli agenti zoonotici.
  • Il numero di focolai epidemici di MTA riportati in UE nel 2024 è cresciuto del 14,5% rispetto all’anno precedente (6.558 focolai nel 2024; 5.728 nel 2023) ed analogamente sono cresciuti anche il numero di casi epidemici (62.481 casi nel 2024; 10.266 casi in più nel 2024 rispetto al 2023) e delle ospedalizzazioni (3.336 ospedalizzazioni nel 2024; 440 ospedalizzazioni in più rispetto al 2023). Al contrario il numero di decessi è diminuito di 12 casi rispetto al 2023 (53 decessi nel 2024; 65 nel 2023). Tra i casi epidemici, i decessi sono stati principalmente associati a focolai da Salmonella e L. monocytogenes.
  • Salmonella è stato l'agente eziologico più frequentemente associato a focolai epidemici di origine alimentare anche nel 2024 (1.238). Tra questi S. Enteritidis è stato il sierotipo maggiormente identificato (512 focolai epidemici) seguita da S. Typhimurium (84 focolai) e dalla variante monofasica di S. Typhimurium (34 focolai).
  • Il report fornisce un aggiornamento anche sul monitoraggio nelle filiere alimentari e nel settore animale delle zoonosi prioritarie e di altre zoonosi in Europa, attraverso dati raccolti dai Paesi europei e trasmessi all’EFSA.

Insieme alla pubblicazione del Report EUOHZ 2024, l’EFSA ha anche aggiornato gli strumenti di comunicazione (Story map) e consultazione interattiva online dei dati (Dashboard) sul monitoraggio dei diversi patogeni nella filiera animale e alimentare. Questi strumenti permettono di interrogare attivamente i dati di monitoraggio raccolti negli ultimi 5 anni nell'UE, relativi a Campylobacter, Salmonella, Listeria monocytogenes, STEC, Tubercolosi da M. bovis/M. caprae, Trichinella, Echinococcus, West Nile e ai focolai epidemici di malattie a trasmissione alimentare.

 

La situazione in Italia

La Tabella 1 e la figura 1 riportano la distribuzione dei casi umani segnalati dall’Italia all’ECDC nel 2024. Quest’anno la raccolta dati ECDC si è limitata alle sole zoonosi prioritarie per cui non sono più disponibili i dati sui casi di yersiniosi, Q fever e tularemia. I dati di sorveglianza nell’uomo e negli animali sui casi e focolai di infezione da virus West Nile possono essere consultati sui report mensili redatti congiuntamente da ECDC ed EFSA [2, 3].

 

Il raffronto tra i dati italiani ed europei consente di apprezzare discrepanze importanti tra l’Italia e l’UE nel suo complesso, nella frequenza relativa dei casi di zoonosi riportati. Nel 2024, per la prima volta dall’avvio della raccolta dati in UE, anche in Italia il numero di casi di campilobatteriosi (2.779 casi) ha superato quello di salmonellosi (2.637), seppure con un margine di differenza (142 casi) assai inferiore rispetto alla differenza osservata in UE. La listeriosi e le infezioni da STEC sono state rispettivamente la terza e la quarta zoonosi più frequenti in Italia per numero di casi.

 

È opportuno interpretare questi dati con cautela poiché riconducibili solo in parte a vere differenze epidemiologiche. Per esempio, è noto che la sorveglianza epidemiologica della campilobatteriosi e delle infezioni da STEC ha avuto negli anni recenti una rappresentatività e sensibilità limitata a causa di una copertura geografica solo parziale della popolazione, rispetto a quella per salmonellosi (copertura nazionale). La recente implementazione della sorveglianza PREMAL (Ministero della Salute, Decreto 7 marzo 2022 Revisione del sistema di segnalazione delle malattie infettive) [4] ha introdotto l’obbligo di segnalazione dei casi anche per queste malattie zoonotiche ma ha finora permesso di recuperare solo in parte il gap di rappresentatività. In particolare per le infezioni da STEC le segnalazioni riportate all’ ECDC sono stati prevalentemente i casi di Sindrome Emolitico Uremica (SEU) raccolti tramite il Registro Italiano SEU (Tabella 1).

 

Tabella 1: Casi confermati notificati e tassi di notifica (per 100.000) per le principali zoonosi segnalate in Italia nel periodo 2019-2024 [1].

Zoonosi 2024 2023 2022 2021 2020
Copertura nazionale N casi Tasso N casi Tasso N casi Tasso N casi Tasso N casi Tasso
Campylobactera Si 2.779 - 2.363 - 1.539 - 1.541 - 1.418 -
Salmonella Si 2.637 4,5 3.333 5,6 3.572 6,1 3.768 6,4 2.713 4,5
Listeria Si 238 0,40 231 0,39 385 0,65 230 0,39 155 0,26
STEC b No 84 - 96 - 118 - 64 - 45 -
Brucella Si 33 0,06 74 0,13 48 0,08 32 0,05 18 0,03
Echinococcusc Si 17 0,03 15 0,03 - - - - - -
Tubercolosi da M. bovis/M. caprae Si 15 0,03 8 0,01 15 0,03 12 0,02 6 0,01
Trichinella Si 5 0,01 12 0,02 4 0,01 0 0 79 0,13

a Sorveglianza sentinella; il tasso di notifica non può essere calcolato poiché non sono disponibili informazioni sul livello di copertura della sorveglianza

b Sorveglianza sentinella; il tasso di notifica non può essere calcolato poiché sono notificati prevalentemente i casi di sindrome emolitico uremica (SEU)

c Nessun sistema di sorveglianza prima del 2024

 

Figura 1: Casi confermati notificati per le principali zoonosi segnalate in Italia nel 2024 e confronto con i casi complessivi in Unione Europea (UE)

 

I focolai epidemici di origine alimentare in Italia

Nel 2024, in Italia sono stati riportati 200 focolai epidemici di origine alimentare (29 focolai in più rispetto al 2023). Questi rappresentano il 3,0% di tutti i focolai riportati nell'UE (N=6.558). Il numero di casi di malattia coinvolto nei focolai in Italia è di 2.816 pari al 4,5% dei casi epidemici riportati nell’UE (1.545 casi in più rispetto al 2023), causando 338 ospedalizzazioni (11 ospedalizzazioni in meno rispetto al 2023) e 4 decessi (3 decessi erano stati riportati tra i casi epidemici nel 2023). Il numero di focolai epidemici di origine alimentare osservati in Italia nel 2024 è stato il più alto negli ultimi 10 anni (Tabella 2).

 

Tra i focolai epidemici ad eziologia nota (145 focolai; 72,5%), Salmonella è stato l’agente maggiormente riportato per numero di focolai e casi di malattia (Tabella 2). Un elevato numero di casi umani è stato osservato anche in focolai epidemici causati da norovirus, mentre Listeria monocytogenes è stato l’agente causale responsabile del più alto numero di ospedalizzazione e decessi tra i casi da focolaio (2 decessi) (Tabella 2). Per 55 focolai epidemici non è stato possibile identificare l’agente causale (Tabella 2).

 

L’Italia è tra i Paesi membri che, nel 2023, ha riportato all’EFSA il più alto numero di focolai epidemici ad evidenza forte (N=40), dopo Spagna, Polonia e Francia, cioè di focolai epidemici per i quali il legame tra il veicolo alimentare e il focolaio epidemico è stato provato con elevato margine di accuratezza. Le preparazioni alimentari composte da più ingredienti (alimenti misti) sono state identificate in circa la metà di questi focolai (N=19; 47,5%) che comprendono complessivamente 534 casi (63,8% del totale dei casi epidemici riportati in Italia), seguite dai focolai associati al consumo di carne e prodotti a base di carne (N=11; 26,8%), principalmente carne di suino e/o derivati (N=6; 15,0%), pesce e prodotti della pesca (N=4; 10,0%), alimenti non di origine animale (vegetali, succhi e derivati) (N=3; 7,5%), latte e latticini (N=2; 5,0%) e acqua (N=1; 2,5%). L. monocytogenes nel 2024 ha causato 6 casi epidemici con un decesso, ascrivibili a un focolaio persistente a forte evidenza associato al consumo di olive da tavola che, nel 2023, aveva già coinvolto 38 casi con 2 decessi. Un decesso è stato riportato anche in un focolaio domestico di intossicazione da tossina botulinica, associato al consumo di alimenti misti.

 

Nel 2024, l'Italia è stata coinvolta in tutti i focolai epidemici transnazionali per i quali EFSA ed ECDC hanno elaborato documenti di valutazione del rischio (ROA - Rapid Outbreak Assessment) su mandato della Commissione Europea. Questi comprendevano due focolai prolungati causati da L. monocytogenes ST173 e ST1607, entrambi associati al consumo di prodotti ittici. Il primo ha causato complessivamente 73 casi e 14 decessi, identificati in 7 Paesi europei tra il 2012 e il 2024. L’origine del focolaio è stata correlata a una contaminazione ambientale da L. monocytogenes che, a partire da un singolo stabilimento di lavorazione ittica, si è diffusa a più stabilimenti nell’UE [5]. Anche nel secondo focolaio, i casi epidemici sono stati identificati in un arco temporale pluriennale (20 casi e 5 decessi identificati in 3 Paesi dell’UE, tra il 2019 e il 2024) e sono stati associati alla contaminazione persistente di un singolo stabilimento di lavorazione ittica [6]. Da sottolineare che in entrambi i focolai è stata fondamentale per l’identificazione delle sorgenti epidemiche, la conduzione di indagini multidisciplinari e transnazionali, basate sull’analisi congiunta della tracciabilità dei prodotti ittici coinvolti e l’analisi genomica degli isolati di L. monocytogenes di origine umana e non umana.

 

Nel 2024 l’Italia è stata coinvolta anche in altri due ROA causati da diversi sierotipi di Salmonella ed entrambi associati al consumo di vegetali. Nel primo focolaio [7, 8], associato a S. Stratchona ST2559 che ha causato tra novembre 2023 e settembre 2025 oltre 400 casi epidemici in 17 Paesi, sono stati fortemente sospettati come veicolo alimentare pomodorini prodotti in Sicilia. Nell’ambito di questo focolaio nel 2024 l’Italia ha riportato quasi 100 casi epidemici, molti dei quali associati a due singoli focolai verificatisi tra settembre ed ottobre, in alcune scuole della Toscana e Umbria.

 

Infine, a partire dal 2023 oltre 500 casi epidemici da 9 Paesi europei sono stati associati ad un unico focolaio epidemico associato a vari sierotipi di Salmonella (S. Adelaide, S. Enteritidis, S. Hvittingfoss, S. Kinondoni, S. Kisarawe, S. Newport, S. Richmond and S. Typhimurium) [9]. Le indagini epidemiologiche, microbiologiche e di tracciabilità hanno indicato i semi germogliati come fonte probabile dell’infezione, riconducendo l’origine a produttori e fornitori italiani. Il ritiro e il richiamo dei lotti contaminati hanno contribuito a ridurre significativamente i nuovi casi.

 

Tabella 2: Numero di focolai epidemici, casi umani, ospedalizzazioni e decessi, per agente causale, in Italia nel 2024 [1].

Tipo di agente causale Focolai epidemici Casi Ospedalizzazioni Decessi
Totale (evidenza forte)a % sul totale N % sul totale N % sui casi N % sui casi
Batteri Salmonella 44 (11) 22,0 750 26,6 52 6,9 0 0
Campylobacter 16 (2) 8,0 66 2,3 9 13,6 0 0
Listeria monocytogenes 8 (1) 4,0 56 2,0 55 98,2 3 5.4
Escherichia coli diversi da STEC 4 (1) 2,0 103 3,7 8 7,8 0 0
Shigella 1 (0) 0,50 2 0,07 2 100 0 0
Escherichia coli produttore di Shiga tossina (STEC)  1 (0) 0,50 3 0,11 0 0 0 0
Subtotale 74 (15) 37,0 980 34,8 126 12,9 3 0,31
Virus Norovirus 27 (7) 13,5 673 23,9 54 8,0 0 0
Hepatitis A virus 8 (0) 4,0 26 0,92 22 84,6 0 0
Subtotale 35 (7) 17,5 699 24,8 76 10,9 0 0
Tossine batteriche Tossine di Bacillus cereus 3 (2) 1,5 72 2,6 12 16,7 0 0
Tossine di Clostridium perfringens 2 (1) 1,0 151 5,4 0 0 0 0
Tossine di Clostridium botulinum 2 (1) 1,0 4 0,14 4 100 1 25,0
Tossine di Staphylococcus aureus 1 (0) 0,50 18 0,64 0 0 0 0
Subtotale 8 (4) 4,0 245 8,7 16 6,5 1 0,41
Parassiti Trichinella 1 (1) 0,50 4 0,14 4 100 0 0
Subtotale 1 (1) 0,50 4 0,14 4 100 0 0
Altri agenti causali Tossine prodotte da funghi 21 (11) 10,5 54 1,9 54 100 0 0
Istamina 6 (2) 3,0 12 0,43 6 50,0 0 0
Subtotale 27 (13) 13,5 66 2,3 60 90,9 0 0
Sconosciuto Sconosciuto 55 (0) 27,5 822 29,2 56 6,8 0 0
Totale complessivo 200 (40) 100 2816 100 338 12,0 4 0,14

a I focolai epidemici vengono categorizzati come ad ‘evidenza forte’ o ad ‘evidenza debole’ a seconda della forza dell’evidenza che lega il consumo di un veicolo alimentare ai casi coinvolti in un focolaio epidemico [10]. La natura dell’evidenza può essere epidemiologica, microbiologica, ambientale descrittiva o basata sulla tracciabilità [10]. Si tratta di una misura qualitativa del livello di incertezza che influisce sulla probabilità che un alimento sia il veicolo del focolaio epidemico.

 

Salmonella nelle popolazioni avicole, situazione in EU e in Italia

Per Salmonella a livello europeo è stato applicato nel tempo un approccio di controllo lungo tutta la filiera. In questo contesto la produzione primaria è identificata come la fase che ha meritato sforzi di controllo importanti, con lo scopo di garantire il contenimento della presenza del patogeno nelle fasi successive della produzione, al fine di garantire un contenimento dei casi di infezione dell’uomo. In quest’ottica il Regolamento (EC) n. 2160/2003 [11], e i successivi emendamenti, ha stabilito che gli Stati membri applichino a livello nazionale Piani di controllo finalizzati a contenere nelle popolazioni avicole la prevalenza dei sierotipi di Salmonella considerati “rilevanti” (target) in termini di salute pubblica (sierotipi rilevanti). Per ciascuna categoria produttiva è stata definita annualmente una percentuale massima di gruppi che possono rimanere positivi per i sierotipi rilevanti. Allo stato attuale questi sierotipi “rilevanti” sono S. Enteritidis, S. Typhimurium, S. Infantis, S. Virchow e S. Hadar per i gruppi di riproduttori Gallus gallus e il target è fissato all’1,0%. Per tutte le altre categorie produttive (galline ovaiole, polli da ingrasso, tacchini da riproduzione e da ingrasso) i sierotipi “rilevanti” sono S. Enteritidis e S. Typhimurium e il target di gruppi positivi è ugualmente fissato all’1%, fatta eccezione per le galline ovaiole per cui è pari al 2,0%.

 

Visionando i dati 2024, a livello nazionale il target fissato per i sierotipi rilevanti è stato pienamente raggiunto per riproduttori Gallus gallus, ovaiole, polli da ingrasso e tacchini da ingrasso attestandosi su valori inferiori alla media europea. Per i tacchini da riproduzione invece, a livello nazionale, si è assistito a un incremento importante dei gruppi positivi rispetto al 2023, tanto che, nel 2024, per questa categoria produttiva il target non è stato raggiunto (1,4%). Considerando le positività per Salmonella spp. (indipendentemente quindi dal sierotipo rilevato) le prevalenze nazionali sono risultate superiori alla media europea per tutte le categorie produttive oggetto di sorveglianza (Tabella 3) e in particolar modo per polli e tacchini da ingrasso e i tacchini da riproduzione.

 

Tabella 3. Numero di gruppi testati, di gruppi positivi e percentuali per Salmonella spp. e per i sierotipi rilevanti in Italia e Europa nel 2024 [1].

Categorie produttive

Riferimento

Totale gruppi testati

Salmonella spp.

Sierotipi target

Totale gruppi positivi

% gruppi positivi

Totale gruppi positivi

% gruppi positivi

Riproduttori Gallus gallus

Italia

1.236

62

5,0

4

0,32

UE

12.682

337

2,7

95

0,75

Riproduttori tacchini

Italia

284

70

24,6

4

1,4

UE

1.193

109

9,1

12

1,0

Polli da ingrasso

Italia

28.570

8.232

28,8

10

0,04

UE

313.902

13.371

4,3

895

0,29

Tacchini da ingrasso

Italia

4.803

1.830

38,1

3

0,06

UE

29.684

2.280

7,7

103

0,35

Galline Ovaiole

Italia

4.764

385

8,1

63

1,3

UE

38.918

1.551

4,0

611

1,6

 

Per quanto riguarda l’analisi dei dati 2024 relativi alla valutazione dei criteri di igiene di processo per le carcasse campionate al macello (Tabella 4), considerando i dati relativi al controllo ufficiale, si nota che la percentuale di carcasse positive per Salmonella spp. in Italia è superiore a quella europea per tacchini e polli da ingrasso, suini e cavalli. Inoltre, si osserva che, sia a livello nazionale che europeo, per tutte le categorie produttive eccetto capre e cavalli, la prevalenza delle positività riscontrate in regime di controllo ufficiale è superiore a quella riscontrata in autocontrollo (dato non riportato).

 

Tabella 4. Numero di carcasse testate, di carcasse positive e percentuale per Salmonella spp. in Italia e Europa nel 2024 [1].

Carcasse categorie produttive

Riferimento

Totale carcasse testate

Salmonella spp.

  Interpretazione

Totale carcasse positive

% carcasse positive

Suini

Italia

4.812

191

4,0

CA > FBOp

UE

24.022

729

3,0

CA > FBOp

Polli da ingrasso

Italia

1.427

472

33,1

CA > FBOp

UE

7.201

1.234

17,1

CA > FBOp

Tacchini da ingrasso

Italia

229

69

30,1

CA > FBOp

UE

1.295

114

8,8

CA > FBOp

Bovini

Italia

3.298

40

1,2

CA > FBOp

UE

12.637

159

1,3

CA > FBOp

Pecore

Italia

447

4

0,89

CA > FBOp

UE

2.513

26

1,0

CA > FBOp

Capre

Italia

106

0

0

NS

UE

481

1

0,21

NS

Cavalli

Italia

200

3

1,5

NS

UE

376

3

0,80

NS

Legenda: CA = controllo ufficiale

FBOp = campionamento in autocontrollo

NS = non significativo

 

Risorse utili

 

Bibliografia

  1. EFSA e ECDC (European Food Safety Authority e European Centre for Disease Prevention and Control), 2025. The European Union One Health 2024 Zoonoses report.
  2. EFSA (European Food Safety Authority) (s.d.). West Nile virus.
  3. ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), 2024. Surveillance of West Nile virus infections in humans and animals in Europe, monthly report.
  4. Ministero della Salute. Decreto Ministeriale 7 marzo 2022. Revisione del sistema di segnalazione delle malattie infettive (PREMAL). Gazzetta Ufficiale – Serie generale n. 82 del 7 aprile 2022
  5. ECDC e EFSA (European Centre for Disease Prevention and Control e European Food Safety Authority), 2024. Prolonged multi-country outbreak of Listeria monocytogenes ST173 linked to consumption of fish products – 19 June 2024. ISBN 978-92-9498-726-6; doi: 10.2900/171200; Catalogue number TQ-09-24-482-EN-N
  6. ECDC e EFSA (European Centre for Disease Prevention and Control e European Food Safety Authority), 2024. Prolonged multi-country outbreak of Listeria monocytogenes ST1607 linked to smoked salmon products – 25 April 2024. ISBN 978-92-9498-716-7; doi: 10.2900/061379; Catalogue number TQ-02-24-480-EN-N
  7. ECDC e EFSA (European Centre for Disease Prevention and Control e European Food Safety Authority), 2025. Prolonged multi-country outbreak of Salmonella Strathcona ST2559 linked to consumption of tomatoes in the EU/EEA – first update – 23 October 2025.
  8. ECDC e EFSA (European Centre for Disease Prevention and Control e European Food Safety Authority), 2024. Prolonged multi-country outbreak of Salmonella Strathcona ST2559 possibly linked to consumption of tomatoes – 12 November 2024. ISBN 978-92-9498-760-0; doi: 10.2900/6643581; Catalogue number TQ-01-24-016-EN-N
  9. ECDC e EFSA (European Centre for Disease Prevention and Control e European Food Safety Authority), 2025. Prolonged cross-border multi-serovar Salmonella outbreak linked to consumption of sprouted seeds – 6 March 2025. ISBN 978-92-9498-782-2; doi: 10.2900/7051610; Catalogue number TQ-01-25-013-EN-N
  10. EFSA (European Food Safety Authority), 2014. Update of the technical specifications for harmonised reporting of food-borne outbreaks through the European Union reporting system in accordance with Directive 2003/99/EC. EFSA Journal 2014; 12(3):3598, 25 pp. doi.org/10.2903/j.efsa.2014.3598
  11. Consiglio dell’Unione Europea (CE) 2003. Regolamento (CE) N. 2160/2003 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 novembre 2003 sul controllo della Salmonella e di altri agenti zoonotici speciici presenti negli alimenti. Off. J. L325, 12/12/2003, 1-15.

 

Data di pubblicazione della pagina: 9 dicembre 2025

Testo scritto da: Gaia Scavia¹, Pierfrancesco Barbariol¹, Michele Luca D’Errico¹, Laura Ferroni¹, Francesca Iacoponi¹, Eleonora Ventola¹, Aurora Boscolo², Marzia Mancin², Lisa Barco²

¹. Dipartimento Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria, ISS
². IZS Venezie