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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

 

Importanza per la salute

 

L’eccesso ponderale è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, in genere a causa di un’alimentazione scorretta e di una vita sedentaria. Abitudini alimentari ipercaloriche e sbilanciate determinano un eccesso di peso e, di conseguenza, un impatto considerevole sulla salute di una popolazione poiché favoriscono l’insorgenza di numerose patologie e/o aggravano quelle preesistenti, riducono la durata della vita e ne peggiorano la qualità. Sovrappeso e obesità sono infatti i principali fattori di rischio oncologico: si stima che, globalmente, nel 2012 lo sviluppo di mezzo milione di nuovi tumori fosse attribuibile all’eccesso ponderale, con valori ancora più alti nella Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

 

Secondo il rapporto congiunto pubblicato a settembre 2018 dalla Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), dallo Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo), dall’Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia), dal Programma alimentare mondiale (Wfp) e dall’Oms, intitolato “The state of food security and nutrition in the world 2018. Building climate resilience for food security and nutrition”, nel 2017 nel mondo 672 milioni di persone (circa 1 su 8) erano obese e 38,3 milioni di bambini sotto i 5 anni di età (5,6%) erano in sovrappeso. Il documento evidenzia il peso della disponibilità di cibo e della corretta alimentazione quali fattori di rischio per la salute in generale, nonché per lo sviluppo delle malattie croniche non trasmissibili (Mcnt) e il carico di morbosità e mortalità che ne comportano nel corso della vita. Il rapporto conclude richiamando la necessità di interventi e politiche sanitarie particolarmente attente ai gruppi di popolazione più vulnerabili. 

 

Negli ultimi decenni, in molti Paesi della Regione europea Oms il numero di persone in sovrappeso e/o obese è aumentato: in 46 paesi (l’87% della Regione), l’eccesso ponderale interessa oltre la metà degli adulti. In Italia, un elevato Indice di massa corporea (Imc) si conferma il quinto dei primi dieci fattori di rischio per morte prematura e anni vissuti in disabilità con un incremento del 6,3% nell’intervallo temporale 2007-2017. Poiché sovrappeso e obesità rappresentano aspetti prioritari per la salute pubblica fin dall’età infantile, sono monitorati attraverso indagini campionarie a regime, nazionali e all’interno di reti internazionali, svolte nelle scuole.

 

Gran parte dell’eccesso ponderale è attribuito a un ambiente definito “obesogenico”, essenzialmente riferito alla disponibilità di alimenti di scarsa qualità e a basso costo la cui distribuzione commerciale è sostenuta da efficienti sistemi di marketing, le strategie di comprovata efficacia per contrastare il fenomeno risultano essere quelle riconducibili a interventi finalizzati alla modifica dei comportamenti individuali agendo sugli aspetti regolamentativi e normativi, sulle questioni legate alle etichettature e sui prezzi dei cibi.

 

Riferimenti:

  • Institute for health metrics and evaluation (Ihme). Global Burden of Disease Study 2017, Italy.

 

Indicatori Passi: sovrappeso e obesità

 

 

Definizioni operative

  1. Persona sovrappeso: è una persona con un Indice di massa corporea (Imc)* compreso tra 25,0 e 29,9 kg/m² calcolato dai valori autoriferiti di peso e altezza.
  2. Persona obesa: è una persona con un Indice di massa corporea (Imc) maggiore o uguale a 30.0 kg/m² calcolato dai valori autoriferiti di peso e altezza.

(*) L’indice di massa corporea è uguale a [Peso, in Kg] / [Altezza, in metri]2.

 

Consulta anche le informazioni generali con le caratteristiche degli indicatori Passi, e gli approfondimenti dedicati.

 

Scheda indicatore: prevalenza di persone in sovrappeso

 

Popolazione di riferimento

Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni.

Numeratore

Persone di età 18–69 anni che hanno un Indice di massa corporea (Imc) compreso tra 25,0 e 29,9 kg/m² calcolato dai valori autoriferiti di peso e altezza.

Denominatore

Intervistati per i quali può essere calcolato l’Indice di massa corporea dai valori autoriferiti di peso e altezza (esclusi quelli mancanti); il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione.

Misure di frequenza

Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%.

Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso

L’indicatore fa riferimento alla condizione presente al momento dell’intervista.

Significato per la salute pubblica

Essere in sovrappeso o, ancor più, obesi aumenta il rischio di molteplici patologie croniche, tra cui l’infarto del miocardio, l’ictus, l’ipertensione, il diabete mellito, l’osteoartrosi, e alcune tipologie di tumori. Un’adeguata attività fisica per quantità, intensità e durata e un basso apporto calorico possono ridurre l’Imc.

Limiti dell’indicatore

I rispondenti tendono spesso a sovrastimare la propria altezza e a fornire una sottostima del loro peso, determinando un Imc personale in genere inferiore rispetto a quello reale.

Validità dell’indicatore

La prevalenza del sovrappeso, basata su dati riferiti, è sottostimata rispetto a quella calcolata su dati misurati, ma può essere considerata idonea per valutare i trend temporali e le differenze territoriali.

Nell’esaminare la prevalenza in sottogruppi della popolazione, bisogna tener conto che la sottostima è maggiore tra le donne. Le associazioni, basate sui dati riferiti, tra sovrappeso/obesità e varie patologie devono essere interpretate con cautela.

 

Scheda indicatore: prevalenza di persone obese

 

Popolazione di riferimento

Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 18-69 anni.

Numeratore

Persone di età 18–69 anni che hanno un Indice di massa corporea (Imc) uguale o maggiore di 30,0 kg/m² calcolato dai valori autoriferiti di peso e altezza.

Denominatore

Intervistati per i quali può essere calcolato l’Indice di massa corporea dai valori autoriferiti di peso e altezza (esclusi quelli mancanti); il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione.

Misure di frequenza

Prevalenza annuale (sulla popolazione di 18-69 anni), con intervalli di confidenza al 95%.

Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso

L’indicatore fa riferimento alla condizione presente al momento dell’intervista.

Significato per la salute pubblica

Essere in sovrappeso/obesi aumenta il rischio di molteplici patologie croniche, tra cui l’infarto del miocardio, l’ictus, l’ipertensione, il diabete mellito, l’osteoartrosi, e alcune tipologie di tumori. Un’adeguata attività fisica per quantità, intensità e durata e un basso apporto calorico possono ridurre l’Imc.

Limiti dell’indicatore

I rispondenti tendono a sovrastimare la propria altezza e a fornire una sottostima del loro peso, determinando un Imc personale inferiore rispetto a quello reale.

Validità dell’indicatore

La prevalenza dell’obesità basata su dati riferiti è sottostimata rispetto a quella calcolata su dati misurati, ma può essere considerata idonea per valutare i trend temporali e le differenze territoriali.

Nell’esaminare la prevalenza in sottogruppi della popolazione, bisogna tener conto che la sottostima è maggiore tra le donne. Le associazioni, basate sui dati riferiti, tra obesità e varie patologie devono essere interpretate con cautela.

*Vedi anche: Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss).

 

Approfondimenti tecnici

 

Staff redazionale Passi

 

L’obesità può essere definita come una condizione di accumulo di grasso in eccesso nel tessuto adiposo, i n quantità tale da poter danneggiare lo stato di salute. Tuttavia stimare la quantità di tessuto adiposo e determinare quanto esso influenzi lo stato di salute non è facile.

 

In genere il grasso in eccesso si riflette nell’eccesso di peso, ma non sempre un peso eccessivo è dovuto esclusivamente al grasso, ad esempio anche l’aumento di massa muscolare fa aumentare il peso. Quindi, per diagnosticare una condizione di obesità occorre valutare se l’eccedenza di peso è attribuibile al grasso e stimare la proporzione del grasso che può rappresentare un rischio per la salute.

 

In età infantile determinare il grado di adiposità è ancora più problematico e difficile che nell’adulto. La definizione dell’obesità in età evolutiva è infatti complicata e controversa: durante la crescita non solo aumenta la statura, ma anche la composizione corporea cambia in funzione soprattutto dell’età, del genere, dello stadio dello sviluppo puberale e del gruppo etnico. Con l’avanzare dell’età, la quantità di massa grassa tende ad aumentare e la sua proporzione rispetto al peso corporeo varia in maniera diversa tra i due sessi, rendendo ancora più complicata la definizione dell’eccesso di grasso.

 

Misure e valori soglia

Per definire l’obesità sono necessari: un’idonea misura del grasso e un valore soglia appropriato. Una misura ideale dell’adiposità dovrebbe: fornire una stima accurata e precisa del grasso, essere fattibile, cioè semplice e poco costosa, accettabile e ben documentata, con valori di riferimento accettati da tutti. Tuttavia non esistono metodi di misura del grasso che soddisfino tutti questi criteri.

 

In base alla definizione di obesità, una diagnosi appropriata dovrebbe essere formulata a seguito di una valutazione del grasso corporeo. Esistono diversi modi per valutare indirettamente la massa grassa e determinarne la distribuzione.

 

I metodi attualmente ritenuti più accurati sono il Dexa (dual energy x-ray absorptiometry), che quantifica il grasso totale e nelle varie regioni corporee mediante due fasci di raggi X, i metodi basati sull’idrodensitometria (pesata idrostatica), la diluizione del deuterio, l’impedenza bioelettrica (Bia), la pletismografia ad aria (Bod– Pod). Sono metodi complessi e  costosi che sono usati prevalentemente nella ricerca.

 

Per valutare l’adiposità in clinica e nella sorveglianza, si usano misure antropometriche: la plicometria, la circonferenza della vita e gli indici staturo-ponderali.

 

Nella sorveglianza epidemiologica il metodo comunemente usato si fonda sul calcolo dell’Indice di massa corporea, definito dal peso in chilogrammi diviso l’altezza (in metri) elevata al quadrato.

 

Sebbene, come nel caso di altre misure biologiche continue a cui sono associati rischi di malattie non esista un vero e proprio limite al di sotto del quale il rischio è assente, il valore soglia dell’Indice di massa corporea che definisce l’obesità, è stato posto a 30 (Kg/m2). Un valore, individuato attraverso studi di morbidità effettuati su larga scala. Analogamente sono stati individuati i valori soglia per il sovrappeso, per il sottopeso e di conseguenza per il normopeso. Per calcolare l’indice di massa corporea nella sorveglianza di popolazione, si utilizzano i dati di peso e altezza riferiti, che hanno il vantaggio della semplicità, economicità e rapidità della rilevazione, tuttavia bisogna conoscerne bene i limiti per maneggiarli bene.

 

Il valore dell’indice di massa corporea calcolato con i dati Passi

Molti studi hanno valutato la validità dell’Imc riferito, dimostrando una accuratezza accettabile (1,2) e una elevata correlazione tra peso misurato e peso riferito, così come tra altezza misurata e altezza riferita. (3,4,5)

 

In un’indagine di grandi dimensioni in cui, per ciascun partecipante sono stati rilevati: (a) peso e altezza riferiti, (b) peso e altezza misurati, (c) misure impedenziometriche dell’adiposità, è stato possibile valutare la validità dei dati riferiti nella stima dell’obesità e anche nell’associazione con la glicemia ed altri biomarker. È stato così verificato che i dati autoriferiti consentivano di ricavare valori di indici di massa corporea che fornivano una sottostima della prevalenza di obesità e una correlazione con i valori dei biomarker (glicemia, colesterolo Hdl, pressione sistolica, trigliceridi e leptine), sovrapponibile a quella calcolata con dati misurati. (6)

 

Tuttavia, la maggior parte degli studi, su campioni di popolazione, ha mostrato errori sistematici nella direzione delle dimensioni del corpo “preferite”: gli uomini tendono a riferire un’altezza maggiore di quella misurata (3), le donne un peso inferiore di quello vero (4,5).

 

le persone sovrappeso tendono a riferire un peso inferiore a quello vero più spesso delle persone che non sono in sovrappeso (3-5). Anche se questa differenza non è stata confermata in tutti i contesti culturali (8) gli anziani tendono a sovrastimare la propria altezza più dei giovani (1,3,4,7,8).

 

Per questi motivi, la prevalenza è sottostimata e le associazioni tra obesità e morbidità potrebbero essere alterate. Le conseguenze possono essere sostanziali sia nel sottostimare le dimensioni del fenomeno obesità, sia nel confondere la nostra comprensione della relazione tra obesità e malattie correlate.

 

Confrontando, nel periodo 1988-2002, i trend delle prevalenze di obesità del National Health Examination Survey, che utilizza dati misurati, con quelle del Brfss che utilizza dati dichiarati in interviste telefoniche, come fa Passi, si è visto che la stima di obesità dei dati riferiti è sempre inferiore a quella ottenuta con dati misurati, con una differenza maggiore per le donne, ma i trend temporali e quelli spaziali si conservano, per cui negli Stati Uniti, con i dati riferiti, è stato possibile riconoscere cambiamenti della frequenza di obesità, nel tempo e nello spazio. (9)

 

Se, negli Stati Uniti la sottostima della prevalenza di obesità, calcolata da dati autoriferiti, appare sostanzialmente stabile nel tempo, con una differenza attorno a circa -4%, non è detto che ciò debba essere vero dappertutto. Per esempio si è visto che, in Canada, la sottostima era pari a -4% negli anni ’90 del secolo scorso ed è diventata -8% nel 2003-2005 e ciò soprattutto a causa dell’aumento dell’errore nelle persone di 65 anni e più. (10)

 

Infine bisogna segnalare che i vari studi seri che hanno confrontato il Bmi riferito con quello misurato, pur pervenendo a risultati tra loro coerenti, mostrano un divario di entità variabile; suggerendo che il contesto socio culturale ha grande influenza. (11)

 

Conclusioni

La prevalenza dell’obesità basata su dati riferiti è sottostimata rispetto a quella calcolata su dati misurati, ma è valida per valutare i trend temporali e le differenze territoriali.

 

Nell’esaminare la prevalenza in sottogruppi della popolazione, bisogna tener conto che la sottostima è maggiore tra le donne e aumenta considerevolmente sopra i 65 anni.

 

Le associazioni tra obesità e patologie, basate sui dati riferiti devono essere interpretate con cautela.

Infine, l’entità della sottostima dovrebbe essere valutata nel contesto dello specifico paese, anche con confronti su campioni di dimensioni limitate (11).

 

Riferimenti

1. Nyholm M, Gullberg B, Merlo J, Lundqvist-Persson C, Råstam L, Lindblad U. The validity of obesity based on self-reported weight and height: Implications for population studies. Obesity (Silver Spring). 2007;15:197–208.

2. Kuczmarski MF, Kuczmarski RJ, Najjar M. Effects of age on validity of self-reported height, weight, and body mass index: findings from the Third National Health and Nutrition Examination Survey, 1988–1994. J Am Diet Assoc. 2001;101:28–34.

3. Spencer EA, Appleby PN, Davey GK, Key TJ. Validity of selfreported height and weight in 4808 EPIC-Oxford participants. Public Health Nutr. 2002;5:561–5.

4. Rowland ML. Self-reported weight and height. Am J Clin Nutr. 1990;52:1125–33.

5. Niedhammer I, Bugel I, Bonenfant S, Goldberg M, Leclerc A. Validity of self-reported weight and height in the French GAZEL cohort. Int J Obes Relat Metab Disord. 2000;24:1111-17.

6. McAdams MA, Van Dam RM, Hu FB. Comparison of Self-reported and Measured BMI as Correlates of Disease Markers in U.S. Adults. Obesity 2007; 15 (1):189-196.

7. Villanueva EV. The validity of self-reported weight in US adults: a population based cross-sectional study. BMC Public Health. 2001;1:11.

8. Lee DH, Shin A, Kim J, Yoo KY, Sung J. Validity of self-reported height and weight in a Korean population J Epidemiol 2011; 21(1):30-6.

9. Ezzati M, Martin H, Skjold S, Vander Hoorn S, Murray CJL. Trends in national and state-level obesity in the USA after correction for self-report bias: analysis of health surveys. J R Soc Med 2006;99:250–257.

10. Gober SC, Tremblay MS. The bias in self-reported obesity from 1976 to 2005: a Canada-US comparison. Obesity (Silver Spring). 2010;18(2):354-61.

11. Gorber SC, Tremblay M, Moher D, Gorber B. A comparison of direct vs. self-report measures for assessing height, weight and body mass index: a systematic review. Obesity Reviews. 2007; 8 (4): 307-326.

 

Pubblicazioni nazionali

 

Report nazionale

Prodotti di comunicazione: schede fronte-retro e report tematici

Riviste nazionali

 

Pubblicazioni locali

 

Dati sul consumo di alcol sono disponibili anche a livello locale sia all’interno dei report regionali e aziendali, che riassumono i risultati annuali della sorveglianza, sia in pubblicazioni specifiche (rapporti dedicati, schede tematiche, ecc).

 

Consulta le pubblicazioni locali di: