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Carta di Dublino: cosa è stato fatto e cosa rimane da fare

La Regione europea dell’Oms è attualmente la regione del mondo con il più alto tasso di crescita della prevalenza dell’Hiv. Per fare il punto sulla situazione, il programma delle Nazioni Unite su Hiv/Aids (Unaids) e l'Oms Europa hanno pubblicato un rapporto che sottolinea i progressi fatti dal 2004 a oggi rispetto agli obiettivi della Dichiarazione di Dublino.

 

La carta di Dublino sull’alleanza per combattere l’Aids in Europa e nell’Asia Centrale, adottata formalmente da 53 Paesi il 24 febbraio 2004, riconosceva i principali fattori che contribuiscono alla diffusione dell’Aids e stabiliva 33 azioni guida per accelerare gli sforzi per combattere l’epidemia.

 

A distanza di quasi cinque anni, il rapporto “Progress on implementing the Dublin Declaration on Partnership to Fight Hiv/Aids in Europe and Central Asia” (pdf 2 Mb), pensato per supportare l’operato dei Paesi membri dell’Oms Europa, traccia un dettagliato resoconto di quanto è stato realmente portato a termine e degli impegni che invece non sono stati mantenuti e su cui è necessario intervenire.

 

In quindici capitoli tematici, che vanno dalle strategie politiche adottate nei vari Paesi fino al problema dei tossicodipendenti e dell’Hiv nelle carceri, il rapporto prende in esame gli indicatori principali della lotta all’Aids stabilendo i punti chiave e le raccomandazioni per il futuro.

 

Luci e ombre della Carta di Dublino

Molti passi avanti sono stati fatti dalla Carta di Dublino. Per esempio, nell’Europa orientale le risorse investite sull’Hiv sono passate dai 900 milioni di dollari del 2006 a un miliardo e mezzo nel 2008, con il 70% della spesa destinato alla prevenzione. L’allocazione delle risorse, tuttavia, risulta spesso dispersiva e poco efficiente. Anche l’accesso alle terapie antiretrovirali è nettamente migliorato, ma il rapporto sottolinea come siano ancora diffuse pratiche discriminatorie che ostacolano l’accesso alle terapie ai tossicodipendenti che fanno uso di siringhe. Tra i progressi va segnalata anche la significativa diminuzione della trasmissione madre-figlio dell’Hiv. L’azione 11 della Carta di Dublino prevedeva di ridurre la trasmissione sotto al 2% entro il 2010, un impegno che appare realistico considerando che in molti Paesi dell’Est la trasmissione materno-infantile è scesa sotto la soglia del 10%.

 

È stato invece disatteso quasi del tutto l’impegno di combattere lo stigma, la discriminazione e la violazione dei diritti umani dei malati di Aids per quanto riguarda i gruppi di popolazione meno tutelati (come i carcerati, i tossicodipendenti e le prostitute, ma anche le minoranze etniche e i maschi omosessuali).

 

Un’indagine condotta ad aprile 2007 su 36 Paesi della Regione europea ha trovato che in 22 mancavano gli aiuti legali, 20 non garantivano la riservatezza nei procedimenti legali, 19 non avevano avvocati o giudici con un’appropriata competenza sull’Hiv e la metà dei Paesi aveva un sistema legislativo e istituzionale discriminatorio nei confronti di immigrati, tossicodipendenti, prostitute e omosessuali.

 

Per quanto riguarda le condizioni dei detenuti, l’azione 9 della Carta di Dublino invitava i governi europei a rendere accessibili i programmi di prevenzione all’80% dei reclusi entro il 2010. Anche questo obiettivo è stato largamente disatteso, con la copertura e la qualità della prevenzione dell’Hiv nelle carceri (dove i tassi di malattia e i rischi di trasmissione sono più alti rispetto alla popolazione generale) nettamente inferiori rispetto al resto della società civile.

 

Negli intenti dell’Oms Europa, questa pubblicazione, con i punti positivi, le note critiche e le raccomandazioni per il futuro, dovrà servire da guida per raggiungere gli obiettivi finali nel 2010.

 

Per maggiori informazioni, scarica il documento originale “Progress on implementing the Dublin Declaration on Partnership to Fight Hiv/Aids in Europe and Central Asia” (pdf 2 Mb) e leggi la Dichiarazione di Dublino sull’alleanza per combattere l’Aids in Europa e nell’Asia Centrale.