English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale 2019

I dati delle sorveglianze di popolazione

 

La popolazione adulta italiana

Il sistema di sorveglianza Passi offre alcuni dati utili sul tema del consumo di sale nella popolazione adulta (18-69 anni) italiana e straniera, indagando sia la consapevolezza della popolazione sull’importanza di controllarne il consumo, sia l’attenzione di medici e operatori sanitari a questo aspetto.

 

Gli ultimi dati disponibili, riferiti al triennio 2015-2017 su un campione di oltre 100mila intervistati rivelano che oltre la metà della popolazione (57%) dichiara di fare attenzione alla quantità di sale che consuma a tavola, nella preparazione dei cibi e nel consumo di cibi conservati, o di cercare di ridurne le quantità.

 

L’uso consapevole del sale è più frequente fra le donne (63% vs 55% negli uomini), cresce all’avanzare dell’età raggiungendo il 66% fra i 50-69enni (vs 44% fra i 18-34enni); è più frequente fra i residenti delle Regioni del Centro-Nord rispetto a quelli del Meridione (59% vs 52%) ed è più frequente fra i cittadini italiani rispetto ai cittadini stranieri (57% vs 47%) e fra le persone con meno difficoltà economiche rispetto a chi non ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese (59% vs 53%). Fra le persone con almeno una patologia cronica, e in particolare tra chi ha una diagnosi di ipertensione arteriosa o di insufficienza renale (per la quali la riduzione del consumo di sale diventa strumento terapeutico per il controllo della malattia), la percentuale di chi fa un uso consapevole del sale risulta più alta (75%), ma non raggiunge la quota di persone che ci si aspetterebbe. Anche fra le donne in gravidanza, malgrado l’esiguo numero nel campione, la quota di chi fa attenzione al consumo di sale è significativamente maggiore (72%) rispetto al resto della popolazione.

 

A fronte di questi dati sulla consapevolezza dei cittadini del rischio per la salute associato a un eccessivo consumo di sale a tavola, poco più di 1 intervistato su 4 (27%), fra quelli che hanno avuto un contatto con il proprio medico o un operatore sanitario nell’ultimo anno, riferisce di aver ricevuto il consiglio medico di fare attenzione al consumo di sale, percentuale che sale al 57% fra le persone con ipertensione o insufficienza renale.

 

La prevenzione delle malattie croniche passa attraverso il contrasto agli stili di vita non salutari, con strategie che ne scoraggino l’adozione o che inducano al cambiamento le persone che li hanno adottati. A tal fine è cruciale il ruolo del medico perché, informando, motivando e supportando i propri assistiti, può promuovere e indurre cambiamenti individuali verso stili di vita più salutari. Il counselling sanitario, il minimal advice e l’intervento motivazionale sono tutti strumenti di provata efficacia nella promozione della salute o nel favorire l’adesione ai programmi di prevenzione. I dati mostrano invece che il consiglio del medico è uno strumento ancora poco utilizzato nella promozione della salute a tavola e, come accade in altri ambiti (nel contrasto al fumo, all’abuso di alcol, alla sedentarietà o all’eccesso ponderale), per lo più è ancora finalizzato al contenimento del danno piuttosto che alla promozione della salute e alla prevenzione primaria.

 

I bambini italiani

Nell’indagine 2016 del sistema di sorveglianza OKkio alla Salute (dedicato ai bambini delle scuole primarie, 6-10 anni), il questionario rivolto ai genitori è stato arricchito con una domanda sui comportamenti alimentari adottati in famiglia, tra cui il consumo di sale. Il 47,7% dichiara di utilizzare il sale iodato (di questi il 52,8% lo consuma sempre e il 25% solo alcune volte), il 44,1% di ridurre il consumo di snack salati, il 42,1% di ridurre il consumo di sale e il 33,3% di non consumare sale a tavola. Il comportamento meno frequentemente rilevato è il consumo di pane senza sale (11,8%), rilevato soprattutto in Toscana e Umbria, dove la produzione di pane senza sale costituisce una forte tradizione.

 

Anche nel questionario rivolto ai dirigenti scolastici sono state introdotte alcune domande sull’utilizzo del sale iodato: solo il 6,4% dichiara di aver aderito o di aver realizzato iniziative di comunicazione per la riduzione del consumo di sale e/o la promozione del consumo di sale iodato (il 4,5% al Nord, il 6,7% al Centro e l’8,6% al Sud).

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 7 marzo 2019

Autori: Maria Masocco e Valentina Minardi per Passi; Paola Nardone e Angela Spinelli per OKkio alla Salute