Valutazione dei danni di salute in un campione di donne residenti nei pressi dell'aeroporto Malpensa 2000
Salvatore Pisani1, Domenico Bonarrigo1, Maria Gambino1, Luigi Macchi1, Cristina Degli Stefani1, Anna Maria Verri1, Cesare Cislaghi2, Anna Bossi2 e Ivan Cortinovis2
                 1ASL della Provincia di Varese
                 2 Istituto di Statistica Medica e Biometria, Università degli 
                 Studi di Milano, Milano
Il rumore può avere effetti nocivi sulla salute umana (1), in particolare per le popolazioni residenti intorno ad aeroporti (2, 3). Nel mese di ottobre del 1998 è stato inaugurato l’aeroporto intercontinentale Malpensa 2000 e la sua aumentata attività ha suscitato, nella popolazione dei Comuni vicini, preoccupazioni per i possibili danni per la salute.
                 
					Per 
                 valutare lo stato di salute di questa popolazione, la ASL di 
                 Varese ha condotto un’indagine epidemiologica in collaborazione 
                 con l’Università di Milano e con i Medici di Medicina Generale 
                 (MMG). Sono stati coinvolti 92 MMG e 932 casalinghe campionate 
                 dalle liste anagrafiche di 11 Comuni suddivisi in 3 aree: area 
                 A: Somma Lombardo, Arsago Seprio, Casorate Sempione e Lonate 
                 Pozzolo (area A, particolarmente esposta ai rumori aerei: 
                 livello di LVA (dB(A)) di 60-64). Si ricorda che dB(A) è il 
                 decibel di tipo A, unità di misura del livello d’intensità 
                 sonora, e LVA è il livello di valutazione del rumore 
                 aeroportuale (vedi DM 31 ottobre 1997: “Metodologia di misura 
                 del rumore aeroportuale”), che tiene conto dei rumori 
                 giornalieri in periodi prefissati e in base alle ore diurne e 
                 notturne. Area B - Samarate, Cardano al Campo, Vizzola Ticino, 
                 Ferno, Golasecca e Vergiate (area B, meno esposta ai rumori 
                 aerei valori di LVA tra 55 e 59) e area C due quartieri di 
                 Varese: Masnago e Avigno (area C, lontana dall’aeroporto, 
                 considerata non esposta a rumore di aerei, LVA < 55).
                 
					L’indagine, denominata Salus Domestica, si è svolta nel periodo 
                 maggio-novembre 2000, ed è consistita nella rilevazione di 
                 informazioni sullo stato di salute delle donne effettuata dai 
                 MMG: i dati sulle patologie osservate negli ultimi due anni 
                 derivano dagli archivi dei MMG, mentre i dati sui disturbi 
                 percepiti dalle donne nell’ultimo anno derivano dal 
                 questionario. La percentuale di donne rispondenti è stata pari 
                 al 79%. Lo studio ha dato in sintesi i seguenti risultati.
                 
					Il campione era costituito da 387 donne nell’area A, 253 donne 
                 nell’area B, 292 donne nell’area C. Il rumore è causa di 
                 fastidio continuo e disturba anche di notte; nel 98% delle 
                 donne residenti nell’area A contro il 73% delle residenti 
                 nell’area intermedia e il 38% delle residenti nell’area C. 
                 “Sonno insoddisfatto”, “risvegli notturni”, “stato d’ansia” e 
                 “parole male percepite” erano disturbi riferiti, con odds ratio 
                 di poco inferiori a 3, nelle donne rispondenti più esposte al 
                 rumore degli aerei; inoltre, i MMG, negli ultimi due anni, 
                 hanno rilevato nelle casalinghe dell’area A una maggiore 
                 presenza di cefalea rispetto all’area C e una maggiore presenza 
                 di allergie e nevrosi ansiosa rispetto alle aree B e C 
                 (Tabella).
                 
					Nell’ultimo anno, il numero di donne che ha richiesto una 
                 visita al proprio MMG o da uno specialista è stato 
                 significativamente maggiore nell’area A, rispetto alle altre 
                 aree, così come è stata maggiore la prescrizione di farmaci 
                 ansiolitici (24%) e ipnotici (14%). I MMG indicano una maggior 
                 presenza di cefalea, di allergie e di nevrosi ansiosa nell’area 
                 A, ma non un eccesso di malattie respiratorie né di ipoacusia, 
                 in contrasto con le maggiori frequenze di disturbi delle vie 
                 respiratorie e di “parole mal percepite” riferiti dalle donne 
                 dell’area A.
                 
					Una tecnica esplorativa multivariata, l’analisi delle 
                 corrispondenze multiple, ha permesso di evidenziare una 
                 notevole coerenza tra le risposte fornite dalle casalinghe e le 
                 informazioni date dai loro MMG. Con la stessa analisi non si è 
                 riscontrata associazione tra età, titolo di studio, tipo di 
                 abitazione e luogo di nascita delle donne rispetto al 
                 manifestarsi o meno dei disturbi presi in considerazione, siano 
                 essi riferiti dalle donne stesse o segnalati dai loro MMG, 
                 nonostante si siano rilevate differenze di livello d’istruzione 
                 tra le donne residenti nelle 3 aree.
                 
					In conclusione, i disturbi lamentati dalle casalinghe residenti 
                 in prossimità dell’aeroporto Malpensa 2000 riguardano in 
                 particolare quelli della sfera relazionale e psicologica 
                 (insonnia, ansia, cattiva percezione delle parole, ecc.) e, in 
                 misura minore, quelli delle vie respiratorie; questi ultimi non 
                 trovano la conferma diagnostica dei MMG. I dati raccolti non 
                 hanno consentito di distinguere gli effetti del rumore da una 
                 probabile aumentata attenzione della popolazione verso alcuni 
                 disturbi associati alla preoccupazione per i possibili danni 
                 alla salute derivanti dall’ampliamento dell’aeroporto.
                 
                 Il commento
Susanna Lagorio
                 Laboratorio di 
                 Epidemiologia e Biostatistica, ISS
					
					Il rumore può 
                 provocare effetti negativi sullo stato di salute: sordità, 
                 ipertensione e malattie cardiovascolari, interferenze con la 
                 comunicazione verbale, disturbi del sonno, fastidio ed effetti 
                 negativi di tipo comportamentale, relazionale e sociale. I 
                 livelli di esposizione “sicuri” variano in funzione del tipo di 
                 effetto considerato, delle caratteristiche del rumore e della 
                 suscettibilità degli individui esposti.
                 
					Gli operatori 
                 dell’ASL di Varese hanno condotto un’indagine epidemiologica 
                 sui disturbi di salute tra le abitanti dei Comuni circostanti 
                 l’aeroporto di Malpensa: quasi 1 000 donne tra 18 e 64 anni che 
                 trascorrono in casa non meno di 16 ore al giorno.
                 
					Sulla base di 
                 misure realizzate nel 2000, l’area è stata suddivisa in tre 
                 zone a distanza crescente dall’aeroporto e con diversi livelli 
                 d’intensità di rumore. La zona A “più esposta” presenta livelli 
                 sonori (LAeq, 24 h) sui 60-65 dB(A). Sono state confrontate le 
                 prevalenze di disturbi riferiti dalle donne e le prevalenze di 
                 malattie diagnosticate dai medici di base tra le 3 zone.
                 
					Le donne residenti 
                 nell’area A riferiscono disturbi delle vie respiratore e del 
                 sonno, livelli d’ansia e disturbi relazionali in proporzione 
                 significativamente maggiore di quelle residenti a distanza 
                 maggiore dall’aeroporto.
					I MMG non rilevano 
                 differenze tra le 3 aree a confronto nella prevalenza di 
                 ipoacusie, malattie respiratorie acute e croniche, depressione, 
                 mentre segnalano incrementi nelle diagnosi di cefalea, allergie 
                 e nevrosi ansiosa tra le assistite della zona A.
                 
					Il non aver 
                 rilevato eccessi di prevalenza di ipoacusie nella zona A è in 
                 accordo con gli standard di esposizione a rumore in vigore in 
                 molti Paesi (1), in base ai quali si ritiene irrilevante il 
                 rischio di ipoacusia per esposizioni lifetime a LAeq (24 h) 
                 inferiori a 70 dB(A).
                 
					Incrementi 
                 dell’incidenza di ipertensione e malattie cardiovascolari sono 
                 ben documentati solo in relazione a esposizioni professionali a 
                 rumore molto intense e di lunga durata, mentre l’evidenza 
                 scientifica sugli effetti cardiovascolari del rumore 
                 “ambientale” suggerisce una debole associazione con il rischio 
                 di ipertensione, senza una chiara relazione dose-risposta (1). 
                 Quindi, anche la mancata segnalazione di incremento di 
                 prevalenza di ipertensione tra le donne residenti nella zona A 
                 rispetto alle zone B e C più lontane dall’aeroporto sembra in 
                 accordo con le evidenze scientifiche disponibili.
Per quanto riguarda le difficoltà nella comprensione delle parole, il parametro “espositivo” d’interesse non è tanto l’intensità del rumore esterno, quanto il rapporto tra volume di voce e livello di pressione sonora del rumore di fondo (signal-to-noise ratio). Per garantire una completa intelligibilità della conversazione tra persone con normali capacità uditive, questo rapporto dovrebbe essere di 15-18 dB(A). Il volume “normale” della conversazione di due persone a distanza di 1 m è intorno ai 50 dB(A). Persone con funzioni uditive non compromesse, per mantenere il 100% dell’intelligibilità delle parole, devono aumentare lo sforzo vocale a fronte di un livello di rumore superiore ai 55 dB(A), fino a raggiungere la soglia dello stress vocale per livelli di rumore superiori ai 65 dB(A). Per le persone “suscettibili” a causa di una funzione uditiva compromessa i livelli “stressanti” di rumore di fondo sono inferiori.
                 
					Gli effetti del 
                 rumore sulla qualità del sonno sembrano soprattutto in funzione 
                 del rumore notturno, in particolare del numero, dell’intensità 
                 e delle caratteristiche temporali degli episodi “rumorosi” 
                 notturni. Si stima che l’80-90% dei casi di disturbi del sonno 
                 segnalati in ambienti rumorosi sarebbero in realtà ascrivibili 
                 a cause diverse dal rumore esterno (ad esempio, bisogni 
                 sanitari, rumori dovuti ai conviventi, preoccupazioni, malattie 
                 e clima) (1).
					In conclusione, le 
                 abitanti dei Comuni situati in prossimità di Malpensa 2000 si 
                 sentono tanto meno bene quanto più vicino abitano 
                 all’aeroporto; questo malessere non si traduce per il momento 
                 in danni obiettivi alla salute riconducibili a un effetto 
                 dell’esposizione al rumore da traffico aereo, ma ha già 
                 comportato un aumento delle richiesta di assistenza ai medici 
                 di base i quali, a loro volta, hanno risposto con un’aumentata 
                 prescrizione di ansiolitici.
                 
                 Riferimenti bibliografici
                 1. Berglund B, Lindvall T, Schwela DH (Ed). Adverse Health 
				 Effects of Noise. In: Guidelines for Community Noise: Chapter 
				 3. Geneva, World Health Organization; 1999. 
					2. Kinney 
                 PL, Ozkaynak H. Association of daily mortality and air 
                 pollution in Los Angeles County. Environ Res 1991; 54 
                 (2): 99-120.
					
                 3. Kryter 
                 KD. Aircraft noise and social factors in psychiatric hospital 
                 admission rates: a re-examination of some data. Psycholo Med 
                 1990; 20 (2): 395-411.

 Bollettino epidemiologico nazionale
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