Variabilità della pratica
Giovanni Villone1, Matteo Balzan1, Francesca Pavanello1, Angelo Degaetano2, Mila Monica Masorgo3, Fabiola Fabris1, Fabio Perina4 e Alba Maria Rosito1
					
					1Azienda 
					ULSS 17, Este (PD)
					2Casa di Cura ‘Madonna della Salute’, Porto Viro (RO)
					3Casa di Cura ‘Città di Rovigo’,Rovigo
					4Servizio Sistema Informativo Socio Sanitario e Tecnologie 
					Informatiche della Regione Veneto
					
					In letteratura sono noti esempi di notevole variabilità 
					della pratica medica. Considerando il confronto tra 
					popolazioni epidemiologicamente omogenee, oppure “depurando” 
					i fattori di confondimento riconducibili a peculiarità di 
					popolazione, tale variabilità rimane. Ciò significa che per 
					problemi analoghi sono applicate soluzioni diverse (1-4).
					
					Nell’ambito del progetto della regione Veneto 
					“Approfondimenti su analisi di casistica”, nel periodo 
					1997-2001, è stata studiata la frequenza di alcuni 
					interventi (isterectomia, cataratta, colecistectomia, ecc.) 
					per verificare l’esistenza e l’entità della variabilità 
					della pratica clinica e formulare ipotesi sui possibili 
					determinanti.
					
					In questo studio vengono riportati i dati relativi agli 
					interventi di isterectomia eseguiti nella regione Veneto nel 
					1999. I dati derivano dalle schede di dimissione 
					ospedaliera (SDO) relative agli istituti di cura pubblici e 
					privati accreditati della Regione. Non sono disponibili i 
					dati relativi agli istituti privati non accreditati e alla 
					mobilità passiva extra regionale. Sono stati selezionati i 
					codici di intervento ICD9CM per isterectomia, 
					indipendentemente dalla posizione nel campo della SDO, 
					relativi alla popolazione femminile con età compresa fra 20 
					e 90 anni. I dati sono stati standardizzati per età. Tutte 
					le dimissioni del 1999, contenenti codici d’intervento di 
					isterectomia, sono state analizzate secondo il sistema di 
					classificazione Disease Staging che raggruppa i pazienti in 
					base alla severità clinica avvalendosi dei dati routinari 
					della SDO (5).
					
					Le prime due categorie diagnostiche in ordine di frequenza, 
					GY08-Leiomiomi uterini e GY17-prolasso utero-vaginale, 
					rendono conto di circa il 70% della casistica. I tumori 
					maligni giustificano circa l’8,5% delle isterectomie, valore 
					confrontabile con quanto riportato in letteratura (7-10%).
					
					L’analisi del tasso di ospedalizzazione per isterectomia, 
					standardizzato per età, ha evidenziato una variabilità 
					notevole nonostante l’elevata selettività dell’estrazione: 
					dal 3,9‰ della ULSS/E all’1,9‰ della ULSS J.
					La distribuzione di frequenza dei tassi di isterectomia 
					stratificati per stadio di gravità, per la sola categoria 
					diagnostica GY17-prolasso utero-vaginale (Figura), mostra 
					un’accentuata differenza tra le ULSS D ed E. Si tratta di 
					due aziende confinanti con caratteristiche 
					socio-demografiche simili e con popolazioni numericamente 
					simili (tabella). Nonostante la popolazione femminile di età 
					compresa tra 20 e 90 anni sia simile nelle due aziende, il 
					tasso di ospedalizzazione per isterectomia è più elevato 
					nell’azienda E e, dato più rilevante, è evidente 
					un’importante differenza nell’attribuzione dello stadio di 
					gravità. L’offerta ospedaliera è maggiore nell’azienda E che 
					pur avendo un numero più elevato di consultori, effettua un 
					numero di prestazioni ginecologiche decisamente inferiore a 
					quello dell’azienda D (Tabella).
					
					I dati esaminati suggeriscono che laddove si privilegia 
					l’attività ospedaliera consentendo la duplicazione di 
					strutture con funzioni assimilabili, l’offerta ha un effetto 
					di induzione sugli interventi e, considerando valida la 
					stratificazione per stadio, risulta dubbia l’appropriatezza 
					clinica. Laddove, invece, c’è un uso razionale ed efficiente 
					delle risorse, testimoniato dal numero di prestazioni non 
					proporzionale al numero dei servizi, e si investe 
					nell’attività ambulatoriale delle strutture territoriali, 
					queste svolgono una funzione specialistica senza 
					l’interventismo tipico delle strutture ospedaliere.
					
					Questo lavoro ha focalizzato l’attenzione sull’isterectomia 
					per la quale anche in Veneto è stata evidenziata una 
					significativa variabilità nei tassi di intervento. Infatti, 
					nonostante la condivisione e la diffusione di linee guida, 
					non si rileva ancora un’importante inversione di tendenza 
					riscontrata come per altre procedure chirurgiche (ad 
					esempio, tonsillectomia). Gli interventi per isterectomia 
					sono stati in Italia 38000 nel 1994 e 69000 nel 1998, in 
					Veneto sono passati da 5 909 del 1993 a 6381 del 1998.
					
					In Svizzera, nel Canton Ticino, i cittadini sono stati 
					oggetto di una campagna di sensibilizzazione tramite i 
					media, con il risultato che, tra il 1984 ed il 1995, c’è 
					stata una riduzione del 25% degli interventi di 
					isterectomia, nonostante l’incremento del 14%, nello stesso 
					periodo, di ginecologi. Ciò sembra indicare che laddove non 
					hanno avuto successo i protocolli e le linee guida, hanno 
					invece ottenuto risultati l’informazione agli utenti e 
					l’introduzione di elementi di trasparenza nel settore della 
					sanità.
					
					Il commento
					
					Pierluigi Morosini
					Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, ISS
					
					Questo lavoro appartiene alla categoria degli studi di 
					variabilità delle prestazioni sanitarie. Lavori di questo 
					genere cominciano a essere numerosi anche nel nostro paese, 
					fortunatamente. Dico fortunatamente perché penso che siano 
					molto utili, probabilmente i più utili, per promuovere le 
					iniziative di valutazione e miglioramento della qualità 
					professionale, se non altro dirette a ridurre la variabilità 
					inaccettabile.
					Il lavoro rappresenta un intelligente utilizzo a livello 
					regionale dei dati della Scheda di Dimissione Ospedaliera e 
					di integrazione di questa rilevazione con quella delle 
					prestazioni specialistiche. Dimostra che anche a livello di 
					una regione si possono mettere in luce grosse differenze nei 
					tassi di isterectomia tra i residenti delle varie Aziende 
					Sanitarie Locali.
					
					Per approfondire l’analisi, gli autori hanno scelto di 
					confrontare le due aziende con i valori estremi, una con un 
					tasso di 2,3 per 1 000 residenti e una con una tasso di 3,9 
					per 1 000. Mettono in rilievo che il numero più elevato di 
					isterectomie nella seconda azienda è associato con un numero 
					più elevato di ricoveri per tutte le cause in ginecologia, 
					con un minor numero di prestazioni specialistiche 
					ambulatoriali e con una minore gravità dei quadri clinici. 
					Questa ultima osservazione va considerata favorevolmente, 
					in quanto in contrasto con gli sconfortanti risultati di un 
					lavoro (6), che la percentuale di ricoveri inappropriati era 
					più o meno la stessa nelle zone ad alte e bassa frequenza di 
					ricoveri.
					
					Gli autori concludono che la principale causa delle 
					differenze è probabilmente la presenza di un solo reparto di 
					ginecologia nella prima zona e di due reparti nella seconda. 
					Va però notato che non sempre si riscontra la relazione tra 
					maggiore frequenza di interventi e maggiori risorse e che 
					spesso sembrano essere in gioco anche o soprattutto fattori 
					di “scuola” medica o di incentivi locali.
					Lo studio sembra comunque replicare in piccolo, con le 
					inevitabili differenze, i risultati del confronto tra la 
					Health Maintenance Organisation californiana Kaiser 
					Permanente e il servizio sanitario inglese (7), che 
					giustamente suscita tanto interesse nella stampa 
					internazionale. Chi indovina a quale delle due zone 
					corrisponde la Kaiser Permanente?
					
					Riferimenti bibliografici
					1. Broder MS, Kanouse DE, Mittman BS et 
					al. The appropriateness of recommendations for hysterectomy. 
					Obstet Gynecol 2000; 95(2): 199.
					2. Domenighetti G et al. Effect of information campaign by 
					the mass media on hysterectomy rates. Lancet 1998; 
					1470-3.
					3. Donzelli A. Sistemi sanitari a confronto. Milano: Franco 
					Angeli Editore; 1997.
					4. McPherson K, Wennberg JE, Hovind OB 
					et al Small-area variations in the use of common surgical 
					procedures: an international comparison of New England, 
					England, And Norway. NEJM 1982; 307: 1310-4.
					5. Taroni F. DRG/ROD e nuovo sistema di finanziamento degli 
					ospedali. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore;1996.
					6. Leape LL, Park RE, Solomon DH, et al.
					Does inappropriate use explain small-area variations in the 
					use of health care services? JAMA 1990; 263: 3149-50.
					7. Editorial. Lessons for the NHS from Kaiser Permanente. 
					BMJ 2003; 327:1241-2.

 Bollettino epidemiologico nazionale
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