Editoriale
Marta Ciofi degli Atti e Stefania Salmaso
Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, ISS
Come è noto,
l’obiettivo dei programmi di vaccinazione contro la rosolia è
prevenire la rosolia congenita, che si considera eliminata
quando l’incidenza è > 1 per 100 000 nati vivi (1). Questo
obiettivo è raggiungibile se la proporzione di donne in età
fertile suscettibili alla rosolia è inferiore al 5%; in Italia,
nonostante la vaccinazione antirosolia sia raccomandata da
oltre 25 anni, la proporzione di donne tra 15 e 39 anni
suscettibili è ancora del 7-10%. Questo è verosimilmente
l’effetto delle scarse coperture vaccinali per morbillo,
rosolia e parotite (MPR) raggiunte nel secondo anno di vita,
associate a una insufficiente vaccinazione delle ragazze
prepuberi e delle donne ancora suscettibili. L’esperienza
internazionale mostra infatti che per prevenire la rosolia
congenita è indispensabile non solo assicurare elevate
coperture vaccinali nei bambini, ma anche monitorare la
frequenza delle donne suscettibili e assicurarne la
vaccinazione (2).
Anche se i dati di
sorveglianza mostrano che la rosolia continua a circolare nel
Paese, finora non erano disponibili informazioni né sulla
rosolia in gravidanza, né sulla rosolia congenita, che dal 1992
non è più notificabile.
Le esperienze
pubblicate in questo numero del BEN mostrano con chiarezza che
la rosolia congenita è ancora presente in Italia, e segue con
precisione l’andamento delle epidemie di rosolia. Inoltre, i
casi di rosolia congenita rappresentano la punta dell’iceberg
delle infezioni trasmesse dalla madre al feto, che possono
portare alla morte in utero, o a una interruzione volontaria
della gestazione.
In Italia, la
ricerca delle IgG e delle IgM antirosolia è gratuita sia come
esame pre-concezionale che in gravidanza, e le donne
suscettibili dovrebbero essere vaccinate il più precocemente
possibile (prima della gravidanza o subito dopo il parto);
tuttavia le attuali misure di screening e prevenzione sono
palesemente inadeguate: a Pavia, su 11 donne con infezione
primaria in gravidanza, 6 non avevano mai eseguito lo screening
sierologico, e le altre 5, pur sapendo di essere suscettibili,
non erano state vaccinate. La mancata esecuzione di screening e
vaccinazione è particolarmente grave soprattutto se confrontato
con l’eccessivo ricorso ad altre procedure mediche, quali le
ecografie. Indagini recenti mostrano infatti che il 25% circa
delle gestanti effettua in gravidanza più di 6 ecografie (3),
con punte del 62% al Sud (4).
Mentre la
vaccinazione con MPR dei bambini può avvalersi dei servizi
vaccinali per l’infanzia presenti in tutto il Paese, la
vaccinazione delle donne adulte richiede una collaborazione tra
varie figure professionali, inclusi medici di famiglia,
ginecologi e ostetriche. Come menzionato dal Piano nazionale di
eliminazione di morbillo e rosolia congenita messo a punto dal
Coordinamento interregionale malattie infettive e vaccinazioni,
il coinvolgimento di tutti questi operatori sanitari è
indispensabile per garantire la prevenzione di questa
patologia.
Dato che la
diagnosi clinica di rosolia ha una scarsa specificità, è
importante garantire in tutto il Paese un’accurata diagnosi di
laboratorio delle infezioni rubeoliche in gravidanza. Laddove
possibile, in caso di infezione confermata le tecniche di
diagnosi prenatale offrono uno strumento efficace per valutare
il rischio di trasmissione al feto. Infine, solo la presenza a
livello nazionale di un efficiente sistema di sorveglianza
della rosolia congenita potrà garantire il monitoraggio dei
risultati raggiunti.
Riferimenti bibliografici
1. HEALTH21 - The health for all policy for the WHO
European Region. Copenhagen, WHO Regional Office for Europe,
1999 (European Health for All Series, n. 6).
2. Best JM, Banatvala JE. Rubella. In: Zuckerman AJ,
Banatvala JE, Pattison JR, editors. Principles and Practice of
Clinical Virology. 4th ed. Wiley & Sons Ltd; 2000.
3.ISTAT.
Il percorso della maternità: gravidanza, parto e allattamento
al seno. Indagine multiscopo sulle famiglie - “Condizioni di
salute e ricorso ai servizi sanitari. Anni 1999-2000. Roma:
Istituto Nazionale di Statistica; 2002.
4.Maffeo
A, Vatiero C. Indagine campionaria sul percorso nascita
(Caserta 2001). Not Ist Super Sanità - Inserto BEN: i-ii.