Sorvegliare la rosolia congenita: l’esperienza del Registro “Infezioni Perinatali” in Campania
Wilma Buffolano1, Elvira Lorenzo2, Sergio Lodato3, Antonio Parlato4, Renato Pizzuti2, Onlus-Registro Punti Nascita Regione Campania e Servizi
Prevenzione ASL Regione Campania
1Dipartimento di Pediatria, Università degli Studi
“Federico II”, Napoli
2Osservatorio Epidemiologico Regionale, Napoli
3Agenzia Regionale Sanità, Napoli
4ASL Napoli 2, Napoli
Dal 1997,
l’Osservatorio Epidemiologico della Regione Campania (OERC) ha
attivato presso il Dipartimento di Pediatria dell’Università
“Federico II” di Napoli un Registro Infezioni Perinatali, al
fine di monitorare: l’impatto di queste patologie (incidenza e
esiti) e l’efficacia delle pratiche di prevenzione/trattamento
inserite nei “Protocolli di accesso agli esami di laboratorio e
di diagnostica strumentale per le donne in stato di gravidanza
e a tutela della maternità” (1, 2). Partecipa al Registro una
Rete di Punti Nascita della Regione Campania (onlus RePuNaRC)
che copre l’89% della natalità regionale. I nati vivi con
storia di esposizione in gravidanza a una infezione
trasmissibile dalla madre al feto sono arruolati
prospetticamente in protocolli di diagnosi e trattamento
accreditati internazionalmente (3). Nei casi di infezione
congenita diagnosticati solo dopo la nascita, quando vengono
rilevate le sequele, i fattori di rischio operanti nella madre,
l’appropriatezza delle pratiche di prevenzione in gravidanza e
del trattamento post-natale sono valutati retroattivamente
attraverso questionari ad hoc somministrati alla madre,
rivalutazione dei documenti clinici, interviste telefoniche al
ginecologo e/o al pediatra curante.
In questo articolo
vengono illustrati i risultati relativi ai bambini affetti da
rosolia congenita (RC), identificati tra il 1997 e il 2002.
Secondo la definizione adottata dai Centers for Disease Control
and Prevention statunitensi, è stato considerato come
confermato un caso con manifestazioni cliniche compatibili e
diagnosi di laboratorio positiva (criteri CDC 1999) (4). Per
avere maggiori informazioni sull’impatto della RC nella Regione
Campania, oltre ai dati rilevati dal Registro sono state svolte
3 ulteriori attività: a) identificazione delle diagnosi di RC
tra i nati 1997- 2001 attraverso le Schede di Dimissione
Ospedaliera (codice ICD-9: 771.0); b) verifica della diagnosi
secondo i criteri CDC 1999, sulla base delle cartelle di
ricovero ospedaliero e di una intervista telefonica strutturata
ai pediatri curanti di libera scelta, identificati e contattati
attraverso i Servizi di Epidemiologia e Prevenzione. Sono
stati esclusi tutti i pazienti che non soddisfacevano la
definizione di caso confermato (4); c) confronto dell’andamento
temporale dei casi di RC con quello delle notifiche
obbligatorie di rosolia (SIMI; anni 1996-2002).
In totale, sono
stati identificati 18 bambini affetti da RC, di cui 5
identificati esclusivamente tramite revisione dei codici ICD9
di dimissione. Sono stati rilevati 2 picchi d’incidenza della
RC, rispettivamente nel 1997 (5 casi) e 2001-02 (4 e 3 casi)
(Figura). Negli stessi anni, i dati di notifica obbligatoria di
rosolia mostrano un’elevata incidenza della rosolia.
In Campania nascono
ogni anno circa 70 000 bambini; l’incidenza annuale della RC è
stata quindi sempre superiore a 1 caso per 100 000 nuovi nati,
raggiungendo nel 2001 i 6 casi per 100 000. Questi dati
dimostrano un’inadeguatezza degli interventi di sorveglianza
(screening prenatale) e prevenzione (vaccinazione) attuati.
Dato che la
copertura vaccinale per morbillo-parotite-rosolia non è
omogenea tra tutte le regioni italiane e in alcune è inferiore
al 50% (5), è altamente probabile che la RC sia un problema
rilevante non solo in Campania, ma anche nel resto del
territorio nazionale. L’esperienza campana dimostra che la
collaborazione tra punti nascita, servizi territoriali di
epidemiologia e prevenzione, e strutture regionali ha
realizzato percorsi efficaci per identificare i casi di RC,
evidenziandone la frequenza e il grave impatto in termini di
salute. Questa esperienza impone scelte di sanità pubblica atte
a garantire il raggiungimento di coperture vaccinali ottimali
per la rosolia che garantiscano la prevenzione della rosolia in
gravidanza, attivando eventualmente anche campagne
straordinarie finalizzate al recupero delle donne suscettibili.
Riferimenti
bibliografici
1. Decreto Ministero della Sanità n. 78 del 6 marzo 1995.
Aggiornamento del D.M. 14 aprile 1984: “Protocolli di accesso
agli esami di laboratorio e di diagnostica strumentale per le
donne in stato di gravidanza ed a tutela della maternità
responsabile”.
2. Decreto Ministero della Sanità n. 245 del 20 ottobre 1998.
Aggiornamento del D.M. 6 marzo 1995.
3.CDC. National Immunization
Program. Manual for the Surveillance of Vaccine-Preventable
Diseases. 3rd Edition.2002.
4. CDC. Rubella Congenital Syndrome, 1999 case definition.
5.Gruppo di
lavoro ICONA. ICONA: indagine nazionale sulla copertura
vaccinale infantile. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 1998.
Rapporti ISTISAN 98/33.