Indagine campionaria sul percorso nascita (Caserta 2001)
                 Angela Maffeo e 
                 Clementina Vatiero
					Dipartimento 
                 Materno-Infantile, ASL Caserta 2, Caserta
					
					
					Nel 2002, la ASL 
                 Caserta 2 ha partecipato a una indagine nazionale sul percorso 
                 nascita promossa dall’Istituto Superiore di Sanità e realizzata 
                 in collaborazione con 61 ASL di 14 regioni Italiane. Lo studio 
                 aveva l’obiettivo di valutare gli esiti materni e neonatali a 
                 un anno dal parto, alla luce delle procedure assistenziali 
                 offerte alle donne dai servizi coinvolti nell’assistenza al 
                 percorso nascita.
					La popolazione in 
                 studio era composta da campioni rappresentativi di donne che 
                 avevano partorito l’anno precedente nelle ASL che aderivano al 
                 progetto. I dati sono stati raccolti grazie alla 
                 somministrazione di un questionario che copriva le aree 
                 dell’assistenza in gravidanza, nel punto nascita, nel puerperio 
                 e nel primo anno di vita.
                 
					A Caserta, lo 
                 studio ha coinvolto 9 su 10 distretti dell’ASL Caserta 2 con le 
                 unità operative (UO) materno-infantili. Ciascuna UO ha 
                 individuato un responsabile del programma e due 
                 intervistatrici, scelte tra il personale dei consultori 
                 familiari. Le intervistatrici sono state addestrate sulle 
                 modalità di somministrazione del questionario.
                 
					La selezione 
                 probabilistica del campione, che prevedeva un numero di 
                 interviste per ASL compreso tra 100 e 200, è stata effettuata 
                 su base temporale. Prendendo in considerazione la natalità 
                 media dell’anno precedente, è stato calcolato l’arco temporale 
                 necessario per ottenere il numero atteso di nascite. I Comuni 
                 hanno fornito l’elenco nominativo dei nati nell’arco temporale 
                 preso in considerazione a partire dal 15 gennaio 2001 e tutte 
                 le madri delle unità campionarie selezionate sono state 
                 intervistate a domicilio dalle intervistatrici. Queste ultime 
                 hanno effettuato le visite domiciliari senza preavviso.
					I questionari sono 
                 stati codificati e i dati sono stati inseriti e analizzati 
                 utilizzando il software Epi Info.
                 
					Sono state 
                 intervistate 151 donne su un totale di 181 unità campionarie 
                 che avevano partorito nell’arco temporale selezionato. 
                 Ventiquattro non sono state trovate e 10 hanno rifiutato di 
                 partecipare all’indagine; il tasso di rispondenza è stato 
                 quindi pari all’83,4%.
                 
					L’età media delle 
                 donne intervistate era pari a 29 anni. Il 50% delle 
                 intervistate aveva un titolo di studio pari o inferiore alla 
                 licenza media inferiore. Il 66% del campione svolgeva 
                 l’attività di casalinga. Delle 50 donne che lavoravano anche al 
                 di fuori dell’ambiente domestico prima della gravidanza, 39 
                 (78%) avevano ripreso il lavoro al momento dell’intervista.
                 
					La
                 Tabella presenta una selezione 
                 di informazioni raccolte attraverso il questionario.
                 
					L’84% delle donne 
                 ha riferito di essere stata seguita in gravidanza da un 
                 ginecologo privato e il 93% di aver effettuato il primo 
                 controllo prenatale entro il primo trimestre di gravidanza. Il 
                 62% ha riferito di aver eseguito 7 o più ecografie in 
                 gravidanza, il 31% 4-6 e il 7% 3 o meno.
					Solo il 10,6% ha 
                 partecipato a un corso di preparazione alla nascita e, tra 
                 quelle che non hanno avuto questa opportunità, il 22% ha 
                 riferito di non aver potuto partecipare a causa della mancanza 
                 di una struttura disponibile.
					Il 46,7% ha 
                 partorito spontaneamente, una sola donna ha fatto un parto 
                 operativo e il 52,6% ha partorito mediante taglio cesareo. Il 
                 56,7% ha partorito in una struttura pubblica, il 32,7% in una 
                 convenzionata e il 10,7% in una struttura privata.
                 
					Durante il ricovero 
                 ospedaliero la percentuale di donne che hanno allattato 
                 esclusivamente al seno è stata pari al 57%. Il 9% ha allattato 
                 al seno in modo predominante, il 24% è ricorsa a un 
                 allattamento misto e il 10% ha allattato il proprio bambino 
                 esclusivamente con latte artificiale all’interno del punto 
                 nascita. Tra le donne che avevano allattato al seno, il 17% ha 
                 riferito di aver attaccato al seno il bambino entro due ore dal 
                 parto, mentre il 72% lo ha fatto entro 24 ore e l’11% oltre le 
                 24 ore.
                 
					Dopo il rientro a 
                 casa, il 58% ha allattato in maniera esclusiva, il 7% in modo 
                 predominante, il 23% in modo complementare e il 13% solo 
                 artificialmente. Il valore mediano della durata 
                 dell’allattamento materno e dell’epoca dello svezzamento è pari 
                 a 4 mesi. 
				 
					Solo 9 donne hanno 
                 potuto usufruire di visite ostetriche a domicilio dopo il parto 
                 e tutte sono ricorse a operatori del settore privato. Tra 
                 quelle che non hanno ricevuto alcuna visita domiciliare dopo la 
                 dimissione dal punto nascita, il 31% ha riferito di non essere 
                 stata invitata a recarsi presso alcuna struttura sanitaria per 
                 un controllo durante il puerperio. Il 24% del campione ha 
                 riferito di non avere effettuato alcuna visita ginecologica 
                 entro due mesi dal parto.
					I bambini vengono 
                 seguiti nel primo anno di vita per il 61% principalmente dal 
                 pediatra di libera scelta e per il 32% dal pediatra privato; il 
                 50% dei bambini ha praticato almeno 3-4 bilanci di salute, 
                 mentre il 20% ne ha praticati 9 o più. Il 94% dei bambini è 
                 iscritto al pediatra di libera scelta. Solo il 4%, anche per la 
                 mancanza di strutture sul territorio, ha frequentato il nido.
Tabella - Variabili relative all’assistenza al percorso nascita (Caserta 2001)
Variabili %
Assistenza prenatale privata 84
3 o meno ecografie 6,7
4-6 ecografie 31,3
7 o più ecografie 62,0
Partecipazione ai corsi 10,6
di preparazione alla nascita
Percentuale di tagli cesarei 52,6
Allattamento esclusivo in reparto 57,3
Allattamento esclusivo a 3 mesi 54,7
Allattamento esclusivo a 6 mesi 12,0
Informazioni adeguate nel punto nascita 22,6
sulla ripresa dei rapporti sessuali
Informazioni adeguate nel punto nascita 17,6
sulla contraccezione
Il commento
Michele Grandolfo e Serena Donati
                 Laboratorio di 
                 Epidemiologia e Biostatistica, ISS
					
					L’indagine 
                 realizzata a Caserta si inserisce nell’ambito di una serie di 
                 indagini condotte a livello nazionale al fine di valutare la 
                 qualità dell’assistenza nel percorso nascita in Italia (1-3). I 
                 risultati dell’indagine mettono in luce diversi aspetti critici 
                 relativi all’appropriatezza dell’assistenza sanitaria rispetto 
                 a un evento di rilevanza sociale quale la gravidanza. 
                 Nonostante gran parte delle gravidanze e delle nascite 
                 rappresentino eventi fisiologici, in quasi tutti i Paesi con 
                 sistemi sanitari sviluppati, si è assistito a un progressivo 
                 aumento della frequenza di procedure diagnostiche e 
                 terapeutiche complesse e invasive. Da questi dati emerge un 
                 problema di crescente sovrautilizzazione delle prestazioni 
                 diagnostiche in gravidanza, che, oltre a indurre un aumento dei 
                 costi, può costituire un possibile incremento del rischio di 
                 problemi iatrogeni e di ridotta qualità delle prestazioni 
                 sanitarie.
                 
					Nel campione di 
                 Caserta, nonostante le gravidanze prese in esame non abbiano 
                 presentato caratteri di patologia grave, solo il 7% delle 
                 intervistate ha effettuato 3 ecografie come raccomandato dal 
                 protocollo del Ministero della Salute. Il 31% ne ha effettuate 
                 4-6 e il 62% 7 o più. La percentuale di tagli cesarei, in 
                 continuo aumento nel nostro Paese (11,2% nel 1980 e 33,2% del 
                 2000) (4, 5), rappresenta la manifestazione più esasperata 
                 dell’eccesso di medicalizzazione del percorso nascita. La 
                 percentuale riportata a Caserta supera il 50%, in accordo con i 
                 dati della Campania che detiene attualmente il primato 
                 nazionale.
                 
					A fronte di questo 
                 eccessivo ricorso a procedure diagnostiche e terapeutiche non 
                 sostenute dalle evidenze scientifiche, si registra una carenza 
                 di informazioni e conoscenze tra le donne che vengono ancora 
                 troppo spesso escluse dai processi decisionali. La maggiore 
                 consapevolezza della donna e il recupero del suo ruolo di 
                 soggetto attivo nella gestione dell’evento nascita sono invece 
                 condizioni essenziali per una pratica ostetrica meno invasiva e 
                 per una riduzione del fenomeno dell’”ostetricia difensiva”. 
                 Tuttavia, la percentuale di donne che ha frequentato un corso 
                 di preparazione alla nascita a Caserta non supera il 10%. Anche 
                 le informazioni e il sostegno offerte durante l’assistenza 
                 prenatale, intra partum e post natale sono risultate in larga 
                 misura frammentarie e non adeguate, denunciando un altro 
                 aspetto critico che riguarda la mancanza di continuità 
                 nell’assistenza al percorso nascita.
                 
					La logica ricaduta 
                 della lettura dei dati emersi dall’indagine dovrebbe essere 
                 l’implementazione di misure correttive che con opportuni 
                 sistemi di monitoraggio e valutazione dovrebbero riguardare in 
                 maniera olistica la formazione e l’aggiornamento del personale, 
                 l’osservanza di pratiche cliniche basate sulle evidenze 
                 disponibili e l’istituzione di processi di audit clinico. A tal 
                 fine va sottolineato come i vigenti riferimenti normativi, i 
                 LEA (6) con specifico riferimento al Progetto Obiettivo 
                 Materno-Infantile (www.ministerosalute.it), 
                 descrivano obiettivi e azioni a sostegno di quanto sopra 
                 raccomandato.
                 
                 Riferimenti bibliografici
					1. Donati S, 
                 Spinelli A, Grandolfo ME, et al. L’assistenza in gravidanza, al 
                 parto e durante il puerperio in Italia. Ann Ist Super Sanità 
                 1999; 35:289-96.
					2. Donati S, 
                 Andreozzi S, Grandolfo ME. Valutazione delle attività di 
                 sostegno e informazione alle partorienti: indagine nazionale. 
                 Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2001. Rapporti ISTISAN 01/5 
                 .
					3. ISTAT. Il 
                 percorso della maternità: gravidanza, parto e allattamento al 
                 seno. Indagine multiscopo sulle famiglie -“Condizioni di salute 
                 e ricorso ai servizi sanitari”. Anni 1999-2000. Roma: Istituto 
                 Nazionale di Statistica; 2002.
					4. ISTAT. Annuario 
                 di statistiche demografiche. Roma: Istituto Nazionale di 
                 Statistica; 1980.
										5. Ministero della 
                 Salute - Direzione generale della programmazione sanitaria - 
                 Sistema informativo sanitario - Rapporto annuale sull’attività 
                 di ricovero ospedaliero - Dati SDO (www.ministerosalute.it).
					6. Supplemento ordinario alla GU n. 19 del 23 gennaio 2002 - 
				 Serie generale, p. 37.

 Bollettino epidemiologico nazionale
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