Valutazione di efficacia delle nuove norme del codice della strada
Marco Giustini, Alessio Pitidis e Franco Taggi
Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, ISS
					
					Il 27 giugno 
					2003 è entrato in vigore il decreto sul nuovo codice della 
					strada, successivamente convertito in legge (1° agosto). Tra 
					i cambiamenti previsti dal nuovo codice, il più importante è 
					l’introduzione della patente a punti, secondo la quale alla 
					patente vengono assegnati 20 punti che possono essere 
					decurtati a ogni infrazione della legge. I punti da 
					decurtare possono essere da uno a dieci: un punto viene 
					dedotto, ad esempio, per aver tenuto i fari spenti quando 
					invece è obbligatorio accenderli, 5 punti per il mancato uso 
					delle cinture di sicurezza, 10 punti per guida in stato di 
					ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o altre 
					gravi infrazioni. La nuova legge ha avuto come effetto 
					un’immediata notevole riduzione del numero di incidenti e 
					delle loro conseguenze nel periodo luglio-ottobre 2003 
					rispetto all’analogo periodo dei due anni precedenti. I 
					dati, messi a disposizione dalla Polizia Stradale e relativi 
					alle sole zone extraurbane, sono sintetizzati nella 
					
					Tabella 
					che evidenzia una diminuzione di circa il 19% degli 
					incidenti, e una diminuzione ancora più consistente del 
					numero dei morti (28%) e dei feriti (21%).
					
					Per valutare 
					l’ordine di grandezza del beneficio economico associato alla 
					variazione dei dati di mortalità e morbosità, sono stati 
					considerati elementi di costi diretti e indiretti (1). I 
					costi diretti comprendevano solo i costi di assistenza 
					sanitaria (sulla base di quelli di assistenza ospedaliera) 
					che, da quanto riportato nella letteratura internazionale 
					(2) rappresentano una quota compresa tra il 60 e il 70% del 
					totale della spesa di assistenza sanitaria. Tale valore è 
					stato riproporzionato per il costo totale d’assistenza 
					sanitaria e attualizzato a valori correnti. Abbiamo stimato 
					un costo medio (costo per singolo paziente ricoverato) di 
					assistenza sanitaria (ospedaliera ed extraospedaliera) per 
					incidente stradale pari a 4 122 euro. Per quanto riguarda i 
					costi indiretti, abbiamo calcolato il valore attuale della 
					potenziale perdita di produzione futura pari a 918 260 euro 
					per ogni perdita di vita umana e 209 682 euro per ogni 
					invalidità grave (percentuale di invalidità maggiore del 
					10%) (3).
					
					Per effettuare 
					queste valutazioni, sulla base dei risultati del progetto 
					DATIS (4) abbiamo calcolato che a ogni morto 
					corrisponderebbero due invalidi gravi (nella gran parte dei 
					casi per traumi cranioencefalici e spinali) e che a ogni 
					morto corrisponderebbero 20 ospedalizzazioni per incidente 
					stradale. Abbiamo anche ipotizzato che qualora il calo 
					osservato nel periodo luglio-ottobre 2003 perdurasse per 365 
					giorni, le diminuzioni potrebbero verificarsi nell’intero 
					universo dell’incidentalità stradale.
					
					Sulla base di 
					queste ipotesi, abbiamo calcolato che con la nuova legge 
					ogni anno saranno evitate, 1 900 morti, 3 800 invalidità 
					gravi, e 31 000 ricoveri. L’effetto economico complessivo di 
					queste riduzioni è stimabile intorno ai 2 700 milioni di 
					euro. Tenendo conto dei soli costi diretti sanitari, si può 
					valutare che, permanendo così le cose, vi sarà nell’anno un 
					beneficio di almeno 130 milioni di euro.
					
					Le valutazioni 
					precedentemente esposte dimostrano che investire nella 
					sicurezza stradale è efficace non soltanto in termini di 
					miglioramento dello stato di salute della popolazione e per 
					contribuire a creare delle condizioni più civili e sicure 
					per la convivenza, ma è anche economicamente conveniente in 
					quanto consente di evitare un depauperamento cospicuo di 
					risorse umane e finanziarie. Le disposizioni normative 
					adottate (se si manterrà nel corso dell’anno la riduzione 
					d’incidentalità stradale osservata nei primi mesi della loro 
					applicazione), comporteranno un notevole risparmio di 
					risorse assistenziali (strumentali e finanziarie) per lo 
					Stato (con possibilità di riallocazione delle stesse) e una 
					consistente diminuzione di costi sociali (umani e monetari) 
					per la collettività.
					
					Certamente 
					un’analisi più approfondita del fenomeno, che tenga conto 
					anche dell’incidentalità nelle zone urbane, potrà modificare 
					le stime proposte in quanto le dinamiche del traffico 
					cittadino sono assai differenti da quelle che si osservano 
					in autostrada e nelle strade statali (in particolare, i dati 
					utilizzati e riferiti a un ambiente stradale a elevata 
					letalità potrebbero portare a una sovrastima del numero di 
					decessi evitati e a una sottostima dei feriti e degli 
					incidenti). La tendenza verso un miglioramento della 
					situazione appare chiara, anche perché nella zona 
					extraurbana accade una parte consistente dell’intero volume 
					dell’incidentalità stradale (il 23,3% degli incidenti, il 
					26,9% dei feriti, il 52,2% dei morti) (5); tuttavia i trend 
					mensili evidenziano una diminuzione del beneficio rispetto a 
					quanto è stato osservato nei primi mesi (luglio e agosto) in 
					seguito all’applicazione della nuova legge.
					
					Poiché sono 
					molte le componenti in grado di influenzare l’accuratezza di 
					stime fatte sui dati dell’incidentalità stradale, che 
					possono avere un certo effetto e non sono facilmente 
					controllabili (condizioni atmosferiche differenti tra un 
					anno e l’altro) o addirittura non disponibili (ad esempio, 
					dati sulle percorrenze), qualunque conclusione a oggi si 
					voglia trarre, deve necessariamente tener conto del fatto 
					che il periodo monitorato è di soli quattro mesi. Inoltre, 
					studi condotti dall’Istituto Superiore di Sanità relativi 
					alla valutazione di efficacia di provvedimenti legislativi 
					di simile impatto (come quello fatto in occasione 
					dell’entrata in vigore della legge 472/99 che ha esteso 
					l’obbligo del casco ai maggiorenni su ciclomotore) (6), 
					indicano in sei mesi la soglia critica che il beneficio 
					sanitario stenta a superare se non supportato da adeguate 
					politiche di sostegno sia informative, che soprattutto, di 
					controllo e repressione.
					Riteniamo, 
					quindi, che per una valutazione più completa sia necessario 
					disporre di una finestra di almeno sei mesi che consenta di 
					vedere più chiaramente eventuali tendenze del fenomeno, 
					anche se quanto mostrato in questa prima valutazione (in 
					particolare, quanto osservato nei primi due mesi di 
					monitoraggio in cui l’entità della riduzione 
					dell’incidentalità è stata massima), indica chiaramente che 
					il “sistema Italia”, se opportunamente sollecitato, è 
					suscettibile di notevoli miglioramenti, talora anche 
					inattesi.
					
					Riferimenti 
					bibliografici
					1. Drumond MF. La valutazione economica dei sistemi 
					sanitari. F. Angeli. Milano; 1981.
					2.Bauer R, Meerding WJ. Direct costs in a review of the 
					state-of-the-art on measuring the costs of injury. ECOSA, 
					Amsterdam; 1998.
					3. Pitidis A, 
					Giustini M, Taggi F. The evaluation of indirect costs of 
					road traffic accidents in Italy. Proceedings of the 
					Conference “Measuring the Burden of Injuries”. ECOSA, 
					Amsterdam; 1998.
					4. Taggi F, 
					Giustini M, Dosi G, et al. I “veri” dati sanitari della 
					sicurezza stradale in Italia: mortalità, invalidità, 
					ricoveri, accessi al pronto soccorso, costi. Aspetti 
					sanitari della sicurezza stradale. secondo rapporto sul 
					progetto DATIS. Roma, Istituto Superiore di Sanità. 
					Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. 2003.
					5. Statistica degli incidenti stradali. anno 2002, 
					ISTAT informazioni, n. 29; 2003.
					6. Progetto 
					Casco2000. Accordo Quadro Istituto Superiore di Sanità. 
					Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

 Bollettino epidemiologico nazionale
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