Comportamenti a rischio e malessere sociale: i risultati dell’indagine tra gli studenti delle scuole medie superiori di Ostia, Roma
Yllka
Kodra1, Silvia Colitti1, Alberto Perra1,
Antonino Bella1 e Anna Rita Bellomo2
per il Gruppo Epidemiologia in Azione 2004*
1Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza
e Promozione della Salute, ISS
2Azienda USL Roma D
L’adolescenza è vista come un periodo di salute ottimale con
bassi livelli di morbosità e malattie croniche (1). Tuttavia
suicidio, depressione e altre condizioni di salute mentale,
AIDS e malattie sessualmente trasmissibili, malattie legate
a comportamenti a rischio minano questa percezione di
prevalenza di buona salute durante l’adolescenza (2).
Convenzionalmente, per indicare i livelli di salute si fa
ricorso a statistiche nazionali su mortalità e morbilità,
entrambi importanti per la determinazione della salute nella
popolazione, ma non sempre rappresentativi del periodo
adolescenziale (3). Si rende necessario individuare alcuni
indicatori più validi per analizzare e comprendere lo stato
di salute dei giovani, ad esempio, avvalendosi di indicatori
soggettivi, derivanti direttamente dalla percezione dei
giovani. Questo approccio studia la salute così come viene
intesa dagli stessi adolescenti, permettendo di
identificarne le conseguenze comportamentali oggettive.
Con tale obiettivo, la ASL Roma D e l’Istituto Superiore di
Sanità hanno realizzato un’indagine tra i giovani del
penultimo anno delle scuole medie superiori di Ostia, per
studiare la percezione del loro livello di salute fisica ed
emotiva ed eventuali associazioni con comportamenti a
rischio, riguardanti fumo, alcol, uso di sostanze
stupefacenti, attività sessuale.
L’obiettivo dell’indagine è identificare temi e modalità per
interventi a tutela della salute nella popolazione
scolastica.
Per stimare lo stato di salute fisica ed emotiva percepita,
lo studio ha incluso 5 domande utilizzate nell’Health
Behaviour in School-aged Children - HBSC (3) che
l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) realizza
periodicamente in 36 Paesi. A ogni risposta è stato
assegnato un punteggio (Tabella 1). Sulla base dei diversi
livelli di percezione di salute fisica ed emotiva calcolata
sommando i punteggi delle risposte, abbiamo identificato tre
categorie “a rischio di malessere o disagio sociale”:
• basso rischio (0-1);
• medio rischio (2-3);
• alto rischio (4-5).
Per definire i comportamenti a rischio su fumo, alcol,
sostanze stupefacenti e comportamenti sessuali, sono state
utilizzate le definizioni operative dell’OMS e degli United
States Centers for Disease Control and Prevention. In fase
di analisi si sono testate le associazioni tra comportamenti
a rischio e i diversi livelli di rischio di malessere o
disagio.
Utilizzando il metodo di campionamento a cluster (4) sono
state selezionate 15 classi di 45 appartenenti alle 13
scuole medie superiori. Il 78% degli studenti selezionati ha
risposto al questionario standardizzato auto compilato (260
su 331 totali). Del restante 22% (71 su 331) il 19%
risultava assente il giorno dell’indagine, mentre il 3%
aveva smesso di frequentare le lezioni.
Il rapporto tra maschi e femmine è di 2/3, l’età media è di
17,6 anni (range 16-21).
Lo studio mostra che il 46,5% risulta con un buono stato di
salute fisica ed emotiva; il 46,4% presenta un livello medio
di malessere, mentre il 6,9% risulta avere un evidente
malessere. Si osserva un maggior rischio di disagio tra le
femmine OR = 1,7 (95% IC: 1,1-2,8).
Per quanto riguarda i comportamenti a rischio, lo studio ha
dimostrato che:
• l’83% degli studenti assume bevande
alcoliche, nel 63% dei casi fuori pasto, soprattutto birra e
superalcolici;
• del 47% dei ragazzi che hanno sperimentato
sostanze stupefacenti, il 22% ne fa uso abituale (cannabis);
• l’86% dei ragazzi ha rapporti sessuali
precoci (prima dei 16 anni), nel 47% dei casi non protetti;
il 20% degli intervistati ha già avuto più di quattro
partner (multipartner);
• il 52% dei ragazzi fuma sigarette, mentre il
24% dichiara di non aver mai fumato.
L’analisi dei comportamenti a rischio rispetto ai livelli di
malessere o disagio sociale ha mostrato un’associazione
statisticamente significativa con un maggior uso di sostanze
stupefacenti (p=0,03), e un maggior consumo di alcol fuori
pasto (p = 0,001)
tabella 2. Altra associazione
significativa è con le relazioni familiari insoddisfacenti
(conflittuali o con problemi di comunicazione), p=0,01
mentre risulta una correlazione non significativa con il
fumo frequente di sigaretta e con i comportamenti sessuali a
rischio.
I dati dell’indagine presentano risultati analoghi a quelli
di altre realtà italiane su prevalenza e tipologia di
comportamenti a rischio - Progetto HBSC 2003 Regione Veneto
(2).
Comportamenti a rischio e malessere o disagio sociale sono
effettivamente associati. Non è facilmente identificabile il
rapporto di causalità tra questi elementi, ma è probabile
che l’aumento dell’uno contribuisca ad aumentare l’altro e
viceversa.
L’età della sperimentazione dei comportamenti a rischio si
aggira intorno ai 14-15 anni, di conseguenza un intervento
efficace andrebbe strutturato prima dell’ingresso dei
ragazzi nella scuola superiore.
L’urgenza e la necessità di intervenire con programmi
efficaci è evidente se si considera non solo che il 54%
degli intervistati presenta un medio o alto rischio di
disagio, ma che questa percentuale fotografa un gruppo
selezionato di ragazzi, lasciando fuori chi ha abbandonato
la scuola o era assente.
Esistono in letteratura numerose evidenze che dimostrano
l’efficacia scientifica di programmi di intervento. Tale
efficacia è maggiore laddove l’intervento sia integrato,
coinvolga i ragazzi nella programmazione, organizzazione e
realizzazione, si avvalga dell’educazione tra pari e preveda
lo sviluppo di abilità.
Riferimenti bibliografici
1. Sells WC, Blum RW.
Morbidity and mortality among US adolescents: an overview of data and
trends. American Jounal
of public health 1996;86(4):513-9.
2. Bertinato L, Mirandola M, Rampazzo L, et al. Secondo
rapporto sullo stato di salute e gli stili di vita dei
giovani veneti in età scolare. Regione Veneto, Assessorato
alle Politiche Sociali. Padova; 2003.
3. Currie C, Hurrelmann K, Settertobulte W, et al. (Eds).
Health Behaviour in School-aged Children: a WHO
Cross-National Study (HBSC). International Report. Health
and health behaviour among young people. (WHO Policy
Series). WHO: Copenhagen; 2000
4. World Health
Organization. Immunization coverage cluster survey. Part A. The manual Revision 7.
Geneva; 2004.
(*) Gruppo
Epidemiologia in Azione 2004: M. Antonietta Atzori,
Salvatore Avorio, Fulvio Barizzone, Caterina Bellu, Carla
Bietta, M. Elena Careddu, Patrizia Carletti, R. Maria
Cecconi, Antonella Ciani Passeri, Lucio De Angelis,
Mariangela De Curtis, Pina De Curtis, Giovanna De Giacomi,
Pirous Fathe Moghadam, Maria Ferrara, Maurizio Ferri,
Antonietta Fiorita, Linda Gallo, Lucio Ghio, Marcella Longo,
Livia Malandrucco, Matteo Molino, Tina Moretto, Pasquangela
Porqueddu, Giovanna Rossi, Marcello Sala, Pierangelo Sarchi,
Francesco Sconza e Massimo Trinito