Indagine di Un’estesa epidemia di Epatite virale A (HAV) in Campania, Gennaio-Giugno 2004
Gruppo di lavoro ad hoc*
Alla fine
di marzo 2004 l’Osservatorio Epidemiologico della Campania
ha segnalato al Centro Nazionale di Epidemiologia,
Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS)
dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) un insolito numero
di casi di Epatite A (HAV) provenienti da varie ASL della
regione e in particolare dalla ASL Na5. Il confronto con i
dati di sorveglianza disponibili per lo stesso periodo negli
anni precedenti (dalla base di dati computerizzata SIMI) ha
confermato che i casi osservati erano superiori rispetto
all’atteso e che la situazione epidemiologica si configurava
come un’epidemia di HAV.
Agli inizi del mese di aprile è stata richiesta la
collaborazione del Reparto di epidemiologia delle Malattie
Infettive (RMI) del CNESPS per effettuare indagini
epidemiologiche descrittive e analitiche al fine di
identificare la fonte dell’epidemia, le modalità di
trasmissione e mettere in atto adeguate misure di controllo.
Le interviste ad alcuni dei primi casi hanno indicato il
consumo di frutti di mare come una verosimile fonte di
infezione. Tale sospetto, in linea con i risultati
pluriennali del sistema di Sorveglianza Epidemiologica
Integrato dell’Epatite Virale Acuta (SEIEVA) per la
Campania, è stato anche rafforzato dal fatto che alcuni dei
primi casi si sono verificati tra i partecipanti a uno
stesso banchetto che, solo in quella occasione, avevano
consumato frutti di mare insieme. Il banchetto si era tenuto
il 1° febbraio 2004 presso un ristorante nella zona di
Caserta che si era rifornito di frutti di mare da un
fornitore della zona della ASL di Na5.
Le indagini si sono dapprima concentrate sulla ricerca e
verifica dei nuovi casi di HAV e sul tempestivo scambio di
informazioni tra le ASL notificanti (dove si trovano i
maggiori ospedali che diagnosticano casi di HAV) alle ASL di
residenza dei singoli pazienti e al coordinamento regionale.
Una sorveglianza accelerata è stata istituita con
aggiornamenti settimanali e confronto di basi di dati.
Successivamente al fine di ottimizzare la segnalazione dei
casi il CNESPS in collaborazione con il Cineca (Centro
Interuniversitario per il Calcolo Avanzato) ha messo a punto
un sistema di registrazione dei casi su un’unica base di
dati su pagina web consultabile e
aggiornabile, mediante password, da ogni singolo Servizio di
Epidemiologia delle ASL locali.
Alla fine di maggio 2004, in tutta la regione Campania, sono
stati notificati 621 casi di Epatite A (alcuni con
registrazione di conferma diagnostica tramite IgM-HAV, altri
con accertamento ancora da registrare nella base di dati).
Circa il 57% dei casi è di sesso maschile. L’età mediana è
di 20 anni (range 1-56). La fascia di età col maggior numero
di casi è risultata quella tra 15 e 44 anni in entrambi i
sessi, rappresentando rispettivamente il 70,4% e il 62,5%
della casistica totale. Su 450 casi, di cui è disponibile
l’informazione sulla base di dati, 425 persone risultano
essere stati ricoverati.
La curva epidemica (Figura) mostra un
primo aumento intorno alla quinta settimana dell’anno (34
casi), seguita da un picco tra la decima e la undicesima
settimana (rispettivamente con 68 e 67 casi). Alla fine di
aprile si è osservata una prima flessione del numero dei
casi, ma dai dati disponibili risulta un nuovo aumento a
partire dalla prima metà di maggio per cui nel mese di
giugno continuano a essere diagnosticati nuovi casi.
La ASL Na5 (zona di Ercolano, Torre Annunziata, Portici e
Torre del Greco) è risultata quella più colpita con 266
casi.
Date le indicazioni iniziali sulle esposizioni dei casi si
ipotizza che il consumo di frutti di mare crudi o poco cotti
e conservati impropriamente sia stato il principale veicolo
di infezione, come registrato nell’estesa epidemia nel
1996-97 in Puglia (1). La curva epidemica, con tre picchi
intervallati da circa 4 settimane ciascuno, è compatibile
con due possibili pattern di trasmissione:
• più fonti di esposizione, indipendenti ma limitate nel
tempo, che hanno prodotto picchi separati; non è chiaro
ancora se le fonti di contagio siano della stessa natura o
differente;
• una prima fonte di esposizione puntuale nel periodo
natalizio, seguita poi da picchi successivi spiegabili da
un’intensa trasmissione secondaria.
Dato il protrarsi dell’epidemia è probabile che dopo una
prima introduzione di HAV legata al consumo di frutti di
mare nel periodo natalizio, sia subentrata una trasmissione
per contagio interumano, oppure che il verosimile veicolo
alimentare venga continuamente contaminato localmente,
amplificando e mantenendo la trasmissione. Il CNESPS in
collaborazione con la ASL Na5 sta effettuando uno studio
caso controllo nel comune di Ercolano per verificare il
ruolo di varie esposizioni a rischio.
All’indagine epidemiologica è stata anche affiancata
un’indagine ambientale che prevede la raccolta di campioni
di frutti di mare da punti critici per un periodo di almeno
15 settimane. I campioni verranno analizzati in ISS presso
il Laboratorio di Riferimento Nazionale per le
contaminazioni batteriologiche e virali dei molluschi
bivalvi, afferente al Centro Nazionale per la Qualità degli
Alimenti e per i Rischi Alimentari. Agli ospedali che hanno
ricoverato la maggior parte dei casi è stato richiesto di
raccogliere e mantenere campioni di sieri di pazienti in
fase acuta su cui il Dipartimento Malattie Infettive
Parassitarie e Immunomediate dell’ISS effettuerà
l’isolamento e la caratterizzazione genotipica dei ceppi
virali. Gli isolati virali di HAV così ottenuti da varie
fonti (umana e frutti di mare) verranno confrontati per
stabilire se l’epidemia è attribuibile a varie fonti di
introduzione o è sostenuta dagli stessi virus dei pazienti.
I dati qui presentati sono ancora provvisori ed è probabile
che rappresentino una sottostima del numero reale dei casi.
In base alle evidenze della letteratura scientifica le ASL
maggiormente toccate dall’epidemia hanno offerto la
vaccinazione gratuita a tutti i conviventi dei casi per
interrompere l’eventuale trasmissione inter-personale nelle
famiglie (2). Tuttavia la numerosità dei casi segnalati nel
mese di marzo non era inferiore rispetto a quella segnalata
in gennaio e l’effettivo impatto di questo intervento dovrà
essere valutato.
Sebbene il fenomeno sembri in esaurimento, l’epidemia non
può ancora considerarsi conclusa. Nel frattempo sono giunte
segnalazioni di altri casi di HAV “esportati” dalla Campania
in altre regioni di Italia normalmente con bassa incidenza
di HAV.
Il commento
Stefania Salmaso
Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione
della Salute, ISS
Anche se le infezioni da HAV sono
frequenti in Campania, la presente epidemia con più di 600
casi segnalati e distribuiti su molti comuni di residenza
costituisce un evento anomalo da indagare. Uno degli
ostacoli a una disamina tempestiva delle informazioni
raccolte è stata la lunghezza dei tempi di trasmissione tra
le strutture di assistenza che diagnosticano i casi e il
coordinamento regionale che, secondo la prassi, vede le
notifiche a cadenza mensile o al massimo ogni 15 giorni.
Come già detto nell’articolo, per fornire un supporto alle
attività di coordinamento è stata predisposta un’area
Internet riservata agli operatori sanitari impegnati nella
registrazione dei dati, chiamata EPOS. In pratica, accedendo a EPOS
gli utenti autorizzati possono trascrivere le informazioni
sui singoli casi di malattia in studio su una base dati
centralizzata visibile online in tempo reale da altri
operatori sanitari, che devono essere a conoscenza dei dati.
I dati registrati sono accessibili per via elettronica in
modalità crittografata solo da utenti autorizzati,
riconosciuti personalmente mediante username e password e
mantenuti in modo protetto presso un server centrale. Il
sistema, realizzato in modo sperimentale dal CINECA, è stato
ideato dal Reparto di Epidemiologia delle Malattie Infettive
del CNESPS dell’ISS. Utilizzando i dati registrati il
sistema fornisce in modo automatico la curva epidemica e
alcune semplici tabulazioni con le frequenze dei casi per
ASL, età, sesso. Inoltre, il sistema permette di
identificare facilmente le informazioni mancanti per ogni
singolo caso e quindi di effettuare una rapida verifica
della qualità dei dati. La comunicazione online delle
informazioni relative ai casi di malattie infettive non
previene le infezioni, ma certamente aiuta a caratterizzare
velocemente la situazione, a riunificare informazioni
frammentate in strutture diverse e a condividere le evidenze
su cui stabilire se effettuare un intervento.
Riferimenti bibliografici
1. Malfait
P, Lopalco PL, Salmaso S, et al. An outbreak of hepatitis A
in Puglia, Italy, 1996 Euro Surveillance 1996;1(5):33-5.
2. Mele
A, Jefferson T. The use of hepatitis A vaccine in Italy -
evidence-based recommendations from an expert panel
(Editorial). Vaccine 2003;21(19-20):22-3.
(*) Osservatorio Epidemiologico Regione Campania: Renato.
Pizzuti
Servizio di Epidemiologia delle ASL, Campania: ASL CE/2,
Angelo D’Argenzio; ASL NA/5, Francesco. Giugliano; ASL AV/2,
Maria Antonietta Ferrara; ASL BN/1, Paolo D’Argenio; ASL
CE/1, Crescenzo Bove; ASL NA/1, Andrea Simonetti; ASL NA/2,
Antonino Parlato; ASL NA/3, Filomena Peluso; ASL NA/4
Raffaele Palombino; ASL SA/1, Anna Luisa Caiazzo; ASL SA/2,
Maria Grazia Panico; ASL SA/3, Giuseppe Di Fluri; Istituto
Superiore di Sanità: Giuseppe Pontrelli, Marco Massari,
Fabrizio Rossi, Lucia Pastore Celentano, Amy Cawthorne,
Stefania Salmaso, Delia Boccia, Massimiliano Di Renzi, Maria
Rapicetta e Luciana Croci