Studio Dioniso: indagine sugli stili di vita e la percezione della salute nella popolazione adulta nell’Azienda Sanitaria di Cesena, 2003
Nicoletta Bertozzi1, Elizabeth Bakken1,
Mauro Palazzi1, Francesca Righi1,
Patrizia Vitali1, Bruna Zani2 e Luca
Pietrantoni2
1Dipartimento di Sanità Pubblica Ausl, Cesena
2Facoltà di Psicologia, Università degli Studi di
Cesena
Le evidenze scientifiche sottolineano l’importanza dei
fattori di rischio correlati agli stili di vita
(sedentarietà, obesità, tabagismo, abuso di alcol) quali
determinanti delle principali patologie causa di morbilità e
mortalità nella popolazione. Stime nazionali sulla
prevalenza di questi fattori negli adulti sono
periodicamente ottenute attraverso indagini condotte
dall’Istat (1,2) ma non sono disponibili dati locali;
questa carenza può rappresentare una criticità nella
programmazione e valutazione di interventi per ridurre i
fattori di rischio e le patologie correlate.
In questo contesto il Dipartimento di Sanità Pubblica di
Cesena, in collaborazione con la Facoltà di Psicologia
dell’Università degli Studi di Cesena, ha condotto lo Studio
Dioniso con l’obiettivo di stimare e monitorare la
prevalenza dei fattori di rischio correlati agli stili di
vita e individuare tipologie o classi di soggetti
vulnerabili ai quali mirare specifici interventi di
promozione della salute; si è inoltre valutata la percezione
del proprio stato di salute: questa variabile appare infatti
correlata sia alla qualità di vita sia al ricorso ai servizi
sanitari da parte della popolazione.
Nel periodo aprile-maggio 2003 è stata condotta un’indagine
trasversale attraverso interviste telefoniche a 443 persone
maggiorenni residenti nell’Azienda sanitaria di Cesena,
scelte con un campionamento casuale stratificato per sesso
ed età da una popolazione complessiva di circa 160 000
abitanti. Si è utilizzata la base di dati dell’anagrafe
sanitaria aziendale, relativa a tutti i residenti sul
territorio considerato. Da tale archivio si è ricavata anche
la maggior parte dei numeri telefonici: per rintracciare i
numeri mancanti sono state condotte indagini suppletive
attraverso gli Uffici di Stato Civile dei Comuni e tramite i
dati Telecom. Prima di sostituire la persona campionata, si
è proceduto a effettuare 3 tentativi telefonici in diversi
orari della giornata. Le interviste sono state condotte da
intervistatori appositamente addestrati del Dipartimento di
Sanità Pubblica e della Facoltà di Psicologia
dell’Università di Cesena. Si è utilizzato un questionario,
predisposto sulla base di esperienze internazionali (1, 3),
con varie sezioni dedicate a: salute percepita,
sedentarietà, fumo, obesità e alimentazione. L’analisi
statistica è stata condotta col programma SPSS: si sono
valutate le prevalenze dei fattori di rischio considerati
con i relativi IC; si è inoltre valutato lo stato di salute
percepito attraverso il metodo dei giorni in salute (Healthy
Days Methods) validato a livello internazionale e basato su
un core di 4 domande relative a:
-
stato di salute percepito (molto cattivo, cattivo, discreto, buono, molto buono);
-
numero di giorni nell’ultimo mese avvertiti con problemi fisici;
-
numero di giorni nell’ultimo mese avvertiti con problemi mentali o psicologici;
-
numero di giorni nell’ultimo mese avvertiti con limitazioni nelle proprie attività quotidiane.
L’adesione all’indagine è risultata buona (tasso di rifiuto
del 15%); il tempo medio dell’intervista è stato di 15
minuti.
Il 53% del campione giudicava la propria salute buona, il
40% discreta e il 7% cattiva. Le donne hanno dichiarato uno
stile di vita complessivamente più sano, ma hanno percepito
la propria salute meno favorevolmente. L’età e la presenza
di fattori di rischio peggiorano lo stato di salute
percepito. In particolare con l’età cresce la percentuale di
persone con limitazioni nelle attività della vita quotidiana
per un problema di salute: il 12% nella fascia d’età
compresa tra i 18 e i 44 anni, il 27% in quella tra i 45 e i
64 anni e il 46% sopra i 65 anni.
Le persone intervistate hanno riferito una media di giorni
in cattiva salute pari a 8 giorni al mese, in linea con i
dati di letteratura (3).
Il fattore di rischio più diffuso era sovrappeso/obesità
(42%), seguito da fumo (26%), sedentarietà (16%), alcol
(6%). I dati sono in linea con quelli nazionali e regionali
ove disponibili, tranne che per la prevalenza di persone
sedentarie (dato nazionale 38% e regionale 27%); va comunque
sottolineato che tra i non sedentari il 44% praticava
movimento per un periodo di tempo limitato.
Il 33% del campione non presentava fattori di rischio, il
67% ne aveva uno, il 21% almeno due e il 4% almeno tre. Un
livello d’istruzione basso è apparso correlato con una
presenza maggiore di fattori di rischio: solo il 20% delle
persone con livello di istruzione basso non presentava alcun
fattore di rischio a fronte del 43% tra le persone con
livello alto aggiustato per l’età.
L’85% delle persone in soprappeso od obese ha espresso il
desiderio di perdere peso; il 60% dei fumatori si sentiva
pronto a modificare il proprio stile di vita, come pure il
50% dei sedentari.
Il Medico di Medicina Generale era la principale fonte di
informazione sanitaria per la popolazione anziana e meno
istruita, mentre giovani e persone istruite hanno dichiarato
di far uso di riviste specializzate e Internet.
La presenza di uno stile di vita con almeno un fattore di
rischio coinvolge ben i 2/3 della popolazione adulta,
sottolineando la necessità di sviluppare specifici
interventi finalizzati a promuovere uno stile di vita più
sano. La prevalenza di fattori di rischio è
significativamente più elevata tra le persone meno istruite:
appare opportuno indagare ulteriormente la presenza di
disuguaglianze di salute nella comunità (4).
Lo studio ha mostrato pertanto ambiti di possibile
miglioramento dello stato di salute della popolazione,
attraverso interventi di promozione di stili di vita sani
rivolti prioritariamente ai soggetti più vulnerabili e a
rischio.
Il commento
Paolo D’Argenio
Direzione Generale, Dipartimento di Prevenzione, Ministero
della Salute
La promozione di stili di vita salutari è uno dei 10
progetti per la strategia del cambiamento del Piano
Sanitario Nazionale 2003-2005 (5).
è già da tempo che i determinanti della salute studiati dai
colleghi del Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena sono
all’attenzione del Paese e, nell’agenda degli obiettivi sono
considerati prioritari, ma non è così nell’agenda pratica
della nostra sanità pubblica: l’impegno in questo campo è
ancora limitato.
Eppure, lo studio mostra che le persone che hanno uno o più
comportamenti a rischio hanno una peggiore percezione dello
stato di salute. Questa associazione statistica trova
conferma nella soggettività degli intervistati: tra chi è in
sovrappeso, l’85% vorrebbe perdere peso; tra chi fuma, il
60% vorrebbe smettere; tra i sedentari, il 50%
vorrebbe praticare esercizio fisico.
I determinanti della salute, individuati dagli studi
epidemiologici, condizionano la qualità della vita e sono
percepiti come nocivi, una situazione che dovrebbe
stimolarci all’azione.
Quali sono gli ostacoli che si frappongono alla traduzione
in pratica delle indicazioni dei Piani Sanitari per
rispondere alle esigenze sentite dai cittadini?
Progettare programmi che coinvolgono molteplici soggetti è
difficile, richiede alle aziende sanitarie e ai Dipartimenti
di Prevenzione di costruire cooperazioni e giocare un ruolo
attivo nella comunità. Qual è il ruolo della sanità pubblica
in queste cooperazioni?
Uno dei ruoli che dobbiamo ricoprire è quello indicato con
lo studio Dioniso: fornire agli amministratori, agli
operatori e agli altri attori sociali della comunità
informazione epidemiologica accurata, comprensibile,
riferita alla realtà locale. La disponibilità di questi dati
è essenziale per capire dove stiamo e per definire obiettivi
di salute realistici da monitorare nel tempo.
è importante che i Dipartimenti di Prevenzione in Italia
scoprano il loro ruolo di fornitori e utilizzatori di
informazione epidemiologica sui bisogni della popolazione,
effettuando il monitoraggio degli obiettivi di salute dei
piani sanitari.
Riferimenti bibliografici
1. Istat.
Indagine Multiscopo sulle famiglie. Aspetti di vita
quotidiana. In: “Stili di vita e condizioni di salute”,
2001.
2. Regione
Emilia-Romagna. La vita quotidiana in Emilia-Romagna, Franco
Angeli, 1998.
3. Center for Disease Control and Prevention Measuring
healthy day, 2000.
4.
Domenighetti G, Quaglia J, Inderwildi Bonivento L. I
determinanti eco-socio-economici della salute Bellinzona,
2000.
5. Ministero della Salute. Piano Sanitario Nazionale
2003-2005.