L'educazione alla salute e prevenzione degli incidenti stradali
Sara Sanson1, Paolo Crozzoli2,
Riccardo Tominz1
1ASS 1 Triestina, Dipartimento di Prevenzione,
Trieste
2 ConfederTAAI (Confederazione Titolari
Autoscuole Agenzia d’Italia)
L'ASS 1 Triestina, Provincia di Trieste e la ConfederTAAI (Confederazione Titolari Au-toscuole Agenzia d'Italia) hanno or-ganizzato a Trieste, nel mese di aprile 2005, il corso “Educazione alla salute e prevenzione degli incidenti stradali”, rivolto a insegnanti ed istruttori di guida delle autoscuole, seguendo le direttive del documento di indirizzo prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) (1). Tale documento di indirizzo si inserisce nel quadro del Piano Sanitario Nazionale 2003-05, che mira a ridurre di almeno il 50% la mortalità e la disabilità per incidente stradale entro il 2020.
Negli anni dal 1991 al 2000 il 35% degli incidenti stradali
del Friuli Venezia Giulia è avvenuto in provincia di Trieste
(che conta il 21% della popolazione regionale). Benché a
Trieste si registri la maggior frequenza di incidenti
stradali della regione, il numero di feriti e soprattutto di
morti non è altrettanto elevato. Nel 2000 il rapporto di
mortalità (numero di morti per 1000 incidenti) era, a
Trieste, del 10 per 1000, contro un dato regionale di 33 per
1000. Il rapporto di lesività (numero di feriti per 1000
incidenti), invece, era nel 2000 di 1.348 per 1000 in Friuli
Venezia Giulia, di 1.270 per 1000 a Trieste. Evidentemente
le caratteristiche del traffico, prevalentemente urbano,
determinano un notevole numero di incidenti, la cui gravità
è però, nel complesso, contenuta.
L’indagine “Guida e comportamenti a rischio: risultati
generali dell’indagine AMR 2003” (2), che ha raccolto le
interviste a più di 25.000 studenti di età compresa fra i 14
e i 19 anni ha permesso di focalizzare molti punti di
estrema importanza. In questo studio, le percentuali di
utilizzo di cinture di sicurezza e di casco appaiono, nella
Regione, di molto superiori alla media italiana, ma altri
comportamenti a rischio suscitano particolare allarme.
In particolare, la percentuale di soggetti che dichiara di
aver guidato in stato di ebbrezza nelle ultime quattro
settimane (23% dei maschi e 11% delle femmine fra i
diciannovenni) e di coloro che ritengono pericoloso per la
guida solo l’assunzione di elevate quantità di alcol o di
droghe (il 17% dei maschi e il 12% delle femmine non
considera lo spinello pericoloso per la guida) costituisce
un problema che va affrontato in prima battuta a livello di
educazione alla guida.
Per rispondere a questa esigenza si è pensato di iniziare
dalla formazione dei formatori quali leva strategica per
raggiungere la popolazione- target delle misure di riduzione
degli incidenti stradali.
Il corso è stato focalizzato sulla presentazione di nuove
metodologie didattiche e di comunicazione finalizzate al
coinvolgimento attivo degli allievi durante le lezioni e
alla conseguente presa di coscienza di quali siano i
comportamenti corretti/sicuri da adottare nella guida. Sono
stati illustrati i dati epidemiologici del problema su scala
nazionale e locale, si sono fornite informazioni sui
requisiti psicofisici necessari per una guida sicura, sugli
effetti di alcol, droghe e farmaci, forniti elementi di
primo soccorso, percezione del rischio e pressione del
gruppo, e sono stati presentati elementi di teoria e pratica
della comunicazione e della didattica. Un elemento
innovativo dell’iniziativa è stato l’impegno di tutti i
relatori nell’utilizzare metodologie di insegnamento di tipo
attivo (quali brainstorming, studio dei casi, test stimolo,
role playing, circle time) (3,4) nei loro interventi, in
modo tale da far sperimentare direttamente ai partecipanti
questi approcci, e di ottenere da essi un’adesione motivata
alla sperimentazione dell’impiego del materiale preparato
dall’Istituto Superiore di Sanità (2) nelle autoscuole.
Hanno partecipato 22 insegnanti e istruttori, operanti nelle
autoscuole della provincia di Trieste. Si è proposta alla
fine dei lavori una scheda di valutazione del corso, di cui
si riportano alcune evidenze. Per quanto riguarda il
gradimento espresso dai partecipanti, il 74% dichiara che il
corso è risultato superiore alle aspettative. Il grado di
soddisfazione risulta buono-ottimo nell’89% dei casi. Il
materiale didattico fornito per il lavoro nelle autoscuole,
utilizzato durante il corso degli incontri (pubblicazione
ISS e CD), è stato giudicato: molto utile (nel 100% dei
casi), molto interessante (89%), molto adatto allo scopo
(84%), molto chiaro (79%), molto “facilmente utilizzabile”
(74%).
Per quanto riguarda l’applicabilità delle attività didattiche proposte si è avuto il 74% di risposte positive. Relativamente all’autopercezione dell’incremento delle competenze a seguito del corso, l’84% dei corsisti dichiara di ritenere di aver migliorato le proprie capacità di fornire informazioni in merito ai temi trattati. Considerando l’efficacia delle azioni, il 63% ha aumentato la convinzione di poter influenzare la percezione dei comportamenti a rischio nei ragazzi, e ancora il 63% ritiene che il proprio lavoro possa contribuire a ridurre gli incidenti legati all’uso di alcol e stupefacenti. Particolare interesse ha suscitato la proposta delle metodologie di coinvolgimento attivo degli allievi durante l’attività didattica, tanto da portare alla richiesta di ulteriori approfondimenti su tecniche didattiche e di comunicazione. Alla fine del corso è stata richiesta formalmente l’adesione alla partecipazione alla sperimentazione dell’utilizzo dei manuali promossi dall’ISS con il monitoraggio della stessa ad intervallo di sei mesi.
Riferimenti bibliografici
1. De Santi A, Casella P, Penna L.
(Ed.) Prevenzione degli incidenti stradali: promozione di
interventi formativi nelle autoscuole. Roma: Istituto
Superiore di Sanità;2004 (Rapporti ISTISAN 04/22).
2. Istituto Superiore di Sanità. Guida e
comportamenti a rischio: risultati generali dell’indagine
AMR 2003 . Roma, 2004.
3. Castagna, M. La lezione nella formazio-ne
degli adulti. Milano: Franco Angeli; 1998.4. Caprinico, S.
Role Playing. Milano: Raffaello Cortina Editore; 1997.
Commento
Alberto Perra
Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione
della Salute, ISS
Al giorno d’oggi guidare nel nostro paese, in cui le strade
hanno fra le maggiori concentrazioni di veicoli per
chilometro, richiede conoscenze e capacità che si
acquisiscono solo dopo diversi anni di esperienza. La
preparazione dei giovani alla guida riveste quindi
un’importanza fondamentale per la sicurezza sulle strade.
Tuttavia, come in altri paesi, anche in Italia la formazione
strutturata dei giovani candidati alla patente di guida si
ritiene un mezzo efficiente ed efficace per imparare a
condurre le automobili e, soprattutto, a farlo in maniera
responsabile. E’ ragionevole infatti attendersi che i
candidati alla patente di guida, se formati in tali scuole,
siano meno soggetti a incidenti stradali. Negli ultimi anni,
tuttavia, gli effetti positivi prodotti in tal senso dalle
scuole di conduzione sono stati oggetti di studio e di
grande dibattito. Fra l’altro, una recente e vasta revisione
della maggior parte degli studi effettuati sull’argomento
nel continente nord americano e europeo non sembra mostrare
un’associazione fra la frequenza a tali scuole e la
diminuzione degli incidenti stradali.
Alcune recenti esperienze sembrano indicare che un
curriculum formativo orientato a sviluppare, oltre che le
capacità di guida dei candidati, anche quelle motivazionali
sia un’opportunità per aumentare il senso di responsabilità
nella guida dei giovani. L’esperienza descritta
nell’articolo si colloca fra questo tipo di esperienze
promettenti. Sarebbe quindi auspicabile che, così come nella
maggior parte degli interventi di promozione della salute,
si effettui oltre a un monitoraggio anche una valutazione
dell’intervento che non sia soltanto di processo, ma nella
misura del possibile, anche di esito. Considerata la carica
innovativa di tale intervento e i potenziali effetti
positivi, sarebbe consigliabile che i risultati di esito
fossero misurati negli anni a venire facendo uso di un
gruppo di controllo formato secondo i criteri finora
utilizzati nelle scuole di formazione alla guida.