Sorveglianza dell'antibiotico-resistenza in Italia per gli anni 2003-2004-2005
Fortunato Paolo D’Ancona, Valeria Alfonsi, Stefania Giannitelli, Maria Luisa Ciofi degli Atti
Reparto Malattie Infettive, Centro Nazionaledi
Epidemiologia, Sorveglianzae Promozione della Salute (CNESPS),
Annalisa Pantosti, Fabio D’Ambrosio, Maria Fatima Rosaria
Del Grosso, Monica Monaco
Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed
Immunomediate,ISS.
ed il gruppo Antibiotico Resistenza (AR-ISS)
La sorveglianza dell’antibioticoresistenza
nasce dall’esigenza di studiare la comparsa e diffusione di
ceppi batterici resistenti al trattamento con antibiotici,
soprattutto quelli resistenti a più classi di antibiotici.
Le infezioni provocate da patogeni multi-resistenti
costituiscono infatti un importante problema sanitario,
dal punto di vista sia clinico sia economico, visto che
possono causare una maggiore durata dei ricoveri ed un più
elevato costo per il sistema sanitario.
A partire dal 1999, l’ISS ha quindi avviato un progetto per
la sorveglianza
della resistenza agli antibiotici denominato AR-ISS, il cui
obiettivo principale è descrivere l’andamento
dell’antibiotico resistenza in Italia.
AR-ISS si basa su una rete di più di 40 laboratori
sentinella reclutati su tutto il territorio nazionale, che
raccolgono isolati e dati di sensibilità e resistenza agli
antimicrobici, dalla normale routine di laboratorio. I
patogeni inclusi in questa sorveglianza sono Staphylococcus
aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis/faecium,
Klebsiella pneumoniae/oxytoca, Escherichia coli,
responsabili di infezioni invasive, quali batteriemie e
meningiti.
Maggiori informazioni sono disponibili nel protocollo dello
studio, consultabile all’indirizzo
http://www.simi.iss.it/files/Ar_prot.pdf.
Nel triennio 2003-2005, sono pervenutecomplessivamente11.819
segnalazioni riguardanti i 5 microrganismi
in sorveglianza (Tabella), con un numero di segnalazioni per
agente patogeno pressoché stabile nel tempo.
Le proporzioni dei ceppi resistenti agli antibiotici sono
illustrate di seguito.
•Streptococcus pneumoniae: I ceppi
risultati resistenti ed intermedi
alla penicillina sono rispettivamente il 4,5% ed il 7,6%,
con un totale di non sensibili pari al 12,1%. La percentuale
di ceppi intermedi è diminuita nel 2005 (4,8%) rispetto ai
due anni precedenti (4,3% nel 2003, 4,5 nel 2004 e 4,8% nel
2005). La percentuale di ceppi resistenti è invece rimasta
costante (4,3% nel 2003 e 4,5% nel 2004) e 4,8 % nel 2005).
Anche la percentuale di ceppi resistenti all’eritromicina
è pressoché stabile, ed assai più elevata di quanto
osservato
per la penicillina (30,1% nel 2005, 28,4% nel 2004 e 36,6%
nel 2003). Risulta inoltre che il 7,2% dei ceppi isolati nel
triennio non è sensibile ad entrambi gli antibiotici.
•Staphylococcus aureus: complessivamente la
percentuale di stafilococchi resistenti alla meticillina
(MRSA) è pari al 38,7% ed è stabile nel tempo (39% nel 2003,
39,9% nel 2004, 37,2% nel 2005). Il 68% degli MRSA è stato
isolato in persone di età superiore ai 65 anni. Risulta
inoltre dalla sorveglianza che il 91% degli isolati proviene
da pazienti ricoverati da più di 48 ore, ed è stato quindi
acquisito in ambiente nosocomiale. La resistenza alla
meticillina è risultata più elevata tra i pazienti
ricoverati in reparti di terapia intensiva (55,3% degli
isolati) e chirurgia (42,5%). I ceppi MRSA sono inoltre
frequentemente associati a resistenza ad altre classi di
antibiotici: risulta infatti che il 54,6% di questi isolati
isolati è resistente a 4 o più antibiotici.
•Enterococcus faecalis ed E. faecium: la
resistenza all’ ampicillina risulta bassa per E. faecalis
sed elevata per E. faecium m(rispettivamente
4% e 78,7%). Il trend per questo antibiotico si mantiene
costante per entrambi i microrganismi (in E. faecalis: 3,6%
nel 2003, 4,2% nel 2004, 4,1% nel 2005; in E. faecium: 76,9%
nel 2003, 79,5% nel 2004, 76,9% nel 2005). Analoga
situazione per quanto riguarda la resistenza alla
vancomicina: bassa per E. faecalis s(2%), più elevata per E.
faecium m(20%) con un trend che si mantiene costante nel
corso del triennio considerato. La resistenza agli
aminoglicosidi ad alto dosaggio, risulta elevata sia per
streptomicina (72,6% in E. faecium; 31,6% in E. faecalis)
che per gentamicina (38,6% in E. faecium; 37,5% in E.
faecalis).
•Klebsiella pneumoniae ee K. oxytoca: la percentuale di resistenza all’ampicillina è rispettivamente dell’89,3%, e del 74%, quella alle cefalosporine di terza generazione (ceftriazone, cefotaxime, ceftazidime) è del 14,1% e dell’11%. Infine, la percentuale di ceppi resistenti alla gentamicina è rispettivamente del 6,3% e del 7%. Il dato della produzione di betalattamasi ad ampio spettro (ESBL) è stato incluso nella sorveglianza AR-ISS a partire dal 2005, ma sono state raccolte finora informazioni su un numero limitato di ceppi, che non consente di trarre conclusioni in tal senso.
•Escherichia coli: sono stati analizzati
i soli dati inviati dai laboratori su supporto
informatizzato (29/40 laboratori). Sono state riscontrate
frequenze elevate di resistenza, soprattutto per ampicillina
(54,7%), piperacillina (29%) e fluorochinoloni (28,6%). La
percentuale di resistenza alle cefalosporine di terza
generazione è risultata piuttosto bassa, pari al 7,8%.
I risultati descritti mettono in luce l’esigenza di
considerare come prioritaria la sorveglianza di questi
fenomeni di resistenza e pongono le basi per il confronto
con altre realtà europee. AR-ISS infatti si inserisce nel
contesto della più vasta rete europea di sorveglianza EARSS,
finanziata dall’Unione
Europea, i cui risultati sono disponibili all’indirizzo web
http://www.rivm.nl/earss/