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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


La stima dell'attività fisica negli ultra64enni in Passi d'Argento 2010 nelle regioni Abruzzo, Marche e Molise

Marco Cristofori1, Benedetta Contoli2, Amalia De Luca3, Amedeo Baldi4, Giuliano Carrozzi5, Lilia Biscaglia6, Luciana Chiti7, M. Chiara Antoniotti8, Daniela Mortello9, Rosa Borgia10, Loretta Tobia10, Fabio Filippetti11, Salvatore Panaro12, Alberto Perra2 e Arianna Dittami2

1Servizio di Epidemiologia,Biostatistica e Promozione della Salute, ASL 4 Terni

2Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Roma

3UOC di Epidemiologia, Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza

4Società della Salute della Lunigiana, ASL 1 Massa e Carrara, Aulla (MS)

5Dipartimento di Sanità Pubblica, AUSL Modena;

6Agenas Lazio, Roma

7ASL 3 Toscana;

8Servizio Epidemiologico, Regione Piemonte, Torino;

9Regione Liguria;

10Referente Regionale PASSI Abruzzo

11Referente Regionale PASSI Marche;

12Referente Regionale PASSI Molise

 

È ormai dimostrato che una regolare attività fisica protegge le persone anziane da numerose malattie, previene le cadute e migliora la qualità della vita, aumentando anche il benessere psicologico. Più in generale, nella popolazione ultra64enne che svolge una regolare attività fisica si rilevano tassi di mortalità inferiore per malattie cardiocircolatorie, ipertensione, morte apoplettica, diabete di tipo 2, cancro del colon, cancro della mammella. I soggetti più attivi hanno inoltre un più alto livello di capacità cardiorespiratoria e prestazione muscolare, profili ematochimici favorevoli per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, del diabete di tipo 2 e più genericamente per mantenere un buono stato di salute (1-5).

 

Sulla scorta di tali evidenze, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha prodotto delle raccomandazioni per l’attività fisica degli anziani che prevedono almeno 150 minuti di attività fisica aerobica di moderata intensità o almeno 75 minuti di attività fisica aerobica alla settimana o una combinazione equivalente delle due attività; in caso di mobilità limitata viene raccomandata l’attività fisica per tre o più giorni alla settimana al fine di migliorare l'equilibrio e prevenire le cadute. Quando le condizioni di salute non consentono il livello previsto di attività fisica si raccomanda di adottare uno stile di vita in ogni caso attivo, adeguandolo alle capacità e alle condizioni dell’ultra64enne. Nell’indagine sperimentale PASSI d’Argento 2010 (PDA2) (6) si è adottato un sistema di valutazione dell’attività fisica (Physical Activity Scale in Elderly - PASE) (7), in grado di rilevare, in maniera semplice, il livello di attività fisica della popolazione anziana attraverso una serie di item, per un totale di 12, che si riferiscono a una settimana di vita normale. In questo quadro si considerano le attività sportive, ricreative e domestiche, quali ad esempio ginnastica e ballo, lavori di casa pesanti o giardinaggio, volontariato; in rapporto alla frequenza settimanale e all’intensità con cui le varie attività vengono svolte, applicando un apposito peso - attività - specifico, si calcola un punteggio (PASE score). Negli ultimi venticinque anni, tale punteggio ha ricevuto numerose validazioni per la sua capacità di stimare, in termini di consumo calorico, l’attività fisica degli anziani. All’indagine PDA2 hanno partecipato 7 regioni che hanno dato origine a un pool di interviste pari a 5.077. Per questa nostra analisi abbiamo preso in considerazione il campione di tre regioni: Abruzzo, Molise e Marche, viste alcune caratteristiche geografiche, climatiche e di struttura della popolazione largamente condivise.

 

Per l’analisi del PASE score sono stati definiti non eleggibili i questionari degli anziani che presentavano una disabilità, misurata con l’indice di Katz, e quelli in cui l’anziano era stato aiutato dal proxy, cioè un familiare o un’altra persona di fiducia che è regolarmente a contatto con l’anziano almeno una volta a settimana, e che l’abbia supportato durante l’intervista; spesso rispondendo al suo posto. Al contrario, sono stati inclusi nell’analisi anche i questionari mancanti di risposta a uno o più item del modulo PASE.

 

Non essendo la curva di distribuzione dei valori del PASE score normalmente distribuita (range 0-317; 25° percentile = 50; mediana = 84; 75° percentile = 120) e non essendoci uniformità di approccio per l’identificazione di cutoff che descrivano adeguati livelli di attività fisica negli anziani, per la rappresentazione dei risultati abbiamo usato la mediana e la distribuzione in quartili.

 

I dati sono stati analizzati con Epi-info 3.5.1 e STATA-MP11. Sono state identificate le variabili che, dai riscontri in letteratura e sulla scorta della sperimentazione dell’anno precedente, sono variamente associate con il livello di attività fisica degli ultra64enni. Sono state descritte le distribuzioni di frequenza per i diversi strati e costruite le curve di distribuzione del PASE score con suddivisione in quartili. Ai fini della rappresentazione dei risultati si è scelto il box plot, che comunica facilmente eventuali differenze fra le mediane e la distribuzione delle osservazioni per i diversi valori assegnati alle variabili in studio. Assumendo che la distribuzione del PASE score non segua una curva normale, si è utilizzato il test non parametrico di Mann-Whitney/Wilcoxon two sample test (Kruskal-Wallis test for two groups) per verificare la significatività delle differenze fra le mediane. Un’analisi multivariata è stata in seguito condotta inserendo nel modello le variabili prese in considerazione per la costruzione del box plot.

 

Complessivamente, per le tre regioni sono stati analizzati 679 record, essendo il campione costituito da 305 uomini (45%) e 374 donne (55%), di cui il 51% sotto i 75 anni e il restante 49% oltre. Una descrizione delle distribuzioni di frequenza tramite il box plot viene riportata nella figura, dove si evidenziano differenze significative, con un intervallo di confidenza del 95%, per classi di età (65-74 anni vs 75 o più, p = 0,000); percezione dello stato di salute (buono vs cattivo, p = 0,000); segni di depressione (sì vs no, p = 0,002); livello di istruzione (alta vs bassa, p = 0,03); stato di isolamento sociale (sì vs no, p = 0,000); problemi di vista (sì vs no p = 0,000). Risultano, inoltre, significative (p = 0,000) per le difficoltà economiche percepite (nessuna, qualche difficoltà o molte). A un'analisi multivariata, mediante regressione logistica secondo la metodologia del “miglior modello”, si evidenzia che sono fattori di rischio per livelli inferiori di attività fisica: avere una cattiva percezione dello stato di salute (p = 0,0002), essere più avanti negli anni (variabile continua p = 0,00072). Le altre variabili (sesso, segni di depressione, livello di istruzione, condizione di isolamento sociale, problemi di vista) non sono significativamente associate al livello di attività fisica degli ultra64enni.

 

 

Il metodo PASE, utilizzato nell’indagine PDA2, ha dimostrato di essere un metodo rapido ed utile per la descrizione dei livelli di attività fisica nella popolazione ultra64enne e, soprattutto, per identificare differenze significative stratificate in sottogruppi, rispetto a variabili indipendenti. Si richiedono tuttavia ulteriori studi di validazione, in quanto la descrizione delle curve e l’analisi con test non parametrico identificano effettivamente un numero notevole di variabili con forte significatività rispetto al livello di attività fisica nella popolazione anziana. La descrizione delle distribuzioni secondo le variabili indipendenti dimostra comunque che la metodologia utilizzata nel PDA2 descrive in modo piuttosto esaustivo i fattori di rischio per livelli di attività fisica inferiori e che la presenza di patologie quali depressione e problemi di vista, accompagnati da un livello di istruzione basso e da un reddito percepito come non adeguato, confermino la necessità, per il sistema sanitario, di mettere in atto azioni di prevenzione forti per mantenere il più a lungo possibile i soggetti anziani in “buona salute”, attraverso adeguati livelli di attività fisica, così come raccomandato anche dall’OMS.

 

Riferimenti bibliografici

1. Physical Activity Guidelines Advisory Committee (PAGAC). Physical Activity Guidelines Advisory Committee Report, 2008. Washington: US Department of Health and Human Services; 2008.

2. Bauman A, Schoeppe S, Lewicka M. Review of best practice in interventions to promote physical actitivy in developing countries. Geneva: WHO; 2008.

3. Paterson DH, Jones GR, Rice CL. Ageing and physical activity: evidence to develop exercise recommendations for older adults. Can J Public Health 2007;98(suppl. 2):S69-S108.

4. Paterson DH, Warburton DE. Physical activity and functional limitations in older adults: a systematic review related to Canada's Physical Activity Guidelines. Int J Behav Nutr Phys Act 2010;7:38.

5. Janssen I, Jolliffe CJ. Influence of physical activity on mortality in elderly with coronary artery disease. Med Sci Sports Exerc 2006;38(3):418-7.

6. Biscaglia L, Baldi A, Carrozzi G, et al. PASSI d’Argento: la sperimentazione di un sistema di sorveglianza della salute delle persone con 65 o più anni. Not Ist Super Sanità - Inserto BEN 2009;22(7- 8):i-iii.

7. Washburn RA, Smith KW, Jette AM, et al. The physical activity scale for the elderly (PASE): development and evaluation. J Clin Epidemiol 1993;46(2):153-62.