Lo studio metodologico per la costruzione del profilo di salute della popolazione sarda
Maria Adelia Aini1, Maria Antonietta Atzori2, Giovanna Gregu1, Natalina Loi3, Piera Pallazzoni1, Simonetta Santus4, Claudia Sardu5, Ornelia Sechi6, Franca Seu6 e Filippo Siciliano7
1ASL 2 Olbia;
2ASL 3 Nuoro;
3Assessorato Igiene Sanità e Assistenza Sociale, Regione Autonoma della Sardegna, Cagliari;
4ASL 8 Cagliari; 5Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Cagliari;
6ASL 1 Sassari;
7ASL 7 Carbonia
Nei sistemi di salute avanzati appare sempre più utile la costruzione di un profilo di salute della comunità, allo scopo di rappresentare a “colpo d’occhio” gli aspetti rilevanti dello stato di salute a livello locale. Tale profilo, costruito con un set limitato di indicatori, fornisce uno strumento necessario, anche se da solo non sufficiente, per individuare ed affrontare in maniera razionale e condivisa i problemi di salute in una comunità. Si pongono le basi per individuare aree prioritarie di intervento e per fornire idee per soluzioni attuabili nel contesto comunitario, al fine di ridurre le disuguaglianze e permettere confronti spazio-temporali (1).
Costruire un profilo di salute snello e facilmente consultabile comporta la necessità di selezionare, mediante idonei criteri di scelta, un limitato numero di indicatori.
Con questo studio, realizzato fra il 2010 e il 2011, il Gruppo di Lavoro Multidisciplinare (GLM), appositamente costituitosi nell’ambito della Comunità di Pratica (2) del master di II livello in epidemiologia applicata, attivato dalla regione autonoma della Sardegna e dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con le università di Cagliari e Sassari, ha messo a punto e testato un metodo per selezionare un appropriato set di indicatori per la definizione degli aspetti quantitativi del profilo di salute. I membri del GLM, provenienti da contesti territoriali e sociosanitari differenti, rappresentano le istituzioni coinvolte nell’attivazione della rete epidemiologica regionale (ASL, regione, università) e hanno scelto come metodo di lavoro, oltre a diversi incontri in presenza, uno scambio di informazioni, idee e risorse in piattaforma web, attraverso forum e chat.
Per la definizione della lista preliminare di indicatori, inizialmente sono state ricercate e analizzate esperienze disponibili in letteratura a livello nazionale (3, 4) e internazionale (5, 6). Alcuni indicatori sono stati proposti sulla scorta di indicazioni di politica sanitaria locali (Piano Sanitario Regionale, Piano Regionale di Prevenzione). Una volta stabilita la lista di indicatori si è proceduto alla scelta dei criteri per valutare la loro accettabilità e validità (7-9), prevalentemente la capacità di far emergere problemi/determinanti di salute, di orientare l’azione, di misurare il fenomeno in studio e rifletterne la modificabilità nel tempo. Queste informazioni e le altre caratteristiche degli indicatori sono state riassunte in un modello standardizzato di scheda metadati (10) che riporta:
- la descrizione dell’indicatore, con area tematica di appartenenza, titolo, definizione, livello di rappresentatività, periodicità, giustificazione (cosa vuol misurare, importanza in salute pubblica e scopo dell’inclusione), interpretazione (cosa significa un alto o basso livello e possibili errori legati al tipo di misura, a bias o confondimento);
- le specifiche dell’indicatore, costituite da variabile, statistica, genere, gruppo d’età, periodo, possibili analisi di diseguaglianze su sottogruppi, definizione e fonte del numeratore, definizione e fonte del denominatore, qualità del dato (accuratezza e completezza).
Dopo la compilazione dei metadati per ogni indicatore selezionato è seguita la verifica della reale accessibilità e completezza dei relativi dati. Alla fine di ogni singola fase il GLM ha presentato il lavoro svolto agli altri membri della Comunità di Pratica, raccogliendo osservazioni e critiche, attivando in tal modo un processo iterativo basato sul consenso.
Il GLM ha selezionato preliminarmente un gruppo di 33 indicatori, ai quali ne sono stati aggiunti alcuni sulla dispersione scolastica, disoccupazione, fumo negli adolescenti, tumori polmonari e quelli retto-colici, disabilità. La compilazione delle schede dei metadati per i 39 indicatori della lista così rimodulata, ha evidenziato alcune criticità che hanno determinato l’eliminazione di 3 indicatori, per i quali non è stata assicurata la disponibilità di un flusso di dati affidabile a livello regionale e cioè allattamento al seno, carie a 5 anni, eccesso di mortalità estiva. Per altri 5 indicatori, cioè povertà relativa di anziani e minori, fumo in gravidanza, incidenza melanoma, incidenza tumore al testicolo, le informazioni disponibili erano incomplete, relativamente ai valori regionali, per la mancanza degli intervalli di confidenza (IC) al 95% necessari per la significatività delle differenze osservate, o relativamente ai valori nazionali oltre che per gli IC, anche il range, per il 25°, il 50° e il 75° percentile sulla base della distribuzione dei valori locali. Infatti per quest'ultimo gruppo di indicatori, alle ragioni di esclusione del gruppo precedente, si aggiungeva anche l'incostante disponibilità dei dati nelle diverse unità territoriali (ASL). In tale maniera si è arrivati a un set finale di 31 indicatori riconducibili alle seguenti aree tematiche:
- contesto della comunità, compresi aspetti socioeconomici;
- ambiente;
- stili di vita e salute di particolari gruppi di popolazione;
- stili di vita negli adulti;
- malattie e cattiva salute;
- attesa di vita e principali cause di morte.
Nella Tabella si riporta la lista finale degli indicatori, corredata di fonte dei dati.
Il modello operativo sperimentato dal GLM ha consentito di elaborare un set di indicatori rappresentativi, misurabili ed efficienti per la costruzione del profilo di salute che si presta a essere utilizzato anche in altri contesti territoriali. è tuttavia di cruciale importanza individuare fonti di dati affidabili, accessibili con informazioni essenziali per il modello (ad esempio, range e IC) nelle modalità richieste dall’elaborazione del profilo. Per alcuni indicatori sono disponibili più fonti correnti con diversi limiti e potenzialità, per altri le fonti sono carenti. Il reperimento dei metadati, cioè di tutte le caratteristiche di un indicatore e dei dati necessari per calcolarli, si è rivelato un metodo oggettivo e razionale per supportare il processo di identificazione della fonte di dati più appropriata e per giustificare la scelta finale del set di indicatori utili alla definizione del profilo di salute. I metadati, inoltre, rilevando alcune criticità, hanno permesso di motivare l’esclusione di alcuni indicatori, fornendo, nel contempo, indicazioni sull’importanza di attivare e/o potenziare specifici flussi per la raccolta di dati non immediatamente disponibili. La fase di reperimento dei dati ha segnalato difficoltà legate alla loro reale accessibilità e completezza, all’acquisizione rapida di elaborazioni ad hoc inedite a partire da dati grezzi, e alla possibilità di stimare la significatività statistica delle differenze osservate con i valori di riferimento.
Quest’ultima fase si è dimostrata essenziale, da un lato per evitare di includere nel set indicatori per i quali, di fatto, i dati non sono accessibili o sono incompleti, e dall’altro per suggerire apposite intese con gli enti detentori delle fonti, al fine di poter disporre per tempo dei relativi dati necessari per l’aggiornamento periodico del profilo di salute.
Infine, la condivisione all’interno del GLM, vero punto di forza, ha permesso di gestire i fattori limitanti che si incontrano a livello locale nel costruire una lista di indicatori per il profilo di salute e ha contribuito, tramite la Comunità di Pratica, alla costituenda rete epidemiologica regionale.
Riferimenti bibliografici
1. Baum FE, Cooke RD. Communityhealth needs assessment: use of the Nottingham health profile in an Australian study. Med J Aust 1989;15;150(10):581, 584, 587-90.
2. Bianchini M. Le comunità di pratica favoriscono il knowledge management… ovvero l’innovazione e l’apprendimento individuale ed organizzativo (www.itconsult.it/...).
3. Ferrari L, Fateh-Moghadam P, Betta A. Profili di comunità e piani di salute a livello di distretto sanitario. L'esperienza in provincia di Trento, 2006-09. Not Ist Super Sanità - Inserto BEN 2009;22(6):i-ii.
4. Carloni R, Sticchi C. Lo stato di salute dei Liguri. Genova: Agenzia Regionale Sanitaria Regione Liguria; 2009.
5. Association of Public Health Observatories. Health Profiles (www.apho.org.uk/...).
6. Health inequalities indicators in the regions of Europe ( www.i2sare.eu/).
7. Morosini P. Indicatori in valutazione e miglioramento della qualità professionale. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2004 (Rapporti ISTISAN 04/29).
8. Flowers J, Hall P, Pencheon D. Public health indicators. Public Health 2005;119(4):239-45.
9. Kaltenthaler E, Maheswaran R, Beverley C. Population-based health indexes: a systematic review. Health Policy 2004;68(2):245-55.
10. Association of Public Health Observatories. The Indicator Guide Health Profiles 2011 (www.apho.org.uk/...).