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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Prevalenza di uso del tabacco tra i dipendenti dell'ospedale di Santarcangelo in Emilia-Romagna, 2014

Michela Morri¹, Marco Calisesi¹, Antonella Campolattano¹ e Catia Drudi² ¹Dipartimento di Sanità Pubblica, AUSL della Romagna, Rimini;

²Direzione Sanitaria Ospedaliera, Presidio Ospedaliero di Rimini

 

SUMMARY (Tobacco use prevalence among healthcare workers of Santarcangelo’s hospital in Emilia-Romagna region, 2014) - A survey was carried out in “Franchini“ hospital in Santarcangelo (Emilia-Romagna region) in order to collect data about the current situation of smoking habits of all healthcare workers and of the application of non-smoking legislation. Questionnaires were distributed and the 148 collected (response rate 87%) showed that the prevalence of smokers is 19% in hospital workers and that only 44% of them know the existence of outdoor smoke-free zones.

Key words: healthcare workers; smoking prevalence; smoke-free zones

michela.morri@auslromagna.it

 

Introduzione

Le strutture sanitarie, in particolare quelle ospedaliere, sono ambienti privilegiati, per promuovere la salute dei lavoratori e della popolazione generale. Il Piano regionale di intervento per la lotta al tabagismo della regione Emilia-Romagna (DGR n. 844/2008) dedica uno specifico capitolo al tema "Ospedali e servizi sanitari senza fumo", mettendo in evidenza il ruolo centrale dei professionisti, che lavorano all’interno dei servizi sanitari, come modelli da proporre per favorire l’adozione di corretti stili di vita da parte della popolazione. Tra le azioni individuate dal Piano regionale viene indicata la necessità di realizzare indagini conoscitive sull’abitudine al fumo tra il personale sanitario, in quanto studi condotti in Italia hanno mostrato come la percentuale di fumatori fra il personale sanitario sia di solito maggiore rispetto a quella della popolazione generale (1-3). Gli ospedali hanno un ruolo chiave nell’implementazione di politiche antifumo, in quanto dovrebbero rappresentare i "luoghi di lavoro liberi dal fumo" per eccellenza. Uno strumento fondamentale per la realizzazione di questo obiettivo è l’applicazione della normativa antifumo da parte dei dipendenti e di chi frequenta l’ambiente sanitario. L’introduzione del divieto di fumare all’interno dell’ospedale, che in Italia risale al 1975 (Legge 584/1975), ha determinato importanti cambiamenti nelle abitudini dei fumatori, che si sono spesso spostati nelle aree esterne alle strutture, in particolare in prossimità degli ingressi (4). La regione Emilia-Romagna con la Legge Regionale 17/2007 ha esteso "il divieto di fumare alle aree aperte immediatamente limitrofe agli accessi e ai percorsi sanitari, appositamente individuate dai responsabili delle strutture stesse e opportunamente segnalate". In questo articolo vengono presentati i risultati di un’indagine condotta per descrivere e analizzare quanto avviene tra i dipendenti dell’ospedale di Santarcangelo, in provincia di Rimini, in tema di abitudine al fumo; si è ritenuto interessante valutare anche le conoscenze dei dipendenti sulla normativa vigente e la loro percezione sulla sua applicazione.

 

Materiali e metodi

L’indagine conoscitiva si è svolta nei mesi di maggio e giugno 2014 e ha coinvolto tutti i 171 operatori sanitari e amministrativi, che lavorano presso l’ospedale "Franchini" di Santarcangelo. Lo strumento utilizzato è un questionario anonimo e autosomministrato, costruito ad hoc per l’indagine, formato da 38 domande chiuse a risposta multipla, tra cui sono comprese alcune domande tratte dal questionario del sistema di sorveglianza PASSI, per consentire un confronto con i dati della popolazione provinciale, oltre ai 6 quesiti del test di Fagerström (5), per valutare il grado di dipendenza dalla nicotina. Il direttore sanitario dell’ospedale ha coinvolto con comunicazione formale tutti i direttori delle unità operative e tutti i coordinatori infermieristici; questi ultimi sono stati incaricati della distribuzione e della raccolta dei questionari. Le analisi statistiche sono state condotte utilizzando il programma Epi InfoTM.

 

Risultati

Sono stati compilati 148 questionari (87% del totale): i dipendenti hanno un’età media di 47 anni (range tra 29 e 64 anni), sono prevalentemente donne (73%) e lavorano in ospedale in media da 13 anni (range da 1 a 38 anni). Per quanto riguarda la prevalenza di fumatori tra i dipendenti, la percentuale di chi fuma abitualmente sigarette risulta pari al 19%, mentre quella degli ex fumatori è pari al 25%. I fumatori dichiarano di consumare in media 11 sigarette al giorno (range da 1 a 30) e di fumare in media da 23 anni. In base al test di Fagerström, il 43% dei fumatori ha un grado di dipendenza lieve, il 18% forte e nessun fumatore molto forte. A circa il 60% dei fumatori è stato consigliato di smettere di fumare: solo nel 14% dei casi il consiglio proveniva dal medico competente, mentre nel 36% dai colleghi. Il 79% dei fumatori dichiara di aver provato a smettere di fumare almeno una volta nella vita (il 50% ha provato più di una volta). Pensando all’ultima volta che il fumatore ha tentato di smettere, i due fattori che più frequentemente l'hanno spinto a questa scelta sono stati: la preoccupazione per la propria salute attuale (55%) e l’essere in gravidanza o allattamento (36%). Nessun fumatore ha mai partecipato a incontri o corsi che aiutano a smettere di fumare organizzati dall’AUSL; il 46% dichiara di non essere a conoscenza della loro esistenza, il 29% ritiene che non servano e il 21% dichiara che si svolgono in orari o luoghi che ne rendono difficoltosa la partecipazione (Tabella).

 

Il 67% dichiara di aver fumato durante l’orario di lavoro negli ultimi 30 giorni; fra questi più del 50% fuma negli spazi esterni (cortile, terrazza, scale esterne) più di tre volte alla settimana. Solo il 15% del personale sanitario ha aumentato il numero di sigarette da quando lavora in ospedale, mentre il 37% dichiara di essere riuscito addirittura a diminuirlo.

 

Rispetto alla conoscenza e applicazione dei regolamenti, il 90% degli intervistati è a conoscenza dell’esistenza di un regolamento aziendale per l’applicazione del divieto di fumo nell’AUSL della Romagna - sede di Rimini, ma solo il 39% indica correttamente il nome dell’agente accertatore della propria unità operativa.

 

 

Il 97% dichiara che non esistono luoghi all’interno dell’ospedale in cui è possibile fumare, senza differenze tra fumatori e non, mentre c’è più incertezza per quanto riguarda le regole relative al divieto di fumo all’esterno dell’ospedale. Infatti, solo il 44% degli intervistati dichiara di sapere che esistono luoghi all’esterno dell’ospedale in cui è vietato fumare, in particolare solo il 26% sa che è vietato fumare nelle aree aperte immediatamente limitrofe agli accessi e ai percorsi sanitari. Queste percentuali risultano ancora più basse nel gruppo dei dipendenti fumatori, essendo rispettivamente pari al 25% e al 14%, anche se le differenze con i non fumatori non sono statisticamente significative. Per quanto riguarda il rispetto del divieto di fumo all’interno dell’ospedale, circa il 63% degli intervistati ritiene che sia le persone con cui lavora sia gli utenti (pazienti e visitatori) li rispettino sempre o spesso.

 

Discussione e conclusioni

La percentuale di fumatori rilevata tra il personale è inferiore a quella riscontrata nella popolazione adulta (18-69 anni) della provincia di Rimini (30%), stimata in base ai dati del sistema di sorveglianza PASSI. La prevalenza risulta inferiore anche ai valori riscontrati a livello provinciale nelle singole classi d’età (32% nella classe d’età 18-24 anni, 34% nella fascia 25-34 anni, 33% nella fascia 35-49 anni e 24% nella classe 50-69 anni) (6). Questo dato, in controtendenza rispetto a quanto riscontrato in letteratura (1-3), potrebbe essere sottostimato essendo autoriferito e non può comunque giustificare la mancanza a livello aziendale di specifici percorsi di disassuefazione dedicati ai dipendenti fumatori, differenziati per categorie professionali. è stata riscontrata, infatti, una maggiore prevalenza in alcuni gruppi, quali gli operatori sociosanitari. Tali percorsi di disassuefazione devono, inoltre, essere organizzati in orari tali da consentirne la partecipazione ai lavoratori interessati. Il Piano di lotta al tabagismo regionale riconosce un ruolo importante ai medici competenti del Servizio di Prevenzione e Protezione nel sostegno alla disassuefazione dal fumo, anche se dall’indagine risulta che solo 1 fumatore su 7 ha effettivamente ricevuto questa indicazione.

 

Tutte le strategie di supporto ai dipendenti fumatori sono utili anche per garantire un miglior rispetto del divieto di fumo all’interno dell’ospedale.

 

Dai dati emerge, infatti, la necessità di rafforzare le azioni finalizzate al rispetto della normativa sul divieto di fumo. L’ospedale di Santarcangelo si è dotato da anni della cartellonistica aggiornata relativa al divieto di fumo sia all’interno della struttura che in corrispondenza degli accessi; sono stati anche allontanati i posacenere ad almeno 5-10 m dagli ingressi. Nonostante non siano mai state elevate multe nei confronti dei dipendenti, dai dati di quest’indagine emerge come le azioni intraprese finora siano comunque insufficienti. Infatti, pochi dipendenti sono a conoscenza dell’estensione del divieto di fumare nelle aree esterne, visto che dichiarano di fumare in corrispondenza di terrazzi, scale esterne, cortili, e la percezione che i dipendenti hanno dell’applicazione del divieto in ospedale è più bassa rispetto a quanto riferito dagli altri lavoratori della provincia di Rimini. I lavoratori intervistati da PASSI riferiscono, infatti, che il divieto di fumare nei luoghi di lavoro è rispettato sempre o quasi nel 90% dei casi (6). All’interno dell’ospedale è quindi opportuno rendere più "visibile" il messaggio del divieto di fumo con azioni concrete, quali la perimetrazione delle aree esterne, a cui si estende il divieto, l’uso di segnaletica a terra più evidente o, eventualmente, la definizione di aree esterne, distanti dagli accessi, verso cui indirizzare i fumatori. L’esperienza locale, nonostante si riferisca a un piccolo ospedale, è comunque indicativa di come l’introduzione del divieto di fumare nelle aree esterne possa essere un "passo" nel percorso verso la creazione di un "ospedale libero dal fumo", ma di come sia indispensabile che tale azione sia integrata con altri interventi, non solo normativi, che aiutino tutto il personale a comprendere l’importanza di adottare corretti stili di vita, in relazione anche al proprio ruolo di promotori della salute.

 

Dichiarazione sul conflitto di interessi

Gli autori dichiarano che non esiste alcun potenziale conflitto di interesse o alcuna relazione di natura finanziaria o personale con persone o con organizzazioni, che possano influenzare in modo inappropriato lo svolgimento e i risultati di questo lavoro.

 

Riferimenti bibliografici

1. Ficarra MG, Gualano MR, Capizzi S, et al. Tobacco use prevalence, knowledge and attitudes among Italian hospital healthcare professionals. Eur J Public Health 2011;21(1):29-34.

2. Bertozzi N, Bakken E, Righi F, et al. I comportamenti e gli atteggiamenti riguardo al fumo tra i dipendenti dell'ospedale Bufalini di Cesena: analisi della situazione e prospettive di intervento. Not Ist Super Sanità - Inserto BEN 2006;19(11):i-ii.

3. Ravara S, Calheiros J, Aguiar P, et al. Smoking behaviour predicts tobacco control attitudes in a high smoking prevalence hospital: a cross-sectional study in a Portuguese teaching hospital prior to the national smoking ban. BMC Public Health 2011;11:720.

4. Nagle AL, Schofield MJ, Redman S. Smoking on hospital grounds and the impact of outdoor smoke-free-zones. Tob Control 1996;5:199-204.

5. Fagerström KO, Kunze M, Schoberberg R, et al. Nicotine dependence versus smoking prevalence: comparisons among countries and categories of smokers. Tobacco Control 1996,5:52-5.

6. PASSI a Rimini: risultati nel periodo 2010-13 (www.ausl.rn.it/progettopassi/...).