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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


Confronto di indicatori per l'analisi del trend degli infortuni sul lavoro

Elena Strippoli, Elena Farina, Massimiliano Giraudo e Antonella Bena

SCaDU Servizio Sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3, Grugliasco

 

 

SUMMARY (Comparison between indicators for occupational injuries trend analysis) - Analyses on occupational injuries are often based on severe injuries because they are less affected by underreporting to the insurance system than minor injuries. Literature offers many examples of severity definitions. Using Work Histories Italian Panel-Salute database, three different definitions can be applied: two are based on workers' compensations data (days of prognosis; type of injury) and one is based on hospital discharges. The aim is to compare the time trend of these severity indicators. Crude injury rates were calculated for each definitions and for minor injuries during 2001-2012. 230.431 injuries were observed and almost 8.64% were classified by at least two severity definitions. Both minor and severe injury rates decreased in the whole study period. After 2009 injury rates based on prognosis continued to decrease, while those based on hospital discharges and type of injury were constant. These latter two definitions identify more accurately severe events and the related indicators are more appropriate to describe injury trend, despite their lower statistical power.

Key words: occupational injuries; longitudinal studies; economic recession

elena.strippoli@unito.it

 

 

Introduzione

La pianificazione delle politiche riguardanti la sicurezza sul lavoro deve essere supportata da accurati sistemi di sorveglianza degli eventi infortunistici. Vi sono evidenze di sottonotifica degli eventi e ciò si traduce in una sottostima del rischio infortunistico (1, 2), che tende a variare nel tempo ed è legata anche all’andamento dei cicli economici (3).

 

Una tra le principali strategie utilizzate per limitare l’impatto della sottonotifica nelle analisi dei cambiamenti temporali nel rischio infortunistico è l’utilizzo di indicatori basati su una selezione di eventi considerati difficilmente non denunciabili, generalmente quelli più gravi. In molti studi, basati su dati tratti da archivi assicurativi o indagini sulla sicurezza sul lavoro, sono utilizzati gli infortuni mortali oppure quelli caratterizzati da specifiche lesioni o quelli con un lungo periodo di assenza dal luogo di lavoro. Altri studi, individuano gli eventi infortunistici basandosi sui ricoveri ospedalieri, dato che sono associati a eventi gravi (4).

 

Il presente lavoro si basa sui dati dell’archivio Work Histories Italian Panel (WHIP)-Salute, in cui sono disponibili, a livello individuale, informazioni sulla carriera lavorativa (fonte INPS), sugli infortuni occupazionali (fonte INAIL) e sui ricoveri ospedalieri (fonte Ministero della Salute). L’obiettivo è stimare il trend di rischio infortunistico a partire da tre indicatori di infortunio grave: due, definiti mediante informazioni basate su dati INAIL (prognosi, grado dell’infortunio, tipologia e sede anatomica della lesione) (5, 6), e uno basato sulle informazioni contenute nelle schede di dimissione ospedaliera (SDO).

 

Materiali e metodi

 

WHIP-Salute

Il WHIP-Salute è un sistema informativo per il monitoraggio della salute dei lavoratori in Italia, che permette di studiare gli effetti sulla salute (esiti di infortunio, malattie professionali, ospedalizzazioni) indotti da cambiamenti e trasformazioni in ambito lavorativo. Questo sistema di sorveglianza si basa sull’integrazione tra i dati provenienti dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS), dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione sul Lavoro (INAIL), dal Ministero della Salute e dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat).

 

I soggetti inclusi in WHIP-Salute sono estratti secondo un campionamento sistematico basato sul giorno di nascita (frazione di campionamento 1:15) dai dati INPS. Per ogni soggetto è ricostruita la carriera lavorativa dal 1985 al 2012. Tramite un processo di record linkage, sono collegate le informazioni relative agli eventi infortunistici con prognosi superiore a tre giorni avvenuti tra il 1994 e il 2012 (fonte INAIL) e alle SDO tra il 2001 e il 2012 (fonte Ministero della Salute).

 

Dal 2013 WHIP-Salute è stato inserito, sotto la responsabilità del Ministero della Salute, all’interno del Programma Statistico Nazionale. Ai fini dello studio sono stati selezionati da WHIP-Salute i dati relativi ai lavoratori dipendenti nel settore privato con qualifica di apprendista od operaio, di età compresa tra 15 e 64 anni, nel periodo 2001-12. Indicatori e analisi statistiche Dopo aver escluso gli eventi in itinere, gli infortuni sul lavoro sono stati classificati utilizzando tre diverse definizioni di gravità:

  1. infortuni gravi in base alla prognosi (IGP): infortuni mortali e quelli con almeno 30 giorni di assenza dal lavoro e/o danni permanenti (5);
  2. infortuni gravi in base alla tipologia e sede anatomica della lesione (IGL): infortuni mortali e quelli con particolari tipi di lesione (perdita anatomica, lesione da corpo estraneo, frattura a mano, polso, arti superiori, cingolo toracico o pelvico, colonna cervicale, toracica, lombare, sacrale, femore, ginocchio, caviglia, piede) (6);
  3. infortuni gravi collegati a un ricovero (IGR): infortuni mortali; quelli seguiti da un ricovero ospedaliero avvenuto entro 7 giorni dalla data dell’evento e la cui diagnosi principale e la tipologia di lesione o parte del corpo lesionata corrispondono a quelle indicate nella Tabella 1; quelli seguiti da un ricovero ospedaliero entro 7 giorni dalla data dell’evento il cui motivo è “infortunio sul lavoro”, anche se la sede anatomica o tipologia di lesione non corrispondono a quelle indicate nella Tabella 1. In questi casi sono esclusi i ricoveri riguardanti il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), in quanto non compatibili con una fattispecie di infortunio.

Gli infortuni che non ricadono in nessuna delle tre definizioni di gravità, sopra descritte, sono stati definiti lievi.

 

Sono stati calcolati i tassi annuali di infortunio grezzi (per 10.000 anni-persona) ponendo a numeratore il numero di infortuni lievi o gravi rispettivamente per ciascuna delle tre definizioni. L’esposizione è stata definita a partire dalle settimane lavorate nell’anno, tenendo conto dei periodi di assenza per disoccupazione, malattia, cassa integrazione o maternità e della tipologia di contratto (full time/part time).

 

Risultati

Tra il 2001 e il 2012 sono stati selezionati 785.144 lavoratori per un totale di 3.775.807 anni-persona. Nello stesso periodo sono stati registrati 230.431 infortuni sul lavoro. Circa il 6% (n. 12.875) degli infortuni esaminati sono stati classificati come IGR, circa il 27% (n. 62.275) come IGP e circa il 10% (n. 22.822) come IGL (Figura 1). Complessivamente, circa il 9% (n. 19.898) degli eventi è stato classificato come grave sulla base di almeno due definizioni. Gli eventi considerati gravi con tutte e tre le definizioni sono stati il 2% e costituiscono il 7% degli IGP, il 20% degli IGP e il 35% degli IGR. Tra gli IGR, una elevata proporzione di infortuni (89%) è considerata grave da almeno una delle altre definizioni.

 

 

 

La Tabella 2 mostra i tassi annuali grezzi di infortunio lieve e grave tra il 2001 e il 2012, mentre la Figura 2 rappresenta le corrispondenti variazioni relative annuali, riferite al tasso del 2001. L’andamento dei tassi di infortunio è complessivamente in diminuzione. I tassi di infortuni lievi e IGR sono diminuiti del 52% tra il 2001 e il 2012; nello stesso periodo i tassi di infortuni IGP e IGL hanno una variazione negativa di entità minore, rispettivamente del 43% e del 36%. I tassi IGL e IGR calano nettamente tra il 2008 e il 2009, rimangono pressoché costanti fino al 2011 e poi diminuiscono nuovamente nel 2012. Al contrario, gli infortuni IGP calano in maniera più costante.

 

 

 

Discussione e conclusioni

Assumendo che gli infortuni considerati gravi da almeno due definizioni, elaborate con criteri diversi, abbiano una gravità clinica più rilevante, la definizione IGR, includendo prevalentemente infortuni considerati gravi da almeno una delle altre due, sembra identificare con maggiore accuratezza gli infortuni più gravi. Nonostante ciò, la bassa numerosità di infortuni potrebbe tuttavia non rendere questo l’indicatore appropriato in analisi stratificate che considerino partizioni molto fini, a causa di possibili problemi legati alla potenza statistica. Pertanto, sarebbe opportuno limitare l’utilizzo di questo indicatore ad analisi di tipo ecologico o preferire uno degli altri due.

 

Esaminando i trend temporali si evidenzia un andamento in decrescita dei tassi di infortunio nel periodo di studio, ma con diversa intensità a seconda dell’indicatore utilizzato: l’andamento è molto più accentuato per i tassi di infortunio lieve e minore per i tassi di infortunio grave IGP, IGL e IGR (ad eccezione, per quest’ultimo, del dato del 2012 per cui la tendenza è meno in linea con quella precedente e dovrà essere verificata tramite l’analisi di dati sugli anni più recenti). Risultati che riportano trend in diminuzione per i tassi di infortunio lieve più marcati rispetto a quelli gravi sono stati ottenuti anche da uno studio americano in cui si afferma che le stime del trend del rischio di infortuni occupazionali sono generalmente affette da errore in assenza di una restrizione di gravità e uno dei possibili motivi riguarda il comportamento di notifica dei lavoratori (7).

 

Nei risultati presentati si evidenzia un brusco calo degli indicatori tra il 2008 e il 2009, in concomitanza con l’inizio della crisi economica. Nel periodo successivo i tassi di infortunio lieve e IGP continuano a calare in maniera costante, mentre la diminuzione nei tassi IGL e IGR subisce un rallentamento. Questa diversità nell’andamento dopo il 2008 dei tassi di infortunio lieve e grave sembra indicare una maggiore associazione tra ciclo economico e indicatori del rischio infortunistico che includono anche eventi lievi rispetto a quelli basati su eventi gravi. Ciò è coerente con la letteratura che indica tra le cause della maggiore associazione un possibile incremento nella sottonotifica (2). Gli indicatori IGR e IGL sembrano, quindi, descrivere in maniera migliore il trend del rischio infortunistico, poiché probabilmente meno influenzati dalla sottonotifica. Il limite principale di questo studio è che non sono disponibili dati relativi agli accessi al pronto soccorso, che avrebbero permesso di identificare infortuni gravi o acuti che non hanno richiesto un ricovero ospedaliero.

 

In conclusione, le analisi del trend del rischio infortunistico dovrebbero essere basate su indicatori che applicano restrizioni per la gravità degli eventi. In particolare, l’indicatore IGL sembra essere quello meno affetto dalla sottonotifica e con una potenza sufficiente per poter condurre anche analisi stratificate.

 

Dichiarazione sui conflitti di interesse

Gli autori dichiarano che non esiste alcun potenziale conflitto di interesse o alcuna relazione di natura finanziaria o personale con persone o con organizzazioni che possano influenzare in modo inappropriato lo svolgimento e i risultati di questo lavoro.

 

Riferimenti bibliografici

1. Azaroff LS, Lax MB, Levenstein C, et al. Wounding the messenger: the new economy makes occupational health indicators too good to be true. Int J Health Serv 2004;34(2):271-303.

2. Shannon HS, Lowe GS. How many injured workers do not file claims for workers' compensation benefits? Am J Ind Med 2002;42(6):467-73.

3. Nielsen KJ, Lander F, Lauritsen JM. The relationship between macroeconomic and industry-specific business cycle indicators and work-related injuries among Danish construction workers. Occup Environ Med 2015;72(4):271-6.

4. Alamgir H, Koehoorn M, Ostry A, et al. How many work-related injuries requiring hospitalization in British Columbia are claimed for workers' compensation? Am J Ind Med 2006;49(6):443-51.

5. Farina E, Giraudo M, Costa G, et al. Injury rates and economic cycles in the Italian manufacturing sector. Occup Med (Oxf) 2018;68(7):459-63.

6. Giraudo M, Bena A, Costa G. Migrant workers in Italy: an analysis of injury risk taking into account occupational characteristics and job tenure. BMC Public Health 2017;17(1):351.

7. Sears JM, Bowman SM, Rotert M, et al. Improving occupational injury surveillance by using a severity threshold: development of a new occupational health indicator. Inj Prev 2016;22(3):195-201.