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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Indice: Boll Epidemiol Naz 2022;3(2)

Rubrica EpiEuropa

 

FINLANDIA

Effetti negativi del fumo di tabacco di madre e nonna sul neonato

Uno studio finlandese ha approfondito gli effetti negativi sul neonato del fumo in gravidanza, analizzando le conseguenze dell’utilizzo del tabacco non solo da parte della madre ma anche della nonna.

 

Il campione oggetto dello studio è stato individuato nell’ambito del registro delle nascite finlandesi e include circa 24.000 triadi di nonna-madre-bambino con le seguenti caratteristiche: gestazione di almeno 22 settimane, feto del peso minimo di 500 grammi, data di nascita della madre tra il 1991 e il 2006, data di nascita del bambino tra il 2005 e il 2016.

 

Sono state, inoltre, raccolte informazioni sanitarie: abitudine al fumo della mamma e della nonna, salute della madre durante la gravidanza ed eventuali complicazioni, tipo di parto, caratteristiche del neonato e condizioni alla nascita.

 

Per analizzare l’associazione tra eventi avversi alla nascita e utilizzo del tabacco durante la gravidanza sia da parte della nonna e della madre che solo da una delle due è stato utilizzato il metodo di regressione logistica multipla. Il termine di riferimento è stata l’assenza di utilizzo di tabacco sia da parte della nonna che della madre.

 

Gli endpoint della ricerca sono il parto pretermine, il basso peso alla nascita, lo sviluppo ridotto in base all'età gestazionale (peso alla nascita, lunghezza alla nascita, circonferenza della testa) e la proporzionalità del corpo (basso indice ponderale, alto rapporto cervello-corpo, alto rapporto testa-lunghezza).

 

I risultati di questo studio hanno portato alla conclusione che gli effetti negativi del fumo combinato della nonna e della madre sul neonato sono più elevati rispetto al solo fumo materno, in particolare per quanto riguarda la lunghezza e il peso del bambino alla nascita.

 

Fonte: https://www.mdpi.com/...

 

GERMANIA

I medici di famiglia consigliano di praticare attività fisica: i risultati dello studio KomPaS

Nell’ambito dello studio trasversale “KomPaS: indagine sulla comunicazione e la sicurezza del paziente”, condotto tra maggio e settembre 2017, sono state intervistate telefonicamente 4.561 persone di età pari o superiore a 18 anni, che hanno dichiarato di essere state visitate in uno studio medico o in un ambulatorio nei 12 mesi precedenti all’intervista. In particolare, si è indagato come il medico promuovesse la pratica dell’attività fisica in base a sesso, età e stato socioeconomico. Il 28,6% dei partecipanti ha riferito di aver ricevuto indicazioni relativamente alla pratica dell’attività fisica negli ultimi dodici mesi. Sesso, età e stato socioeconomico rivestono un ruolo sulla frequenza con cui i partecipanti allo studio hanno ricevuto un intervento di promozione dell'attività fisica da parte di un medico. Ad esempio, gli uomini di 45-65 anni hanno riferito di aver ricevuto un intervento di praticare attività fisica più frequentemente rispetto ad altre classi d’età. Il gruppo con uno status socioeconomico medio ha riferito, dopo l’intervento di counselling, di aver apportato cambiamenti relativamente all’incremento di attività fisica rispetto al gruppo di popolazione appartenente a una classe economica inferiore o superiore.

 

Pur essendo uno studio con dati riferiti dai pazienti, appare evidente come il counselling per la promozione della pratica di attività fisica abbia un significativo potenziale di sviluppo in quanto facilmente accessibile da un’ampia fascia di popolazione e che le differenze di sesso, età e status socioeconomico dovrebbero essere prese in considerazione durante la consulenza sull'attività fisica, in modo che il medico possa fornire un intervento più mirato in base al gruppo di popolazione.

 

Fonte: https://edoc.rki.de/...

 

FRANCIA

Un algoritmo può individuare i casi di maltrattamenti su minori

I maltrattamenti sui minori rappresentano un problema di salute pubblica importante, ma non sufficientemente indagato.

 

Un gruppo di ricercatori francesi ha sviluppato un algoritmo per l’identificazione di minori da 0 a 5 anni che hanno subito un ricovero ospedaliero a causa di maltrattamenti e ha condotto uno studio presso l’Ospedale Universitario di Lione per testarne l’efficacia.

 

L’algoritmo è stato impostato per individuare bambini ricoverati per lesioni compatibili con maltrattamenti fisici, che sono stati suddivisi in “maltrattamenti altamente probabili” e “maltrattamenti sospetti”. I casi individuati grazie all’algoritmo sono stati successivamente valutati da un’équipe di medici legali, che ha studiato le lesioni e le dinamiche che hanno provocato tali lesioni, per confermare se fossero o meno casi di maltrattamento su minore.

 

Il valore predittivo positivo (VPP) dell’algoritmo per l’identificazione dei casi di “maltrattamenti altamente probabili” sembra essere, complessivamente, maggiore dell’80%. Nel gruppo d’età 0-1 anno, il VPP raggiunge il 94,4% per i casi di “maltrattamenti altamente probabili” e il 78,3% per i casi di “maltrattamenti sospetti”.

 

I risultati di questo studio indicano che questo algoritmo rappresenta uno strumento promettente per individuare le degenze ospedaliere di bambini di 0-5 anni legate a maltrattamenti, ma necessita di essere perfezionato per l’identificazione di casi sospetti e di essere applicato a un campione più significativo di bambini per poter essere utilizzato nella pratica quotidiana ospedaliera con l’obiettivo di individuare casi di maltrattamento nei bambini molto piccoli.

 

Fonte: beh.santepubliquefrance.fr

Data di creazione della pagina: 21 luglio 2022