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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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L’impegno del Veneto nella lotta al tabagismo

Fumo

Il Veneto ha iniziato la battaglia contro il fumo di tabacco negli anni ‘80 stringendo collaborazioni con la scuola e con l’associazionismo, in particolare collabora con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

 

A fronte di un problema di salute pubblica così rilevante e complesso la Regione del Veneto ha deliberato il “Programma Regionale di Prevenzione delle patologie fumo-correlate: piano strategico”.

I fronti su cui investe l’Assessorato alle Politiche Sanitarie sono le seguenti quattro aree di intervento con l’obiettivo di promuovere un approccio complessivo e integrato al fenomeno del fumo di tabacco:

1)  la prevenzione del fumo di sigaretta fra gli adolescenti;
2)  la disassuefazione dal fumo di sigaretta
3)  il controllo del fumo passivo
4)  l’attività di sorveglianza, monitoraggio, ricerca e valutazione

Per rendere attuativo il “Programma Regionale di Prevenzione delle patologie fumo-correlate: piano strategico” è stato nominato dalle Aziende ULSS del Veneto un Referente Aziendale e sarebbe importante individuare nell’ambito di ogni Azienda ULSS un servizio trasversale sanitario e sociale specificamente dedicato.

 

Prevenzione tabagismo nei giovaniCopertina Kit anti fumo

 

 

La Regione del Veneto è da sempre impegnata sul fronte della lotta al tabagismo e, particolare attenzione, viene posta alla prevenzione del fumo di tabacco tra i giovani.

 

Questo perché, oggi quanto mai, risulta essere necessaria un’azione specifica da svolgersi tempestivamente sulla base di ricerche effettuate negli ultimi anni che registrano in molti Paesi, Italia compresa, un aumento dell’abitudine al fumo tra i giovani e i giovanissimi ed, in particolare, le ragazze.

 

A tal riguardo, la ricerca “Health Behavior in School-aged Children” (HBSC, 2001-2002) sui comportamenti legati alla salute in ragazzi di età scolare (11-13 e 15 anni), indagine promossa dall’Oms, ha messo in evidenza che il 38,6% del campione veneto dichiara di avere provato a fumare e un dato interessante riguarda la sperimentazione che va aumentando con l’età: a quindici anni oltre il 60% dei ragazzi senza differenza di genere hanno provato a fumare una sigaretta.

 

L’età media della prima sigaretta si attesta intorno ai dodici anni e mezzo.

Inoltre, dalla letteratura internazionale emerge che se le persone non iniziano a fumare durante l’adolescenza, hanno una bassa probabilità di diventare un fumatore regolare in età adulta, che esiste una forte correlazione tra l’età di iniziazione al fumo e la probabilità di diventare un forte fumatore regolare, che la dipendenza aumenta con l’età e che un alto grado di assuefazione si instaura solo dopo alcuni anni dall’iniziazione al fumo  e che, quindi, prima si inizia a fumare, prima si instaura l’abitudine strutturata al fumo.

Da tali premesse, si comprende l’importanza di intervenire il più tempestivamente possibile al fine di prevenire o ritardare l’iniziazione al fumo tra i giovani ed il passaggio dalla sperimentazione al fumo abituale.

Progetti di prevenzione in ambito scolastico proposti dalla Regione del Veneto alle scuole:

 

Il controllo del fumo passivo

 

Il rispetto della normativa esistente, anche alla luce delle novità legislative, diviene di fondamentale importanza nella società che sempre più lo richiede. Inoltre, la creazione di ambienti (scolastici, domestici, lavorativi e sanitari) liberi dal fumo è condizione necessaria per la sviluppo di qualsiasi strategia per il controllo del fumo di tabacco. Pertanto ciascuna azione proposta deve essere integrata con quanto proposto nelle altre linee di azioni del programma regionale complessivo.Il progetto si prefigge di rendere facilmente disponibile la normativa esistente e agile la sua applicazione, anche attraverso un’attività di formazione specifica. La creazione di ambienti liberi dal fumo prevede azioni di sensibilizzazione al problema dell’esposizione al fumo passivo, l’utilizzo di strumenti di supporto all’azione di monitoraggio e la collaborazione tra operatori sanitari e quanti altri direttamente o indirettamente coinvolti nel problema.
Il controllo del fumo passivo si articola nel due obiettivi specifici:

1. Facilitare l’applicazione della normativa che limita il fumo di tabacco negli ambienti di vita e di lavoro soggetti a limitazione normativa

 

FumoFormazione per il personale dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Ulss del Veneto sugli aspetti igienico-sanitari, legislativi e tecnologici del fumo di tabacco.
Sono stati organizzati due corsi.
Il primo tenutosi nel dicembre 2003 e indirizzato a medici, assistenti sanitarie e tecnici dei Dipartimenti di Prevenzione ha affrontato, nella prima giornata, il problema del tabacco dal punto di vista epidemiologico e  normativo, mentre nella seconda giornata sono stati illustrati gli aspetti legati alla valutazione degli impianti di ventilazione per il ricambio dell’aria.
Il secondo corso, organizzato nel dicembre 2004, alla luce delle novità legislative, è stato principalmente centrato sugli aspetti della vigilanza e della valutazione degli impianti di ventilazione, conoscenze e capacità pratiche richieste nell’ambito delle attività ordinarie di vigilanza di competenza del personale dei Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione.

 

 

2. Ridurre l’esposizione al fumo passivo:

  • negli ambienti domestici

  • negli ambienti di lavoro

  • negli ambienti scolastici

  • negli ambienti di cura

Per quanto attiene alla riduzione dell’esposizione al fumo passivo negli ambienti domestici è attivo il programma di counselling ostetricoMamme Libere dal Fumo’ .
“Mamme libere dal fumo” è programma che prevede l’intervento del personale ostetrico e dei volontari della Lega Tumori per sostenere le mamme ed i papà che vogliono smettere o hanno smesso di fumare, con particolare riferimento alle donne nel periodo gestazionale e puerperale. A tal fine le ostetriche del Veneto, tramite un accordo con la Federazione Nazionale dei Collegi Ostetrici, sono state formate ad effettuare un’azione di counselling breve strutturato rivolto alle donne, in particolare quelle in gravidanza. Un opuscolo ed un bindello per richiamare il rispetto (almeno) della cameretta del neonato vengono distribuiti nel corso del contatto con la donna. Per le donne che richiedessero un maggiore sostegno, su segnalazione dei ginecologi o delle ostetriche, in particolare quelle impegnate nei corsi di preparazione al parto, la Lega Tumori assicura un supporto ulteriore, costituito dai corsi per smettere di fumare e dalla consulenza di personale esperto. Il follow up prevede un rinforzo nel corso di ogni successivo contatto con la donna ed il monitoraggio a sei mesi ed un anno.

Fumo

Per quanto attiene alla riduzione dell’esposizione al fumo passivo negli ambienti scolastici e negli ambienti lavorativi  sono quasi ultimate due guide per l’applicazione della normativa e la creazione di ambienti liberi dal fumo