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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Obiettivi di sviluppo per il millennio nella Regione europea

17 giugno 2010 - A cinque anni dal termine del 2015 fissato per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, l’Oms Europa fa il punto della situazione attraverso il rapporto “Millennium Development Goals in the WHO European Region. A situational analysis at the eve of the five-year countdown” (pdf 350 kb). Messaggio centrale del documento è la necessità di un rafforzamento dei sistemi sanitari, dove per sistemi sanitari s’intende, secondo la dichiarazione di Tallin, “l’insieme di tutte le organizzazioni pubbliche e private, le istituzioni e le risorse destinate a migliorare, mantenere o ripristinare la salute. I sistemi sanitari comprendono sia i servizi alle persone, sia quelli alla popolazione, sia le attività volte ad influenzare le politiche e le azioni di altri settori che agiscono sui determinanti ambientali ed economici della salute”.

 

Mortalità materna e infantile

Dal 1990 al 2007, la mortalità infantile sotto i cinque anni è passata dai 32 ai 15 decessi ogni 1000 nati vivi e il tasso d’immunizzazione contro il morbillo ha raggiunto nel 2008 il 94%.

 

Anche la mortalità materna è diminuita, passando dai 39 decessi ogni 100 mila nati vivi nel 1990 ai 27 nel 2005. In alcuni Paesi tra i dati riportati e i dati reali è tuttavia presente una discrepanza che va colmata con ulteriori sforzi.

 

Hiv, tubercolosi e malaria

A partire dal 2000 i nuovi casi di Hiv diagnosticati hanno avuto un continuo declino, anche se in alcune regioni, soprattutto dell’Est europeo, le nuove infezioni sono aumentate. La copertura con terapie antiretrovirali altamente attive nella Regione è aumentata e al dicembre 2007 coinvolgeva circa 435 mila persone.

 

Anche se la prevalenza della tubercolosi è diminuita, passando dal 2000 al 2007 dai 68 ai 51 casi ogni 100 mila abitanti, i traguardi del millennio sono ancora lontani: il tasso massimo di mortalità da raggiungere entro il 2015 è pari a 3 ogni 100 mila abitanti, contro il 7 del 2007 e anche gli obiettivi di diagnosi sono ancora lontani dall’obiettivo finale stabilito.

 

Migliore la situazione sulla malaria. A partire dal 1995, gli interventi intensivi contro la malaria hanno portato a una sostanziale riduzione dei nuovi casi (dai quasi 91 mila del 1995 ai 589 del 2008). Al momento, nuovi casi sono stati riportati in 6 dei 53 Paesi membri: Azerbaigian, Georgia, Kirghizistan, Tagikistan, Turchia e Uzbekistan, ma tutti sono entrati nella fase di eradicazione.

 

Povertà e fame

Negli anni ’90, molti Paesi, soprattutto dell’Europa dell’est e dell’Asia centrale, sono stati protagonisti di una rapida ascesa della povertà. Ad oggi, circa il 30% delle persone che vive nell’Est europeo e nell’Asia sono considerate povere o vulnerabili e le attese per il futuro non fanno ben sperare: per ogni punto percentuale di diminuzione del Pil in questi territori, ci si aspetta infatti che i poveri aumentino di circa 5 milioni. L’obiettivo di sviluppo per la riduzione della fame è seriamente minacciato e se non ci sarà un’inversione di tendenza, il traguardo prefissato per il 2015 non potrà essere raggiunto.

 

Istruzione e disuguaglianze di genere

Anche per quanto riguarda l’accesso all’istruzione, le regioni dell’Asia centrale e del Caucaso sono le più svantaggiate e rischiano di non raggiungere l’obiettivo per un’educazione primaria universale entro il 2015. In queste regioni la mancata frequenza e l’abbandono degli studi sono molto comuni e la percentuale di persone che termina l’istruzione secondaria è molto bassa. Potenziare gli interventi nel settore dell’educazione è fondamentale, anche perché il legame tra livello d’istruzione e salute è ormai universalmente riconosciuto.

 

Anche la lotta alle disuguaglianze di genere richiede maggiori sforzi. In molti Paesi le differenze nel livello d’istruzione tra maschi e femmine sono ancora molto marcate e la presenza delle donne tra le alte cariche dello stato rimane, malgrado qualche piccolo passo in avanti, piuttosto bassa. In generale le donne sono pagate meno degli uomini e occupano spesso posizioni di minor rilievo. Il fenomeno è ancora molto marcato e ha una forte influenza anche sulla salute, su fenomeni come la violenza contro le donne e sull’esposizione a comportamenti a rischio.

 

Ambiente di vita

Nella Regione europea dell’Oms circa 140 milioni di persone (il 16% della popolazione) non hanno una connessione all’acqua potabile in casa, circa 85 milioni (il 10%) non hanno adeguati servizi sanitari e circa 41 milioni (5%) non hanno accesso all’acqua potabile. L’accessibilità all’acqua è una delle più grandi sfide per l’intera Regione e i cambiamenti climatici colpiscono la salute sia direttamente attraverso le ondate di calore, sia indirettamente attraverso il loro impatto sul cibo.

 

Assistenza oltreoceano e accesso ai medicinali

Anche per quanto riguarda l’assistenza allo sviluppo oltreoceano (Oda), serve di più. Nella Regione europea dell’Oms solo Danimarca, Lussemburgo, Olanda, Norvegia e Svezia hanno investito lo 0,7% delle proprie risorse per il rafforzamento dei sistemi sanitari oltreoceano. Ma se si vogliono raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio è necessario fare molto di più.

 

Rimangono alte anche le preoccupazioni legate all’accesso ai medicinali. La distribuzione e i sistemi di rimborso devono essere rafforzati per incrementare l’accesso alle terapie, seriamente minacciato dalla crisi finanziaria.

 

Sul sito dell’Oms Europa, consulta il rapporto completo (pdf 350 kb).