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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Morti premature e prevenzione: il rapporto Oms

5 novembre 2009 - I principali fattori di rischio misurati in termini di mortalità sono l’ipertensione (responsabile del 13% dei decessi), il fumo (9%), l’alta concentrazione di glucosio nel sangue (6%), l’inattività fisica (6%), il sovrappeso e l’obesità (5%). Se misurati intermini di Daly (disability-adjusted life years), invece, i principali fattori di rischio sono stati individuati nel sottopeso (6% dei Daly’s a livello globale), nel sesso non sicuro (5%), nel consumo eccessivo di alcol (5%) e nella mancanza di acqua pulita, di fogne e di igiene (4%). Sono questi alcuni dei dati che emergono dal rapporto dell’Oms “Global health risks”, pubblicato il 27 ottobre 2009. Il report aggiorna la precedente versione del 2004.

 

I fattori di rischio

I cinque principali fattori di rischio (sottopeso durante l’infanzia, sesso non protetto, abuso di alcol, scarsa igiene di acqua e fogne, ipertensione) sono responsabili a livello globale di un quarto dei decessi e di un quinto dei Dalys e si calcola che una riduzione dell’esposizione a questi fattori aumenterebbe l’aspettativa di vita di quasi 5 anni.

 

Otto fattori di rischio (abuso di alcol, fumo, ipertensione, alto indice di massa corporea, alto tasso di colesterolo, alta concentrazione di glucosio nel sangue, basso consumo di frutta e verdura e inattività fisica) sono invece responsabili del 61% dei decessi per malattie cardiovascolari e se combinati tra loro questi fattori diventano responsabili di circa i tre quarti delle malattie cardiache ischemiche, prima causa di morte a livello globale. Anche in questo caso una riduzione dell’esposizione ai fattori di rischio, alzerebbe l’aspettativa di vita di circa 5 anni.

 

Nel 2004 circa 10,4 milioni di bambini sono morti, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito e il 39% di questi decessi (circa 4,1 milioni) è stato determinato dalla malnutrizione, dal sottopeso, da un non ottimale allattamento al seno e da rischi ambientali prevenibili. La maggior parte delle morti prevenibili è avvenuta in Africa (39%) e nell’Asia sud-orientale (43%).

 

Per quanto riguarda i tumori, sono nove i fattori di rischio e sette le infezioni alla base del 45% dei decessi per cancro. E la proporzione sale per alcuni specifici tipi di tumore: il fumo, per esempio, è responsabile del 71% dei tumori ai polmoni e del 18% dei decessi nei Paesi ad alto reddito.

 

Gli obiettivi del rapporto

In generale i rischi per la salute sono in una fase di transizione: la popolazione invecchia, le abitudini legate ai cattivi stili di vita stanno cambiando e nelle regioni più svantaggiate l’impatto delle malattie croniche non trasmissibili è raddoppiato, così come quello delle malattie infettive che tradizionalmente colpiscono i meno abbienti.

 

Per questo motivo è importante analizzare e comprendere a fondo il ruolo dei vari fattori di rischio e, sulla base di questo, sviluppare strategie chiare ed efficaci per migliorare le condizioni di salute della popolazione a livello globale. In questo senso il rapporto dell’Oms è uno strumento indispensabile per la messa a punto di politiche di intervento sanitario utili ed efficaci, in particolare se associato ad altri tipi di informazioni sui costi e sui benefici dei vari interventi.

 

I contenuti

Dopo una prima parte introduttiva sugli obiettivi del rapporto, sullo studio dei fattori di rischio e sui dati precedenti relativi al 2004, il documento presenta i dati suddividendo i fattori di rischio in sei grandi aree: l’infanzia e la malnutrizione, i rischi legati all’alimentazione e all’inattività fisica, la salute riproduttiva e sessuale, le sostanze che danno dipendenza, i rischi ambientali e i rischi sul lavoro. Nel terzo e ultimo capitolo, invece, il rapporto analizza gli effetti determinati dalla combinazione di più fattori di rischio e illustra i benefici che deriverebbero da un intervento sui vari determinanti di salute.

 

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