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World Health Statistics 2014

22 maggio 2014 - Le persone vivono più a lungo: è quanto salta agli occhi leggendo il “World Health Statistics 2014” pubblicato dall’Oms con i dati di 194 Paesi. Ad oggi, una bambina nata nel 2012 ha un’aspettativa di vita media di 73 anni, e un bambino di 68. Sei anni in più rispetto all’aspettativa di vita media per un bambino nato nel 1990.

 

I dati contenuti nel rapporto sottolineano come i maggiori progressi siano stati raggiunti nei Paesi a basso reddito in cui, tra il 1990 e il 2012, è stato registrato un aumento della vita media di nove anni, con valori che raggiungono anche +20 anni (da 42 a 62 anni) in Liberia.

 

Tuttavia, nonostante questi progressi, il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri rimane notevole. Un bambino nato nel 2012 in un Paese ad alto reddito vivrà mediamente 76 anni, 16 in più rispetto a un suo coetaneo nato in un Paese a basso reddito e, per le ragazze, la differenza si fa ancora più marcata con un gap di 19 anni (82 anni vs 63 anni).

 

Ciò che emerge dal rapporto è infatti anche una profonda differenza di genere: ovunque nel mondo le donne vivono mediamente più a lungo degli uomini.

 

Il record dell’aspettativa di vita spetta alle giapponesi (87 anni), seguite da Spagna, Svizzera, Singapore (85,1 anni) e Italia (85 anni). La maggiore aspettativa di vita per gli uomini viene invece registrata per Islanda (81,2 anni), Svizzera (80,7 anni), Australia (80,5), Isrele, Singapore, Nuova Zelanda e Italia (80,2 anni).

 

Tabella. Aspettativa di vita alla nascita nel 2012 dei  primi 10 paesi nel mondo

 

Fonte Oms, World Health Statistics 2014

 

 

Dall’altro lato della scala, l’aspettativa media di vita è inferiore a 55 anni in 9 Paesi dell’Africa sub sahariana (Angola, Repubblica Centro Africana, Ciad, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Lesotho, Mozambico, Nigeria e Sierra Leone).

 

Il rapporto in breve

Di seguito i principali risultati riportati nel documento dell’Oms:

  • malattie coronariche, infezioni delle vie respiratorie e infarto sono le prime tre cause di morte prematura
  • i dati raccolti indicano che, nel mondo, stanno cambiando le cause responsabili della morte prematura della popolazione. Infatti, in 22 Paesi africani, il 70% o più di anni di vita persi (a causa di morti premature) sono riconducibili a malattie infettive e alle patologie correlate. In 47 Paesi (per lo più ad alto reddito) oltre il 90% degli anni di vita persi è riconducibile a malattie croniche e incidenti. Inoltre, in più di 100 Paesi malattie non trasmissibili e incidenti stanno diventando le due cause principali di morte
  • nel mondo, la percentuale di bambini sotto i 5 anni obesi o in sovrappeso è del 6,7%, ovvero circa 44 milioni di bambini
  • la maggior parte dei bambini di età inferiore ai cinque anni, deceduta nel 2012, era nata prematuramente (17,3%) e la polmonite è stata la causa più frequentemente diagnosticata (15,2%)
  • ttra il 1995 e il 2012, 56 milioni di persone in tutto il mondo sono state trattate con successo per la tubercolosi, tuttavia, nel 2012, circa 450 mila persone hanno sviluppato tubercolosi multi resistente ai farmaci.

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