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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Oms: il rapporto sulla salute dell’Africa

(traduzione e sintesi a cura della redazione di EpiCentro)

 

I segnali sono presenti in tutto il continente: l’Africa sta adottando strumenti interni per risolvere i problemi sanitari.

 

In Uganda, il 50% di tutti i pazienti affetti da Hiv/Aids ha ricevuto farmaci salvavita antiretrovirali grazie a un programma innovativo per la formazione di infermieri su alcune delle attività tradizionalmente svolte da medici, e di operatori sanitari di comunità su alcune attività infermieristiche. Nel Mali, i programmi per la ripartizione dei costi nella comunità hanno fornito, a trentacinque dei cinquantasette centri sanitari di comunità, personale addestrato in materia di ostetricia e tagli cesarei di emergenza, rendendo disponibili questo tipo di interventi e cure a migliaia di donne che prima non se lo sarebbero potuto permettere. In Ruanda, una campagna per la sicurezza stradale gestita dalla polizia, che prevede multe per mancato uso di cintura di sicurezza o casco, ha portato a una riduzione di circa un quarto del numero di incidenti mortali su strada in un anno. In Sudafrica, infine, c’è un treno su cui viaggiano giovani medici e studenti di medicina dell’ultimo anno per recarsi in zone agricole isolate dove altrimenti non ci sarebbe accesso a servizi medici di base. Questo servizio ha finora erogato assistenza sanitaria a 500.000 persone, e screening e istruzione sanitaria ad altre 800.000.

 

Questi passi avanti e altri registrati in “The African Regional Health Report: The Health of the People”, il primo rapporto incentrato sulla salute dei 738 milioni di persone che vivono nella Regione africana dell’Organizzazione mondiale della sanità, lasciano sperare che col tempo la Regione riuscirà ad affrontare le enormi sfide sanitarie che le stanno di fronte, con un adeguato sostegno internazionale.

 

Soluzioni efficaci e successi
“L’Africa affronta la crisi sanitaria più drammatica del mondo, ma questo rapporto dimostra che esistono soluzioni per la sanità pubblica nel contesto africano. Queste soluzioni possono essere estese a tutti gli africani in difficoltà, sempre che i governi traggano insegnamento dagli interventi ben riusciti, oltre a cercare un miglior coordinamento con gli sforzi dei partner internazionali”, dice Alpha Oumar Konaré, Presidente della Commissione dell’Unione Africana.

Il Rapporto fornisce un’analisi globale delle questioni sanitarie di maggior rilievo e del progresso fatto a riguardo nella regione africana.

  • L’Hiv/Aids continua a devastare l’Africa, dove vive l’11% della popolazione mondiale ma il 60% dei sieropositivi. Sebbene l’Hiv/Aids sia tuttora la principale causa di mortalità fra gli adulti, sempre più persone ricevono farmaci salvavita. Il numero di persone sieropositive curate con antiretrovirali è aumentato di otto volte, salendo da 100.000 nel dicembre 200 a 810.000 nel dicembre 2005
  • più del 90% dei 300–500 milioni di casi di malaria stimati nel mondo ogni anno colpiscono africani, soprattutto bambini di meno di cinque anni, ma molti Paesi stanno migliorando le politiche per il trattamento. Dei 42 Stati africani dove la malaria è endemica, 33 hanno adottato una terapia combinata a base di artemisinina, cioè con i farmaci antimalarici più efficaci disponibili oggi come prima linea
  • l’oncocerchiasi è stata eliminata come problema di sanità pubblica e il lavoro di controllo della dracunculosi ha portato a una riduzione del 97% nei casi dal 1986. Per quanto riguarda la lebbra, si è arrivati quasi all’eliminazione (meno di un caso su diecimila abitanti nella Regione)
  • la maggior parte dei Paesi sta realizzando buoni progressi nella lotta alle malattie infantili prevenibili. La poliomielite è stata quasi eradicata, e 37 Stati sono vicini al traguardo di almeno il 60% dei bambini vaccinati contro il morbillo. In generale i decessi per morbillo sono diminuiti di più del 50% dal 1999. Solo nel 2005, 75 milioni di bambini sono stati vaccinati contro questa malattia.

C’è ancora molto da fare
Il rapporto concentra l’attenzione mondiale sui recenti successi, ma presenta anche una realistica valutazione dei principali ostacoli, come l’elevato tasso di mortalità tra madri e bambini in tutta la regione. Dei 20 Paesi con i maggiori tassi di mortalità materna nel mondo, 19 si trovano in Africa; questa Regione detiene anche il triste primato mondiale di mortalità neonatale. Bisogna infine considerare il carico rappresentato per i sistemi sanitari africani dalla malattie mortali trasmissibili, associato a tassi crescenti di malattie non trasmissibili. Le necessità sanitarie di base sono ancora negate a molti: solo il 58% delle persone che vivono nell’Africa subsahariana ha accesso a forniture d’acqua sicura. Le malattie non trasmissibili, come ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete, sono in aumento; e, infine, gli infortuni rimangono tra le principali cause di decesso nella Regione.

 

“Sappiamo quali sono le sfide e come affrontarle, ma siamo consapevoli, d’altra parte, che i fragili sistemi sanitari africani costituiscono una barriera enorme a un’applicazione più estesa delle soluzioni evidenziate in questo rapporto. Se intendiamo continuare a progredire, i governi africani e i loro partner devono impegnarsi con decisione e investire più fondi nel rafforzamento dei sistemi sanitari”, afferma Luis Gomes Sambo, direttore dell’Ufficio regionale Oms per l’Africa.

 

Leggi il comunicato originale e scarica il rapporto.

Data di creazione della pagina: 20 dicembre 2006