La salute è un diritto? Dipende da dove vivi
Salute e accesso ai servizi sanitari nel villaggio
globale - seminario, 7 aprile 2005 - ospedale Bufalini Ausl Cesena
Claudio Venturelli - entomologo, Ausl Cesena
Parlare di
farmaci è tanto attuale quanto complesso. Dietro a questi prodotti,
indispensabili per la salute e la sopravvivenza di molti bambini, donne
e uomini nel mondo, esiste un ricco mercato nel quale soldi e potere la
fanno da padroni. L’accesso ai farmaci essenziali è stato un argomento
trainante del seminario “Salute e accesso ai servizi sanitari nel
villaggio globale”, svoltosi giovedì 7 aprile a Cesena presso l’ospedale
Bufalini, organizzato dal Dipartimento di sanità pubblica della locale
Ausl in collaborazione con il comune di Cesena, la Società nazionale
operatori della prevenzione (Snop) e l’associazione Salem. Nel corso dei
lavori si è mantenuta una visione locale delle problematiche globali:
questo ha senso in quanto il “villaggio globale” può essere paragonato a
una grande città alla quale appartiene anche il nostro territorio come
fosse un suo quartiere. Ecco allora che quella “città globale” deve
imparare a far convivere culture e necessità diverse per la ricerca di
una armonia fondata sul rispetto e l’accettazione reciproca.
Maria Basenghi, direttore generale dell’Ausl di
Cesena, nella sua introduzione ha espresso un concetto fondamentale
sottolineando che la salute va affrontata sotto differenti punti di
vista e con approcci diversi: così mentre il clinico aspetta che i
pazienti vadano da lui, gli operatori dei dipartimenti di sanità
pubblica vanno in cerca delle persone per cogliere i bisogni e
organizzare una adeguata risposta.
Fausto Aguzzoni, assessore alla sanità del comune
di Cesena, ha ricordato che 1/3 della popolazione mondiale non ha
accesso alle cure: 2 miliardi di individui, mentre 15 milioni di persone
muoiono ogni anno a causa di malattie infettive e ha illustrato gli
impegni dell’amministrazione comunale per garantire “maggiore giustizia
sociale” agli immigrati.
Angelo Stefanini, docente di Medicina della
comunità presso l’Università di Bologna, ha affrontato l’argomento
inquadrandolo nel concetto di salute globale. Stefanini ha anche parlato
dei costi dell’assistenza sanitaria e sociale in certe realtà del mondo
che sono dipendenti da ridotto reddito e produttività, disoccupazione,
impatto sul lavoro familiare e impatto sulle reti sociali. Ha
evidenziato come si stia assistendo alla “femminilizzazione della
povertà” nei Paesi più poveri del mondo ma non solo. Per contrastare il
sistema proponendo nuovi modelli è necessario partire da tre imperativi:
clinico; professionale ed etico.
Gianfranco De Maio, responsabile medico di Medici
senza frontiere (Msf) in Italia, ha illustrato la campagna lanciata da
Msf che chiede: differenziazione dei prezzi; rilancio di ricerca e
sviluppo; riappropriazione da parte dei governi delle politiche
sanitarie. L’organizzazione di Msf si fa carico di pazienti Hiv positivi
in Paesi a basso reddito dal 1993. Sono stati raggiunti risultati
soddisfacenti in quanto si è avuto un enorme abbassamento dei prezzi,
grazie soprattutto alla competizione dei generici. De Maio ha espresso
preoccupazione perché in conseguenza dell’introduzione dei brevetti
farmaceutici in India la fornitura di farmaci accessibili per i Paesi
poveri rischia di interrompersi. Tra le diverse malattie che mettono a
rischio la salute e la vita di milioni di persone, De Maio ha parlato
della malaria chiedendo l’introduzione ubiquitaria delle terapie di
combinazione con derivati dell’artemisina (farmaco di grande efficacia).
Per concludere De Maio ha detto che Msf si è posta
tre obiettivi principali:
-
garantire e aumentare l’accesso ai farmaci esistenti;
-
assicurare la produzione di farmaci abbandonati o a rischio di esserlo;
-
stimolare la ricerca e lo sviluppo nel campo delle malattie trascurate.
Mauro Palazzi, medico dell’Ausl cesenate, ha illustrato un progetto di notevole impatto sociale e sanitario: "Progetto Salem: assistenza sanitaria agli immigrati irregolari nella Ausl di Cesena”. Palazzi ha evidenziato che i problemi degli immigrati sono soprattutto sociali e poi sanitari. Gli immigrati hanno subito sradicamento dai loro luoghi di origine, si scontrano con barriere linguistiche e culturali, mancanza di supporto sociale e familiare, difficoltà di accesso ai servizi e precarietà socioeconomica che portano ad avere abitazioni fatiscenti e lavoro stagionale, precario e in “nero”. Gli obiettivi del “Progetto Salem” sono:
-
definire all’interno dell’Ausl le modalità di erogazione dei servizi sanitari alle diverse tipologie di immigrati;
-
darne informazione alla popolazione interessata, agli operatori dei servizi sanitari e degli enti coinvolti, e alle associazioni che si occupano di immigrazione;
-
creare percorsi specifici, volti a facilitare l'accesso ai servizi sanitari per offrire un'assistenza di base e specialistica agli stranieri non iscritti al Ssn e alle persone che vivono in particolari condizioni di disagio economico, sociale e culturale (indigenti, nomadi…);
-
aumentare le conoscenze sulle caratteristiche del fenomeno dell’immigrazione irregolare nel territorio dell'Ausl di Cesena, con particolare riguardo agli aspetti di natura sanitaria.
Palazzi ha concluso affermando che ci sono stati alcuni risultati interessanti: è però necessario un grande impegno per cercare di migliorare impegnandosi sull’ascolto dei bisogni.