Diseguaglianze di salute in Italia
La perdita della salute dipende anche da cause
sociali, tanto che la collocazione sociale influenza la condizione dei
malati determinando perfino gli esiti della malattia. Questa
considerazione, unita al fatto che è ampiamente dimostrata la validità
di un modello di welfare state che integri un sistema di
sicurezza sociale e un servizio sanitario nazionale pubblici sono al
centro del rapporto sulle Diseguaglianze di salute in Italia
pubblicato da Epidemiologia e prevenzione, e curato da Giuseppe Costa,
epidemiologi dell'Università di Torino, Carlo Perucci, del dipartimento
di epidemiologia dell'Asl Roma E e Cesare Cislaghi, presidente
dell'Associazione italiana di epidemiologia.
Oltre a identificare i tre determinanti che
contribuiscono allo stato di salute di una popolazione, focalizzando
sullo stretto rapporto tra condizione economica, distribuzione delle
risorse e salute, il Rapporto, presentato e discusso nel forum
Diseguaglianze di salute in Italia, il 31 maggio 2005, presenta una
riflessione più generale sul welfare italiano e fornisce indicazioni
utili a ripensare questo modello. Le politiche sanitarie infatti,
secondo gli autori del rapporto, riflettono la struttura e anche la
crisi del sistema italiano odierno, dove non solo persistono ma si
ripropongono fratture storiche e diseguaglianze negli indicatori di
welfare tra le regioni del paese. I risultati dell'indagine confermano
lo svantaggio della zona meridionale del paese, in termini di condizioni
economiche, sociali e culturali, e di riflesso, sotto il profilo della
qualità dell'assistenza sanitaria. Alle diseguaglianze storiche si sono
aggiunte, negli ultimi anni, nuove questioni legate all'invecchiamento
della popolazione, all'immigrazione, alla disponibilità di nuove
tecnologie biomediche.
Il rapporto, sempre secondo gli autori, è
imperniato sul concetto di “equità” e si fonda sull'idea che “per
costruire un miglioramento complessivo della qualità di vita non sia
sufficiente stabilire una cura per ogni malattia e fare in modo che
questa sia accessibile a tutti. Bisogna dunque trovare una nuova
dimensione della salute che non sia determinata solo da fattori di
natura biologica. (…) Per eliminare o almeno cercare di limitare le
diseguaglianze in salute, utilizzare un criterio come l'equità vuol dire
costruire un sistema di prevenzione capace di rimuovere le cause che,
prescindendo dalla volontà del singolo, gli impediscono di raggiungere
il livello di vita desiderato.”
Leggi l'introduzione e il primo capitolo del
Rapporto - I determinanti delle diseguaglianze di salute in Italia