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Rapporto ASviS 2019: l’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile

È disponibile online il Rapporto 2019 dell’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Il documento, giunto alla sua quarta edizione, mostra brevemente la situazione complessiva e lo stato di avanzamento dei 193 Paesi delle Nazioni Unite rispetto al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 con particolare riferimento al posizionamento dell’Italia (con un dettaglio regionale) e dell’Unione europea. Il documento descrive le iniziative del Governo, del Parlamento e delle amministrazioni pubbliche messe in atto nel nostro Paese nell’ultimo anno e illustra alcune proposte presentate dall’ASviS con l’intento di favorire l’orientamento delle politiche nazionali nella direzione dello sviluppo sostenibile.

 

Cosa sono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile?

Il 25 settembre 2015 i Paesi delle Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, i cui elementi essenziali sono i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs nell’acronimo inglese), articolati in 169 target (e oltre 240 indicatori) da raggiungere entro il 2030. Il carattere innovativo dell’Agenda è quello di promuovere un modello di sviluppo sostenibile basato su un approccio integrato delle diverse dimensioni dello sviluppo, da quella ambientale a quelle sociali ed economiche.

 

SDGs in Italia e il confronto con l’Europa

Da un‘analisi approfondita della realtà italiana emerge che le disparità territoriali sono presenti nella maggior parte degli SDGs e le aree legate alle disuguaglianze sono tra quelle che necessitano di particolare attenzione.

In breve:

  • quasi la metà (44%) della popolazione residente nelle Regioni del Mezzogiorno vive in condizioni di povertà o esclusione sociale rispetto al 18% che risiede nel Nord
  • vi è un profondo divario territoriale legato all’educazione, con indicatori che rilevano esiti insoddisfacenti da parte delle scuole meridionali e dei loro studenti
  • il lieve miglioramento occupazionale osservato negli ultimi 4 anni non ha interessato il Mezzogiorno che presenta un tasso di occupazione statico e inferiore al 44%
  • si registra una forte discrepanza territoriale nell’accesso ai servizi e alle cure.

È da evidenziare che una diversa distribuzione degli indicatori sopra citati determina anche un diverso stato di salute e livello di benessere delle persone in termini di speranza di vita, morbosità e disabilità. Il rapporto indica chiaramente che l’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 (salute e benessere) è strettamente legato alla maggior parte degli altri obiettivi di sviluppo. La tutela della salute e il contrasto alle disuguaglianze di salute necessitano pertanto di un approccio olistico e intersettoriale che preveda la collaborazione e l’integrazione tra diversi settori delle politiche, sanitarie e non, che condividano l’obiettivo di “equità”.

 

L’analisi sull’andamento temporale degli SDGs rivela che, rispetto al 2016, nel 2017 l’Italia ha mostrato segni di miglioramento per 9 obiettivi (3, 5, 8, 9, 10, 11, 12, 16 e 17), una sostanziale stabilità per 2 (4 e 13), e un peggioramento per gli indicatori relativi agli obiettivi 1, 2, 6, 7, 14 e 15.

 

Esaminando un periodo temporale più ampio, 2010-2017, la situazione è migliorata per:

  • Obiettivo 2 (sconfiggere la fame) - per quanto riguarda l’alimentazione e l’agricoltura sostenibile si osservano segni di miglioramento nonostante una flessione osservata nell’ultimo biennio. A livello europeo la situazione del 2017 appare sostanzialmente invariata rispetto al 2010.
  • Obiettivo 3 (salute e benessere) - si è ridotta la probabilità di morte sotto i 5 anni registrata a partire dal 2015 e la proporzione standardizzata di persone sopra i 14 anni che non praticano alcuna attività fisica, sebbene sia aumentato il tasso di lesività grave e di mortalità per incidente stradale. Questo obiettivo mostra segni di miglioramento anche nell’analisi dell’andamento europeo: da un lato è aumentata la speranza di vita in tutti i Paesi mentre dall’altro è diminuito il tasso di mortalità da tubercolosi, epatite e HIV e la quota della popolazione che non ha ricevuto le cure mediche necessarie.
  • Obiettivo 4 (istruzione di qualità) - per quanto riguarda il livello di istruzione dal 2010 è stato osservato un deciso aumento sia della quota di persone di 30-34 anni laureate sia della quota di persone di 25- 64 che hanno completato almeno la scuola media superiore (tuttavia, nell’ultimo anno il tasso di abbandono scolastico è peggiorato). Questo obiettivo mostra segni di miglioramento anche nell’analisi dell’andamento europeo: è aumentata la quota di popolazione con un’educazione terziaria e di quella relativa agli adulti che partecipano alla formazione continua ed è diminuito sensibilmente il tasso di abbandono precoce dal sistema scolastico.
  • Obiettivo 5 (parità di genere) - l’indicatore riflette l’aumento della percentuale di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e della quota di donne presenti negli organi decisionali. Inoltre, a sostenere il buon andamento dell’indicatore composito, si segnala la tendenza crescente dei rapporti di femminilizzazione del tasso di occupazione e di quello dei laureati. Questo obiettivo mostra segni di miglioramento anche nell’analisi dell’andamento europeo in cui è aumentata la quota di donne che siedono nei parlamenti e di quelle che svolgono funzioni di senior manager.
  • Obiettivo 7 (energia pulita e accessibile) - questo indicatore, nonostante un miglioramento complessivo del sistema energetico osservato sino al 2013, a partire dal 2014 ha subito una flessione negativa dovuta alla riduzione della produzione di energia da fonti rinnovabili. Nell’analisi dell’andamento europeo questo obiettivo mostra invece segni di miglioramento, anche grazie all’aumento della quota di energie rinnovabili sul totale dei consumi energetici e alla diminuzione del valore pro capite dei consumi energetici delle famiglie.
  • Obiettivo 9 (imprese, innovazione e infrastrutture) - è stato osservato un miglioramento di tutti gli indicatori elementari di questo obiettivo, soprattutto quelli relativi alla diffusione di banda larga tra le famiglie, all’uso di internet, al tasso di ricercatori per 10.000 abitanti e alla quota di merci trasportate su ferrovia. A livello europeo la situazione del 2017 appare sostanzialmente invariata rispetto al 2010.
  • Obiettivo 12 (consumo e produzione responsabili) - è stato osservato il miglioramento di quasi tutti gli indicatori elementari, soprattutto l’indice di circolarità della materia e la percentuale di riciclo dei rifiuti. Questo obiettivo mostra segni di miglioramento anche nell’analisi dell’andamento europeo, con un miglioramento della produttività nell’uso delle risorse e del consumo di materia e delle emissioni di CO2 da nuove autovetture (tuttavia dal 2016, è stato registrato un leggero peggioramento causato dall’aumento della produzione di rifiuti).
  • Obiettivo 13 (lotta contro il cambiamento climatico) - l’indicatore headline di questo obiettivo (gas serra totali secondo l’inventario nazionale delle emissioni) è migliorato fino al 2014 per poi peggiorare nel triennio successivo, in corrispondenza della ripresa economica. Questo obiettivo mostra segni di miglioramento nell’analisi dell’andamento europeo perché si è ridotta l’intensità di emissioni del consumo energetico.
  • Obiettivo 17 (partnership per gli obiettivi) - in questo caso l’indicatore headline (quota dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo sul reddito nazionale lordo - RNL) è aumentato significativamente nel periodo 2014-2017, anche a causa dell’aumento degli aiuti agli immigrati, arrivando a rappresentare lo 0,3% del RNL. Al contrario, nei Paesi UE questo obiettivo mostra un peggioramento: in questo caso, l’andamento negativo dell’indicatore ha risentito delle diminuzioni delle importazioni europee da Paesi in via di sviluppo e dell’aumento del debito pubblico.

La situazione è invece peggiorata sensibilmente per:

  • Obiettivo 1 (sconfiggere la povertà) - dopo un andamento stazionario nel periodo 2012-2014, l’indicatore di questo obiettivo ha registrato un netto peggioramento nel corso degli anni successivi (nel biennio 2016-2017 la dinamica negativa è stata dovuta all’aumento della povertà assoluta e della povertà relativa, ed entrambe hanno registrato il valore più alto di tutta la serie storica osservata). A livello europeo la situazione del 2017 appare sostanzialmente invariata rispetto al 2010.
  • Obiettivo 8 (lavoro dignitoso e crescita economica) - la condizione economica e occupazionale ha osservato un peggioramento fino al 2014 e un lento recupero tra il 2015 e il 2017. Al contrario, nei Paesi UE, questo obiettivo mostra segni di miglioramento grazie alla riduzione della quota di giovani che non studiano e non lavorano (NEET) e all’aumento della quota di investimenti sul PIL e del tasso di occupazione.
  • Obiettivo 11 (città e comunità sostenibili) - nonostante il confronto con il dato del 2010 rimanga negativo, negli ultimi tre anni è stato osservato un miglioramento dovuto soprattutto al miglioramento degli indicatori relativi al riciclo e alla quota di rifiuti conferiti in discarica sul totale della raccolta, oltre che alla diminuzione del numero di persone che vivono in abitazioni con problemi strutturali o problemi di umidità. Al contrario, nei Paesi Ue, questo obiettivo mostra segni di miglioramento perché è aumentata la quota di rifiuti urbani riciclati, si è ridotta l’esposizione della popolazione a polveri sottili, e si è ridotto il numero dei morti dovuti a incidenti stradali.
  • Obiettivo 14 (vita sott’acqua) - il peggioramento di questo indicatore è dovuto all’aumento dell’attività di pesca e del sovrasfruttamento degli stock ittici registrata negli ultimi due anni. Al contrario, nei Paesi Ue, questo obiettivo ha visto un miglioramento di tutti gli indicatori elementari, in particolare, a partire dal 2013, è cresciuto l’indicatore relativo alle superfici marine comprese nella rete Natura 2000, raddoppiata in soli quattro anni.
  • Obiettivo 15 (vita sulla terra) - la tendenza negativa registrata nel proteggere e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre è causata dal netto peggioramento degli indicatori elementari relativi alla frammentazione del territorio e alla copertura del suolo. Il peggioramento è stato registrato anche a livello europeo a causa dell’aumento dell’impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale (tra il 2006 e il 2015 è cresciuta di circa 350 km² all’anno).
  • Obiettivo 16 (pace, giustizia e istituzioni solide) - all’andamento negativo di questo obiettivo concorrono vari fattori: se da un lato sono migliorati gli indicatori di criminalità e della quota di detenuti adulti nelle carceri italiane in attesa di primo giudizio, dall’altro è aumentato quello relativo al sovraffollamento delle carceri. A livello europeo la situazione del 2017 appare sostanzialmente invariata rispetto al 2010.

Infine, il confronto 2010-2017 mostra un andamento stabile per gli obiettivi 6 (acqua e servizi igienico-sanitari, a livello europeo non è stato possibile creare un indicatore composito a causa della mancanza di dati) e 10 (ridurre le disuguaglianze, a livello europeo la situazione del 2017 appare sostanzialmente invariata rispetto al 2010).

 

Risorse utili

 

Autrici: Raffaella Bucciardini e Angela Spinelli - Iss

Data di pubblicazione: 17 ottobre 2019