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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

2011-2017

25/5/2017 - Dalla PA di Trento i dati sulle anomalie congenite registrate nel 2015

Su un totale di 4572 parti registrati nel territorio della PA di Trento nel 2015 sono stati segnalati 112 casi di anomalie congenite, di cui 70 nati vivi e 42 interruzioni di gravidanza, con una prevalenza alla nascita pari a 24,6 per mille nati vivi (26,7‰ nel 2014, 25,7‰, nel 2013, 26,8‰ nel 2012 e 25,4‰ nel 2011). Il 75,9% delle donne che ha partorito un neonato con anomalia congenita, o che ha interrotto la gravidanza per diagnosi prenatale di difetto congenito, ha cittadinanza italiana e, tra le straniere, prevalgono le donne provenienti dai Paesi dell’Est Europa (51,9%), seguite da Asia (25,9%), Africa (14,8%) e America Latina (7,4%). Dei 112 casi, il 62,5% (70 casi) è stato classificato come isolato e il 37,5% (42 casi) come associato ad altre anomalie congenite. Nei 70 casi isolati gli apparati più frequentemente coinvolti sono: il cardiovascolare (22,9%), il muscolo-scheletrico (22,9%), l’urinario (18,6%), il sistema nervoso centrale (12,9%), il genitale (5,7%) e il gastrointestinale (4,3%). I casi associati sono stati ulteriormente suddivisi in casi con anomalie cromosomiche (28), con condizioni note (6) e condizioni malformative multiple non altrimenti classificabili (8). Per approfondire scaricai il “Rapporto annuale sintetico sui casi con anomalie congenite in Trentino. Anno 2015” (pdf 249 kb).

 

19/1/2017 - Abortività spontanea nella PA di Trento: i dati 2015

Nel 2015, nella PA di Trento sono stati registrati 542 aborti spontanei (-16% rispetto al 2014), di cui 40 tra donne non residenti in Trentino e 134 tra cittadine straniere, con un’età media di 34,2 anni. Nel 30,5% dei casi le pazienti avevano già vissuto un’esperienza di aborto spontaneo e nel 10,7% avevano effettuato in passato almeno un’interruzione volontaria di gravidanza. Il 75,7% degli aborti si è verificato entro la decima settimana gestazionale completa, con un’età gestazionale modale pari a 9 settimane (media=9,5 settimane). Per quanto riguarda il concepimento, su 542 casi di aborti spontanei il 4,2% è avvenuto a seguito di una tecnica di riproduzione medico assistita (nel 2014 erano il 4%, nel 2013 e 2012 il 3,9% e nel 2011 il 3%). Nel report sono riportati per la prima volta in modo organico i dati degli aborti spontanei afferiti e gestiti in modo esclusivo presso le strutture di Pronto soccorso (PS) della PA di Trento, per una numerosità di 378. Questa quota rappresenta il 41,1% della casistica annuale complessiva degli aborti spontanei. Viene sottolineata l’opportunità di una registrazione sistematica degli aborti spontanei osservati e gestiti in modo esclusivo presso le strutture di PS, considerato anche il fatto che la tendenza a una gestione esclusiva in PS appare in aumento; l’utilizzo esclusivo dei modelli Istat D11 non consente una sorveglianza compiuta del fenomeno. Per maggiori informazioni scarica il “Rapporto annuale abortività spontanea” (pdf 162 kb) pubblicato a ottobre 2016.

 

19/1/2017 - Interruzione volontaria della gravidanza nella PA di Trento: i dati 2015

Nel corso del 2015, nella PA di Trento sono state eseguite 726 Ivg (-4,2% rispetto all’anno precedente), di cui 51 (7%) relative ad aborti terapeutici, indotti da una diagnosi prenatale di malformazione congenita del feto o da patologia materna. Le classi d’età modale sono 25-29 anni e 30-34 anni (poco più del 22% dei casi), le fasce d’età 20-24 e 35-39 sono ben rappresentate (rispettivamente 17,9% e 18,9%). Come osservato anche nel 2014, l’età media all’aborto è di 30,1 anni. Seppur in calo negli ultimi tre anni, la percentuale di donne straniere costituisce più di un terzo della casistica provinciale del 2015 (35,3% del totale). Per maggiori informazioni scarica il “Rapporto annuale sull’Interruzione volontaria della gravidanza (Ivg)” (pdf 313 kb) pubblicato a dicembre 2016.

 

22/12/2016 - Ivg: i dati 2014 e 2015 nella relazione annuale al Parlamento

Continua il trend di diminuzione osservato in Italia per il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Nel 2015 dalle Regioni sono state notificate al Sistema di sorveglianza dell’Ivg coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) 87.639 Ivg, numero che segna un calo del 9,3% rispetto all’anno precedente. Sono questi alcuni dei dati contenuti nell’annuale “Relazione del Ministro della Salute sulla attuazione della Legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (Legge 194/78) - dati definitivi 2014 e 2015”, trasmessa al Parlamento il 7 dicembre scorso. Il documento presenta i dati raccolti dal Sistema di sorveglianza epidemiologica delle Ivg, che vede impegnati Iss, ministero della Salute, Istat, Regioni e Province autonome. Leggi il commento di Angela Spinelli (direttore Cnesps, Iss).

 

21/7/2016 - Sorveglianza delle gravidanze in Umbria: i dati 2014 su Cedap e Ivg

Nonostante l'apporto degli immigrati stranieri (che rappresentano l’11,2% della popolazione regionale), nel 2014 la popolazione umbra è scesa, in base ai dati elaborati dall'Istat, dell'1,3%. Nel corso dello stesso anno sono stati censiti 7310 parti, per un totale di 7441 nati mentre il tasso di natimortalità regionale risulta del 3,5 ogni 1000 nati. Inoltre 4162 bambini, ossia il 56,9% del totale, sono stati nati in strutture con volume di attività superiore a 1000 e il 33,3% dei parti sono stati effettuatati in Unità Operative (U.O.) di piccole dimensioni (manca in Regione un Punto nascita che assista oltre 2000 parti all'anno). L'età media delle madri al momento del parto è pari a 31,8 anni; le straniere sono di media più giovani rispetto alle italiane (l'Umbria è la terza Regione italiana, dopo Emilia-Romagna e Lombardia, per presenza di stranieri; le nazioni più rappresentate sono Romania, Albania e Marocco). Nel 2014 il 2,4% di donne incinta ha fatto ricorso a pratiche di procreazione assistita (Pma); il 2,3% non è ricorso all'ecografia a differenza del 75,3% che ne ha effettuate più di 4. Le donne che si sono sottoposte ad almeno un'indagine prenatale invasiva sono il 22,5% dei casi. Le nascite vaginali operative sono pari al 2,5%, mentre i parti spontanei corrispondono al 65,8%. Il 92,2% dei neonati è stato partorito tra la 37esima e la 42esima settimana di gestazione. Alcune differenze socio-economiche (cittadinanza, età, titolo di studio) determinano il ricorso o meno alle tecniche di Pma. Il documento riporta inoltre i dati sulle Ivg negli anni 2012, 2013 e 2014. Per approfondire consulta il documento completo “La sorveglianza delle gravidanze in Umbria: analisi dei certificati di assistenza al parto e delle interruzioni volontarie di gravidanza – 2014” (pdf 10 Mb).

 

(19 febbraio 2016) Le interruzioni volontarie di gravidanza in Toscana

In Toscana, nel 2013, sono state registrate 7344 dimissioni per Ivg, il tasso di abortività è stato pari a 8,5 per 1000 donne in età fertile, mentre ogni 1000 nati vivi si sono registrate 240 Ivg (i dati italiani sono, rispettivamente, 7,6 per 1000 e 204). Il 42,6% delle donne che hanno fatto ricorso all’Ivg era di cittadinanza straniera e il 2,7% minorenne. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto “Le interruzioni volontarie di gravidanza” (pdf 3,4 Mb), pubblicato a febbraio 2016 dall’Agenzia regionale di sanità (Ars) Toscana. Inoltre, il rapporto evidenzia l’aumento negli anni della proporzione di donne che hanno già vissuto l’esperienza di almeno un’Ivg: erano il 21,6% nel 2000 e sono il 28,8% nel 2013, con valori più elevati tra le straniere rispetto alle italiane. Un’altra criticità è rappresentata dal tempo di attesa per l’esecuzione dell’Ivg: nel 39,7% dei casi è superiore a 2 settimane (era 24,3% nel 2000) e il 52,3% degli interventi si effettua dopo l’ottava settimana, con rischi maggiori per la salute delle donne. Sono le straniere a presentare tempi di attesa più lunghi, indicando possibili problemi nell’accessibilità ai servizi: l’intervallo tra la certificazione e l’intervento è inferiore a 15 giorni per il 52,4% vs il 66% delle italiane, mentre è superiore a 3 settimane rispettivamente nel 20,8% e nel 12,9% dei casi. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 3,4 Mb).

 

(5 novembre 2015) Interruzione volontaria di gravidanza: la relazione al Parlamento 2015

In Italia si conferma il calo del ricorso all’Interruzione volontaria di gravidanza (Ivg): nel 2014 per la prima volta il numero di Ivg è inferiore a 100.000. Dalle Regioni, infatti, sono state notificate al Sistema di sorveglianza dell’Ivg, coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), 97.535 Ivg (dato provvisorio), con un decremento del 5,1% rispetto al dato definitivo del 2013 (105.760 casi). Sono alcuni dei dati dell’ultima relazione del Ministro della Salute al Parlamento sull’Interruzione volontaria di gravidanza. Per quanto riguarda il 2013, si conferma la stabilizzazione del contributo percentuale delle donne straniere, pari al 34% delle Ivg, con un tasso di abortività del 19 per 1000. Fra le minorenni il tasso di abortività è del 4,1 per 1000, uno dei valori più bassi rispetto agli altri Paesi occidentali. Resta costante, e la più bassa a livello internazionale, la percentuale di aborti ripetuti: nel 2013 il 26,8% delle Ivg è stato effettuato da donne con una precedente esperienza abortiva. È aumentato l’uso dell’aborto farmacologico. Per approfondire scarica il documento completo “Relazione del Ministro della Salute sulla attuazione della Legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (Legge 194/78) - dati preliminari 2014 e dati definitivi 2013” (pdf 1,3 Mb) e leggi il comunicato stampa sul sito del Ministero.

 

(30 ottobre 2014) Interruzione volontaria di gravidanza: la relazione al Parlamento 2014

Si conferma l’andamento in diminuzione dell’Interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) in Italia: nel 2013 sono state notificate dalle Regioni al Sistema di sorveglianza dell’Ivg, coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), 102.644 Ivg (dato provvisorio), con un decremento del 4,2% rispetto al dato definitivo del 2012 (107.192 casi) e un decremento del 56,3% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza (234.801 casi). Sono alcuni dei dati dell’ultima relazione del Ministro della Salute al Parlamento sull’Ivg. Per approfondire leggi la riflessione di Angela Spinelli (reparto di salute della donna e dell'età evolutiva, Cnesps-Iss) e Michele Grandolfo (ex Dirigente di Ricerca, Iss) e scarica il documento completo “Relazione del Ministro della Salute sulla attuazione della Legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (Legge 194/78) - dati preliminari 2013 e dati definitivi 2012” (pdf 700 kb).

 

(30 gennaio 2014) Abortire in modo sicuro: il manuale Oms di pratica clinica

Uno strumento rivolto agli operatori che si occupano direttamente delle interruzioni volontarie di gravidanza all’interno dei sistemi sanitari nazionali: è il “Clinical practice handbook for safe abortion care” (pdf 520 kb), manuale di pratica clinica pensato dall’Oms per facilitare l’applicazione pratica delle raccomandazioni cliniche riportate nella seconda edizione del documento “Safe abortion: technical and policy guidance for health systems” (pdf 1,5 Mb), pubblicato a settembre 2012. È importante sottolineare che il manuale non mira a sostituire un corso formale ma è rivolto a coloro che hanno già i requisiti e le competenze necessarie per aiutare le donne ad affrontare un eventuale aborto (o per gestire le complicazioni) in modo non sicuro.  

 

(19 dicembre 2013) Ivg tra le donne straniere: on line i manuali multilingue

Sono disponibili, sul sito del ministero della Salute, i materiali informativi multilingua elaborati nell’ambito del progetto Ccm “Prevenzione delle Ivg tra le donne straniere”, realizzato dalla Regione Toscana, dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Sapienza Università di Roma, in collaborazione con 10 Regioni. Il progetto, conclusosi a dicembre 2012, si è posto l’obiettivo di rafforzare la prevenzione delle Ivg operando su tre linee strategiche: la formazione degli operatori, la sperimentazione di percorsi organizzativi e la comunicazione. Proprio nell’ambito delle attività di informazione e sensibilizzazione, rivolte alle donne straniere, sono stati elaborati due pieghevoli informativi tradotti in 8 lingue (albanese, arabo, cinese, francese, inglese, rumeno, spagnolo e ucraino): “Salute: un diritto per tutti. L'assistenza sanitaria in Italia”, sul diritto di accesso all’assistenza sanitaria, e “Conoscere per scegliere quando avere un figlio” sulla contraccezione e la legge 194/78. Inoltre, è stato realizzato “La salute delle donne. Educare alla salute attraverso l'apprendimento linguistico”, un manuale da utilizzare nei corsi di italiano per stranieri contenenti informazioni sulla salute della donna e i servizi consultoriali. Per maggiori informazioni visita il sito del Ministero.

 

(19 settembre 2013) Relazione del Ministro della salute sull'Interruzione volontaria di gravidanza

Il documento, pubblicato dal ministero della Salute a settembre 2013, presenta i dati definitivi sulle Interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) nel 2011 e i dati preliminari del 2012 raccolti dal Sistema di sorveglianza epidemiologica delle Ivg, che vede impegnati Istituto superiore di sanità (Iss), ministero della Salute, Istat, Regioni e Province autonome. Per quanto riguarda l’andamento del fenomeno, prosegue la costante riduzione delle interruzioni volontarie di gravidanza. Nel 2012 sono state effettuate 105.968 Ivg (dato provvisorio), con un decremento del 4,9% rispetto al dato definitivo del 2011 (111.415 casi) e un decremento del 54,9% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all'Ivg (234.801 casi). Rimane elevato il ricorso alle Ivg da parte delle donne straniere, sebbene anch’esso in diminuzione. In aumento gli interventi effettuati con Mifepristone. Nel suo commento, il Ministro Beatrice Lorenzin, ha affermato che i “dati della relazione indicano che relativamente all’obiezione di coscienza e all’accesso ai servizi la legge ha avuto complessivamente una applicazione efficace”. Per maggiori informazioni consulta la “Relazione del Ministro della salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78)” e leggi il comunicato stampa sul sito del ministero della Salute.

 

(2 maggio 2013) Interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine: i dati 2010-2011

Nel rapporto “Interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine - anni 2010-2011” (pdf 872 kb), pubblicato dal ministero della Salute a febbraio 2013, vengono presentati i dati delle Ivg effettuate in Italia con mifepristone e prostaglandine fino al 2011. Negli anni si è osservato un aumento degli interventi effettuati con RU 486 che sono saliti da 132 nel 2005 a 7432 nel 2011. Se fino al 2009 questa metodica era usata solo da poche Regioni, nel 2011 il suo utilizzo era diffuso a tutto il Paese, con l’eccezione delle Marche. Leggi la riflessione di Angela Spinelli e Serena Donati (reparto di salute della donna e dell’età evolutiva, Cnesps-Iss).

 

(21 febbraio 2013) Salute delle donne e dei bambini migranti

Negli ultimi anni si è potuto osservare, sia a livello internazionale che quello locale, il rafforzamento del processo di femminilizzazione dei flussi migratori che, anche in Europa ed in Italia, ha comportato un progressivo aumento della componente femminile della popolazione straniera. Questo fenomeno nel nostro territorio si coniuga con una sempre maggior “strutturalità” della presenza di migranti e conseguentemente con una caratterizzazione dell’attuale realtà italiana come società multiculturale. Un’evidente ricaduta della consistente presenza femminile straniera, che si caratterizza anche per la giovane età, è osservabile sulla natalità. A fronte di questa situazione aumenta sempre più l’attenzione per la tutela della maternità tra le immigrate che partoriscono in Italia. Si osserva, infatti, una loro maggiore difficoltà nella fruizione dei servizi a disposizione nel percorso nascita e nel cogliere le opportunità di salute e assistenza nel periodo della gravidanza e del post-partum, nonostante le donne straniere facciano riferimento al consultorio più che le italiane. Leggi l’approfondimento all’interno delle nuove pagine di EpiCentro dedicate a “Migranti e salute”.

 

(18 ottobre 2012) Relazione del Ministro della salute sull'Interruzione volontaria di gravidanza

Il documento ministeriale presenta i dati definitivi sulle Interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) nel 2010 e i dati preliminari del 2011 raccolti dal Sistema di sorveglianza epidemiologica delle Ivg, che vede impegnati Istituto superiore di sanità (Iss), ministero della Salute e Istat da una parte, Regioni e Province autonome dall’altra. I dati definitivi del 2010 e quelli preliminari del 2011 indicano una riduzione delle interruzioni volontarie di gravidanza del 5,6% rispetto all’anno precedente (rispettivamente 109.538 nel 2011 e 115.981 casi nel 2010), inoltre il tasso di abortività (numero delle Ivg per 1000 donne in età feconda tra i 15 e i 49 anni) del 2011 è pari a 7,8 per 1000, con un decremento del 5,3% rispetto al 2010 (8,3 per 1000). Nel suo commento ai dati il Ministro Balduzzi ha sottolineato che la promozione della procreazione responsabile costituisce la modalità più importante per la prevenzione dell’aborto. Per conseguire questo obiettivo, è importante potenziare la rete dei consultori familiari, che costituiscono i servizi più competenti nell’attivazione di reti di sostegno per la maternità, in collaborazione con i servizi sociali dei comuni e con il privato sociale. Per maggiori informazioni scarica la “Relazione del Ministro della salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78)” (pdf 900 kb) e leggi il comunicato stampa sul sito del ministero della Salute.

 

(13 settembre 2012) Abortire in modo sicuro: la guida Oms

Negli ultimi venti anni, le evidenze e le tecniche scientifiche sull’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) si sono evolute significativamente, così come si sono diffusi nella maggior parte dei Paesi i principi fondamentali dei diritti umani per le donne che devono o vogliono ricorrere all’Ivg. Nonostante questi progressi, ogni anno, nel mondo 22 milioni di donne abortiscono in modo non sicuro e circa 47 mila muoiono a causa delle cattive condizioni in cui hanno interrotto la gravidanza. È questo uno dei motivi che ha spinto l’Oms a pubblicare la seconda edizione del documento “Safe abortion: technical and policy guidance for health systems” (pdf 1,5 Mb). La guida riflette i cambiamenti registrati in questi anni nei metodi di Ivg e nei servizi sanitari a essa associati, e offre un lavoro di revisione della letteratura scientifica e un aggiornamento delle raccomandazioni relative a questi temi. I destinatari del documento sono i policy maker e gli operatori che si occupano in prima linea delle interruzioni volontarie di gravidanza all’interno dei sistemi sanitari nazionali. Per approfondire il tema leggi anche l’articolo “Women, abortion and the new technical and policy guidance from WHO” (pdf 600 kb) pubblicato sul Bulletin dell’Oms di settembre 2012 e il commento di Angela Spinelli e Michele Grandolfo (Cnesps) alla prima edizione (2003) della guida Oms.

 

(23 febbraio 2012) Evoluzione dell’Ivg in Puglia: diffusione dei servizi e ritorno dell’informazione

Nei primi anni ’80 la Regione Puglia ha chiesto all’Istituto superiore di sanità (Iss) un supporto per la gestione della sorveglianza epidemiologica dell’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Da allora si è sviluppata una collaborazione attiva che ha visto la produzione e l’analisi dei dati del fenomeno, il ritorno dell’informazione mediante rapporti e la realizzazione di indagini di approfondimento con la diffusione dei risultati. Inoltre, sono state attivate consistenti iniziative di aggiornamento professionale riguardanti soprattutto gli operatori dei consultori familiari anche al fine (grazie agli stanziamenti messi a disposizione all’inizio degli anni Novanta dal ministero della Salute) di progettare e implementare strategie di promozione della salute della donna e dell’età evolutiva che avessero come effetto anche una maggiore capacità di controllo sulla fecondità. Michele Grandolfo e Angela Spinelli (Reparto salute della donna e dell’età evolutiva, Cnesps-Iss) commentano il rapporto Istisan “Evoluzione dell’interruzione volontaria di gravidanza in Puglia dagli anni ’80 al 2007” pubblicato a febbraio 2012.

 

(8 settembre 2011) Relazione 2011 sull'applicazione della legge 194/78

Il documento ministeriale presenta i dati complessivi e provvisori del 2010 e quelli definitivi e dettagliati sull’Ivg nel 2009, raccolti dal Sistema di sorveglianza epidemiologica delle Ivg, che vede impegnati l’Istituto superiore di sanità (Iss), il ministero della Salute e l’Istat da una parte, le Regioni e le Province autonome dall’altra. Nel 2010 sono state effettuate 115.372 Ivg e il tasso di abortività è risultato pari a 8,2 per 1000, con un decremento, rispetto ai dati definitivi del 2009, rispettivamente del 2,7% e del 2,5%. Nel 2009 il 33,4% delle Igv totali sono state effettuate su donne con cittadinanza estera, e quasi la metà delle interruzioni volontarie di gravidanza sia tra italiane, sia tra straniere, hanno interessato donne con un’occupazione lavorativa. Scarica la relazione 2011 al Parlamento (pdf 600 kb), le tabelle riassuntive (pdf 190 kb) e il comunicato stampa sul sito del ministero della Salute.