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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Aspetti epidemiologici



In Italia

 

In generale, in Italia nel 2020, il 77,2% degli uomini e il 56,2% delle donne di età superiore a 11 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica, per un totale di quasi 35 milioni di individui. Inoltre, a fronte di una tendenza alla diminuzione registrata a partire dal 2003, nel corso dell’ultimo anno la prevalenza di consumatori di bevande alcoliche si è mantenuta pressoché stabile. È quanto emerge dai dati più recenti raccolti da diverse fonti informative, analizzati dall’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e pubblicati nel “Rapporto Istisan 22/1. Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle Regioni. Valutazione dell’Osservatorio nazionale alcol sull’impatto del consumo di alcol ai fini dell’implementazione delle attività del Piano Nazionale Alcol e Salute”.

 

L’ONA-ISS è, infatti, l’organismo indipendente di raccordo tra Ministeri, Presidenza del Consiglio, Commissione europea e WHO per le attività tecnico-scientifiche di rilievo nazionale, europeo e internazionale. L’ONA elabora e analizza ogni anno le basi di dati nazionali svolgendo attività di monitoraggio su mandato del Ministero della Salute e in base a quanto previsto dal Piano Statistico Nazionale e alle attività del “SIStema di Monitoraggio Alcol-correlato – SISMA” previste dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 marzo 2017 e dalla recente attivazione in ISS dell’azione centrale SIAS-SISTIMAL “International SIstema e Azione di Supporto a SISTIMAL” per la valutazione dell’implementazione delle politiche nazionale e regionali sull’alcol che il Ministero della Salute provvede a trasmettere alla World Health Organization (WHO).

 

Consumatori di vino, birra, aperitivi alcolici, amari e superalcolici

Secondo i dati del Rapporto Istisan 22/1, nel 2020, i consumatori di vino sono stati circa 29 milioni persone di età superiore a 11 anni, con una marcata differenza di genere (il 65,1% degli uomini e il 43,2% delle donne). Quasi 28 milioni di persone di età superiore a 11 anni hanno riferito di aver consumato birra nel corso del 2020, con una prevalenza dei consumatori di sesso maschile quasi doppia rispetto a quella femminile (64,6% e 38,3% rispettivamente). In confronto all’anno precedente, il 2019, vede un aumento del 2,7% tra le bevitrici di birra.

 

Gli aperitivi alcolici sono stati consumati, nel 2020, da oltre 20 milioni e 500 mila persone di età superiore a 11 anni (46,9% degli uomini e 29,7% delle donne). Inoltre, rispetto alla precedente rilevazione, la prevalenza dei consumatori di aperitivi alcolici è cresciuta complessivamente del 1,9% e in particolare l’aumento risulta significativo per entrambi i generi nella classe di età 18-64 anni (M: 2,0%; F: 5,1%).

 

Nel 2020, gli amari sono stati consumati da oltre 16 milioni e 500 mila persone di età superiore a 11 anni e la prevalenza tra gli uomini è stata più del doppio di quella tra le donne (43,6% vs 18,7%). Tra le donne, si rileva un incremento delle consumatrici del 4,6% nella classe di età 18-64 anni. Inoltre, l’analisi per classi di età, evidenzia valori più elevati tra gli adulti, seguiti da anziani e ragazzi, indipendentemente dal genere.

 

I liquori e i superalcolici sono stati consumati nel 2020 da circa 14 milioni e 500 mila persone di età superiore a 11 anni, pari al 38,0% degli uomini e al 15,8% delle donne, e si conferma un trend in crescita dei consumatori di questa bevanda che è iniziato dal 2014. L’analisi per classi di età mostra che, rispetto al 2019, si registra un incremento statisticamente significativo dei consumatori nella fascia di età 18-64, sia tra gli uomini (+3,5%) che tra le donne (+4,5%).

 

Comportamenti a rischio

Molti Paesi europei, al fine di promuovere la salute pubblica nella popolazione attraverso strategie sanitarie e alimentari, hanno sviluppato nel corso degli anni le linee guida per un consumo a basso rischio standardizzate e condivise a livello europeo, che sono state pubblicate nel rapporto “Good practice principles for low risk drinking guidelines”.

 

In Italia, le linee guida rifuggono, come da decenni indicato dall’OMS, dall’ individuare soglie di consumo di alcol, poiché l’evidenza scientifica disponibile ha dimostrato che sono non identificabili . Nessun consumo di alcol, di qualunque bevanda alcolica, può essere raccomandato in funzione della tossicità, cancerogenicità e capacità d’indurre dipendenza, ragioni sufficienti a determinare da anni l’esclusione di qualunque tipo di alcolico dalla piramide nutrizionale (i Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti-LARN hanno escluso l’etanolo dai nutrienti e lo hanno definito molecola di mero interesse nutrizionale). Come indispensabile riferimento di prevenzione di maggiori rischi per la salute accompagnano quanti scelgono di consumare bevande alcoliche indicando i livelli di consumo di alcol che non sono quelli raccomandati ma quelli da non superare per non incorrere in rischi evitabili. Tali considerazioni sono alla base del lavoro di revisione svolto dal Comitato Scientifico delle Linee Guida per una sana alimentazione, curato dal Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’Economia Agraria (CREA), che ha prodotto un esaustivo e aggiornato Dossier Scientifico attraverso cui, ribadendo la verificata impossibilità d’individuazione di soglie di consumo sicuro per la salute, accompagna quanti desiderano consumare bevande alcoliche attraverso la indicazione (non raccomandazione, l’alcol non è raccomandato per la prevenzione) dei limiti da non superare per non incorrere in maggiori rischi per la salute.

 

Le linee guida diffuse dal Ministero della Salute nella sezione “Alcol, zero o il meno possibile” acquisiscono i nuovi LARN, e ribadiscono la necessità di non superare mai le quantità definite a più basso rischio (lower-risk drinking):

  • 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini
  • 1 unità alcolica al giorno per le donne
  • 1 unità alcolica al giorno per le persone con più di 65 anni
  • zero unità di alcol sotto i 18 anni (sconsigliato sino ai 25).

Il superamento di tali livelli di consumo giornaliero definisce lo status di consumatore a rischio.

Una unità alcolica (UA) corrisponde a 12 grammi di alcol puro ed equivale a un bicchiere di vino (125 ml a 12°), una lattina di birra (330 ml a 4,5°), un aperitivo (80 ml a 38°) o un bicchierino di superalcolico (40 ml a 40°).

 

Al fine di promuovere strategie sanitarie e alimentari basate su stili di vita salutari è necessario monitorare tutti i comportamenti che possono causare un danno alla salute, come il consumo abituale eccedentario, il consumo fuori pasto, il binge drinking e il consumo a rischio secondo il “criterio ISS” (vedi sotto).

 

  • Consumo abituale eccedentario: modalità di consumo di bevande alcoliche che eccede, sia in termini di frequenze che in termini di quantità, i limiti di consumo di bevande alcoliche stabiliti in relazione al genere e all’età della persona, oltre il quale si può incorrere in rischi per la salute. Nel 2020 il 14,2% degli uomini e il 6,4% delle donne di età superiore a 11 anni hanno dichiarato di aver abitualmente ecceduto nel consumare bevande alcoliche per un totale di circa 5.500.000 persone.
  • Consumatori fuori pasto: sebbene il consumo di un bicchiere contestualmente ai pasti, e in particolare del vino, sia nel nostro Paese considerato parte integrante dell’alimentazione e della vita sociale, negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento delle abitudini di consumo che ha portato alla diffusione di comportamenti a rischio come bere a stomaco vuoto. I consumatori fuori pasto sono stati nel 2020 il 41,6% degli uomini e il 22,4% delle donne, pari a quasi 16 milioni di persone di età superiore a 11 anni. I consumi fuori pasto più elevati si registrano nella fascia di età 18-44 anni: il 53,6% degli uomini e i 47,0% delle donne fra i 18 e i 24 anni, e il 55,2% degli uomini e il 35,7% delle donne tra i 25-44 anni. Sia per gli uomini che per le donne si conferma un trend in crescita nei consumi fuori pasto, con un aumento rispetto al 2019 pari al +2,2% per gli uomini e al +6,6% per le donne.
  • Consumatori binge drinking: in Italia si definisce consumo binge drinking l’assunzione di oltre 6 bicchieri di bevande alcoliche (un bicchiere corrisponde a una Unità standard, contenente 12 grammi di alcol puro), indipendentemente dal sesso di chi beve, concentrato in un’unica occasione di consumo. Nel 2020 i binge drinker sono stati l’11,4% degli uomini e il 3,9% delle donne di età superiore a 11 anni, che corrispondono a 4 milioni e 100 persone (3 milioni di uomini e 1 milione e 100 donne). Le percentuali di binge drinker sia nei maschi che nelle femmine aumentano nell’adolescenza e raggiungono valori massimi tra i 18-24enni (M=22,1%; F=14,3%) per poi diminuire nelle età più anziane. La percentuale di binge drinker di sesso maschile è statisticamente superiore al sesso femminile in ogni classe di età a eccezione dei minorenni, ossia nella popolazione il cui consumo dovrebbe essere zero per il divieto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche. L’analisi del trend dei binge drinker di età superiore agli 11 anni mostra che tra il 2010 e il 2014 la prevalenza è diminuita per entrambi i generi, mentre è aumentata tra il 2014 e il 2020, con un incremento nell’ultimo anno pari al 7,3% (M+F), più marcato per le donne.
  • Consumatori a rischio secondo il criterio ISS: secondo il criterio ISS sono da considerarsi consumatori a rischio tutti i minori di 18 anni di entrambi i sessi che hanno consumato anche solo una bevanda alcolica, i maggiorenni di sesso maschile che hanno consumato più di 2 UA standard al giorno, gli anziani (sopra i 65 anni) e le donne che ne hanno consumata più di 1, e tutte le persone, indipendentemente dal sesso e l’età, che hanno praticato il binge drinking almeno una volta nel corso dell’anno.

Data di ultimo aggiornamento: 9 marzo 2023

Data di pubblicazione della pagina: 11 dicembre 2014

Testo scritto da: Emanuele Scafato e Claudia Gandin, Silvia Ghirini, Alice Matone – Osservatorio Nazionale Alcol, Centro Nazionale Dipendenze e Doping, ISS