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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Archivio 2016

22/12/2016 - Janpa, il nuovo numero della newsletter

È on line la terza newsletter di Janpa (Joint Action on Nutrition and Physical Activity), la Joint Action europea sulla nutrizione e l’attività fisica. Tra le news, i risultati dell’indagine effettuata tra gli stakeholder per esplorare la loro percezione sugli elementi facilitatori, o di contrasto, alla prevenzione dell’obesità infantile e capire la loro attitudine al tema. Per maggiori informazioni leggi la Newsletter 3-2016, visita il sito web ufficiale di Janpa e iscriviti alla mailing list di Janpa.

 

3/11/2016 - Focolaio plurinazionale di Salmonella: la valutazione di Efsa-Ecdc

Dal 1 maggio 2016 al 12 ottobre 2016, sette Paesi Ue/Eea (Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito) hanno riportato 112 casi confermati e 148 casi probabili di Salmonella Enteritidis. Dalle analisi sul genoma (Whole Genome Sequencing), emerge che i ceppi fanno parte di due cluster diversi ma geneticamente collegati. Lo riferisce il Joint Rapid Outbreak Assessment “Multi-country outbreak of Salmonella Enteritidis” pubblicato da Efsa ed Ecdc il 27 ottobre 2016. Dal documento emerge che anche la Croazia ha riferito un cluster di casi (tra cui un decesso) associato epidemiologicamente al focolaio. Il sequenziamento dell’intero genoma, le indagini ambientali e alimentari e quelle sulla tracciabilità a monte hanno stabilito un legame tra il focolaio e un centro di confezionamento delle uova in Polonia. Le autorità sanitarie polacche e degli Stati membri nei quali sono state distribuite le uova, inclusa l’Italia, ne hanno sospeso già la diffusione sul mercato. Efsa ed Ecdc raccomandano agli Stati Ue di intensificare le attività di monitoraggio e condividere le informazioni attraverso il sistema di allarme rapido per alimenti e mangimi (Rapid Alert System for Food and Feed, Rasff) e il sistema di allarme precoce e risposta (Early Warning and Response System, Arr). Per maggiori informazioni consulta il documento completo “Joint Rapid Outbreak Assessment – Multi-country outbreak of Salmonella Enteritidis” (pdf 725 kb), il comunicato stampa dell’Ecdc e quello dell’Efsa (in italiano).

 

27/10/2016 - Dall’Oms: usare leve fiscali per migliorare la dieta e prevenire le malattie croniche

L’insorgenza dell’obesità nel mondo è quasi raddoppiata tra il 1980 e il 2014, con l’11% degli uomini e il 15% delle donne classificati come obesi. Si è verificato anche un incremento del numero di persone affette da diabete, passato da 108 milioni nel 1980 a 422 milioni nel 2014. Un contributo all’aumento di calorie nella dieta è dato dal consumo di bevande ad alto contenuto di zuccheri. In risposta a richieste sempre più pressanti da parte degli Stati membri, a maggio 2015 l’Oms ha organizzato un meeting di esperti di politiche fiscali, che si è tenuto a Ginevra: i risultati sono stati presentati nel documento “Fiscal policies for diet and the prevention of noncommunicable diseases”. Durante il meeting si è concluso che è ragionevole usare leve fiscali per incentivare la scelta di una dieta sana. Esistono forti evidenze che aumentare i prezzi delle bevande dolcificate di almeno il 20% porta a una riduzione proporzionale del loro consumo. Analogamente, ridurre i prezzi di frutta fresca e verdura del 10-30% è efficace per aumentare il consumo di questi cibi. Per maggiori informazioni sul report dell’Oms, scarica il documento completo.

 

14/7/2016 - Malattie croniche: l’importanza dell’alimentazione delle future madri e dei loro bambini

Un nuovo report dell’Oms Europa richiama l’attenzione sulla necessità di migliorare la nutrizione materna e quella del primo periodo di vita per diminuire il rischio - a lungo termine - di malattie croniche e obesità nei bambini. Il documento presenta le recenti evidenze scientifiche su questo argomento e i risultati di un’indagine sulla presenza a livello nazionale di raccomandazioni concernenti la nutrizione e l’attività fisica dal periodo periconcezionale alla prima infanzia. Per esempio tra i 51 Paesi dell’Oms Europa è emerso che solo 29 hanno raccomandazioni specifiche sul periodo prima del concepimento, 41 hanno raccomandazioni per il periodo gestazionale e 33 per il periodo post-parto (11 Paesi non hanno fornito informazioni). Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 723 kb).

 

(23 giugno 2016) Sorveglianza dell’obesità infantile in Europa

Il 13 e il 14 giugno 2016, a San Pietroburgo (Federazione Russa), si sono incontrati i rappresentanti dei Paesi che partecipano all’iniziativa della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “Childhood Obesity Surveillance Initiative (Cosi)”. Nel meeting sono stati discussi gli sviluppi della IV raccolta dati (in corso in 36 Paesi dal 2015) e i risultati della III indagine. Leggi il resoconto di Angela Spinelli e Marta Buoncristiano (Cnesps-Iss).

 

(9 giugno 2016) Sodio e malattie cardiovascolari: attenzione a ciò che si legge

Come raccomanda l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sulla base di forti e consolidate evidenze scientifiche, nell’alimentazione è consigliato un consumo di sale inferiore a 5 grammi di sale al giorno (più o meno quelli contenuti in un cucchiaino da tè), che corrispondono a circa 2 grammi di sodio. Il sale da cucina (o cloruro di sodio, NaCl), infatti, favorisce l’aumento della pressione arteriosa, principale causa di infarto e ictus, la calcolosi renale, l’osteoporosi, alcuni tumori, in particolare quello allo stomaco. Queste premesse, base fondamentale per la prevenzione delle malattie cerebro e cardiovascolari, sono state messe in dubbio dal discusso articolo “Associations of urinary sodium excretion with cardiovascular events in individuals with and without hypertension: a pooled analysis of data from four studies”, pubblicato su The Lancet il 20 maggio scorso. Il testo riporta i risultati di uno studio, condotto da un gruppo di ricercatori canadesi della McMaster University, sull’associazione tra l’apporto alimentare di sodio di alcuni campioni di popolazione e l’incidenza di eventi e morti cardiovascolari. Andando contro le attuali raccomandazioni internazionali, gli autori dell’articolo affermano non solo che la dieta iposodica potrebbe non essere salutare ma anche che l’assunzione elevata di sale sarebbe nociva solamente alle persone affette da ipertensione. Alla luce di questo studio, soprattutto quando a diffonderlo è una prestigiosa rivista internazionale come The Lancet, diventa fondamentale ribadire con forza la validità delle linee guida Oms, accolte anche in Italia da innumerevoli istituzioni (ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Società italiana per la nutrizione umana - Sinu, Gruppo di lavoro intersocietario per la riduzione del consumo di sale in Italia - Gircsi, ecc), sottolineando la scarsa qualità dell’indagine. Leggi l’approfondimento a cura dei ricercatori del reparto di Epidemiologia delle malattie cerebro e cardiovascolari, Cnesps-Iss.

 

(7 aprile 2016) Il decennio di azione sulla nutrizione

Lo scorso 1 aprile l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Onu) ha approvato una risoluzione che proclama il periodo 2016-2025 come il Decennio di azione sulla nutrizione. La risoluzione mira a dare il via ad azioni per eliminare la fame e la malnutrizione a livello mondiale, ma anche a promuovere abitudini alimentari sane e sostenibili per arrestare l’obesità. L’Onu invita quindi i governi a definire target nutrizionali per il 2025 sulla base degli indicatori internazionalmente riconosciuti. Per approfondire consulta il comunicato stampa sul sito dell’Organizzazione mondiale della sanità e il documento completo della risoluzione Onu “United Nations Decade of Action on Nutrition (2016-2025)” (pdf 217 kb).

 

(31 marzo 2016) Hbsc: il report 2016

È dedicato alle differenze di genere e socioeconomiche tra i giovani il nuovo rapporto dello studio internazionale Health Behaviour in School-aged Children, Hbsc – (Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare). Il documento, pubblicato a marzo 2016, presenta i risultati dell’indagine 2013-2014 che ha coinvolto circa 220 mila ragazzi in 42 Paesi della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e del Nord America. Dal report Hbsc emerge un quadro abbastanza positivo della salute e dei comportamenti degli adolescenti ma anche il persistere di ineguaglianze sociali, di età e di genere. Per approfondire consulta il documento completo “Growing up unequal: gender and socioeconomic differences in young people's health and well-being. Health Behaviour in School-aged Children (HBSC) study: international report from the 2013/2014 survey”.

 

(17 marzo 2016) Zoonosi e tossinfezioni alimentari: l’aggiornamento dei dati 2012 e 2013

I report annuali Efsa-Ecdc sulle zoonosi e sugli episodi epidemici di tossinfezione alimentare (The European Union summary report on trends and sources of zoonoses, zoonotic agents and food-borne outbreaks) relativi al 2012 e al 2013 sono stati revisionati e ripubblicati sulla base dell’aggiornamento dei dati forniti da alcuni Stati membri. In particolare, per il 2012, sono stati aggiornati i dati sulla Salmonella mentre, per il 2013, gli esperti hanno aggiornato Salmonella, Escherichia coli produttore di verocitotossina (VTEC) e virus West Nile. Nessuno di questi cambiamenti influisce in modo rilevante sull’interpretazione della situazione epidemiologica nell’uomo riportata per quegli anni. Le sezioni che hanno subito modifiche sono indicate alla pagina 2 di entrambe le relazioni. Per l’Italia non si riportano variazioni rispetto alle precedenti edizioni dei rapporti. Per maggiori informazioni consulta i due rapporti aggiornati: “The European Union Summary Report on Trends and Sources of Zoonoses, Zoonotic Agents and Food-borne Outbreaks in 2012” e “The European Union Summary Report on Trends and Sources of Zoonoses, Zoonotic Agents and Food-borne Outbreaks in 2013”. Consulta anche i comunicati stampa sul sito dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie).

 

(3 marzo 2016) World Salt Awareness Week 2016

Si svolge dal 29 febbraio al 6 marzo la settimana mondiale per la riduzione di sale promossa dalla Wash (World Action on Salt & Health), associazione internazionale con partner in 95 Paesi dei diversi continenti. L’iniziativa, in linea con gli obiettivi del programma nazionale Guadagnare Salute e con il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018, mira a sensibilizzare i consumatori sulla presenza di sale nascosto in molti alimenti e a coinvolgere l’intera comunità (decisori, industria, settore della ristorazione, professionisti della salute) nell’impegno verso la riduzione del consumo di sale. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’uso di non più di 5 grammi di sale al giorno (g/die) per la popolazione adulta, che corrisponde a non oltre 2000 mg di sodio. Questo valore, secondo i dati dell’Iss, coincide con circa la metà dell’attuale consumo medio individuale di sale in Italia: negli uomini 10,6 g/die, nelle donne 8,2 g/die (la distribuzione non varia nelle diverse fasce di età, diminuendo leggermente solo tra i più anziani; inoltre, il consumo di sale risulta maggiore nelle Regioni del Sud rispetto al Nord e al Centro Italia). Inoltre, è importante ricordare che le fonti di sodio nell'alimentazione si distinguono in discrezionali (il sodio contenuto nel sale aggiunto ai cibi in cucina o a tavola, circa il 36% del consumo abituale ) e non discrezionali (il sodio contenuto naturalmente negli alimenti - circa il 10% - o aggiunto nelle trasformazioni artigianali, semi-industriali o industriali 54% del consumo abituale). Il sale aggiunto nelle trasformazioni artigianali o industriali comprende non solo gli alimenti “salati”, cioè formaggi, insaccati e salumi, ma anche altri prodotti, cioè biscotti, cereali e dolci. Meno dell’11% dell’industria utilizza sale iodato (dati Iss del 2011). Dunque un’iniziativa che riporti l’attenzione sulla necessità di ridurre il cosiddetto “sale nascosto” risulta molto importante a livello di sanità pubblica. Per approfondire leggi la presentazione dell’iniziativa sul sito del ministero della Salute.

 

(25 febbraio 2016) Sistema di allerta comunitario: la relazione 2016

Nel 2015, i Paesi dell’Unione europea hanno inviato 2967 notifiche al Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (Rapid Alert System in Feed and Food, Rasff) e, con 511 segnalazioni, l’Italia si conferma il primo Paese per numero di segnalazioni inviate. È quanto emerge dalla “Relazione sul sistema di allerta europeo” (pdf 4,2 Mb) pubblicato a febbraio 2016 dal ministero della Salute. Il Rasff è il sistema ufficiale con cui la Commissione europea condivide con gli stati membri le informazioni relative ai contaminanti (pericoli) chimici, fisici e biologici riscontrati negli alimenti e nei mangimi. I dati evidenziano che la Salmonella è il primo contaminante biologico per numero di segnalazioni (507), mentre le micotossine sono i contaminanti chimici più frequentemente notificati (496). Infine, per quanto riguarda l’origine delle merci, sono stati segnalati 115 prodotti nazionali irregolari. Per maggiori informazioni leggi la notizia sul sito del ministero della Salute e scarica il documento completo (pdf 4,2 Mb).

 

(25 febbraio 2016) Zoonosi in Italia nel periodo 2009-2013

Il nuovo rapporto Istisan 16/1 “Zoonosi in Italia nel periodo 2009-2013” (pdf 7 Mb) fa il punto, per la prima volta in modo descrittivo, sulla situazione nazionale relativa a 30 zoonosi. Attraverso l’uso delle dimissioni ospedaliere come fonte di informazione principale, il rapporto cerca di ovviare ad alcuni limiti dei sistemi informativi delle malattie infettive nel settore delle zoonosi, permettendo di tracciare la distribuzione spaziale e temporale dei ricoveri per 30 zoonosi, fornendo informazioni di base sui casi, quali distribuzioni per classi di età e sesso. Per maggiori informazioni scarica il documento completo (pdf 7 Mb).

 

(28 gennaio 2016) Fermare l’obesità infantile: è tempo di agire

A livello globale, il numero di bambini obesi o in sovrappeso, con meno di 5 anni di età, è passato da 31 milioni nel 1990 a 41 milioni nel 2014, con un aumento della prevalenza dal 4,8% al 6,1%. Una crescita che trova in prima linea principalmente i bambini che vivono nei Paesi a basso-medio reddito e che mette sempre più in evidenza la necessità di azioni dedicate. Si inserisce in questo contesto il lavoro della Commission on Ending Childhood Obesity (Echo) che, il 25 gennaio scorso, ha pubblicato il proprio report conclusivo. Istituita nel 2014 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la Commissione ha coinvolto oltre 100 Paesi membri con l’obiettivo di fornire raccomandazioni ai governi per prevenire lo sviluppo di obesità nelle giovani generazioni, ridurre il rischio di morbosità e mortalità a causa di malattie non trasmissibili, nonché diminuire gli effetti psicosociali negativi dell’obesità sia in infanzia che in età adulta. Leggi l’approfondimento a cura di Angela Spinelli e Paola Nardone (Cnesps-Iss).