Dieta mediterranea e salute: riuniti a Roma i maggiori esperti
Si tiene a Roma dal 18 al 21 maggio 2005 la terza
edizione di Egea, dal titolo “International
Conference on Health Benefits of Mediterranean Style Diet - From Scientific
Evidence to Health Prevention Actions”. L’evento, patrocinato dal
ministero della Salute e dal Ccm, è organizzato dall’Aprifel, l’agenzia
francese che si occupa di incentivare il consumo alimentare di frutta e
verdura. La conferenza, che vede coinvolti esperti internazionali di diversa
formazione e competenze (ricercatori, clinici, politici, nutrizionisti e
rappresentanti dell’industria alimentare), ha l’obiettivo di fare il punto
sulle attuali conoscenze riguardo ai vantaggi di un regime dietetico
improntato allo stile mediterraneo e sulle prospettive strategiche per gli
operatori della sanità pubblica.
La partecipazione assicurerà 12 crediti Ecm a quanti ne
faranno richiesta. Gli italiani interessati a partecipare potranno inoltre
usufruire, eccezionalmente e ancora per alcuni giorni, di una tassa di
iscrizione scontata del 50%: 195 € invece di 390 €.
L’evento è patrocinato dal ministero della Salute: fa
infatti parte degli obiettivi strategici del
Ccm intervenire sul problema della corretta alimentazione, della
nutrizione e della dieta per un’adeguata prevenzione delle malattie croniche
come obesità, diabete, malattie cardiovascolari e tumori. Lo stile dietetico
tipico dei Paesi mediterranei, ricco di alimenti freschi e basato in buona
parte sul consumo di grandi quantità di frutta e verdura, si sta ormai
diffondendo anche tra le altre popolazioni europee, essendo oramai
universalmente note le sue ottime qualità nutrizionali. D’altro canto, il
processo di globalizzazione e i ritmi di vita sempre più frenetici hanno
indotto la diffusione, nei Paesi mediterranei, di stili alimentari importati
che portano spesso al consumo di cibi nutrizionalmente inadeguati, che
possono invece causare, se consumati in eccesso, una moltiplicazione dei
fattori di rischio per le principali patologie croniche. In questo settore,
quindi, le politiche di sanità pubblica come riportato all’interno del
programma del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle
malattie (Ccm), dovranno essere mirate a sostenere:
-
la produzione e la vendita di alimenti o di gruppi di alimenti il cui consumo abituale è associato a bassa frequenza delle patologie correlate a scorrette abitudini alimentari (per esempio, l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale, i tumori del colon e della mammella, l’osteoporosi);
-
i programmi per la scuola che abbiano come obiettivo la diminuzione del consumo di bevande e cibi preconfezionati, ad alta densità calorica;
-
le attività di counselling nutrizionale in tutte le occasioni di incontro tra operatori sanitari e utenti/pazienti.
Tutto questo andrà, comunque, associato a un più
generale intervento che miri a ottenere l’abbandono di abitudini dannose e
l’acquisizione e il mantenimento di stili di vita salutari.