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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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“Cibo spazzatura”: progressi nelle scuole americane

Negli Stati Uniti le scuole hanno fatto notevoli miglioramenti nelle politiche e nei programmi per promuovere la salute degli studenti nel settore dell’alimentazione, in particolare grazie a una minore disponibilità dei cosiddetti cibi spazzatura.

 

Sono le conclusioni del rapporto School Health Policies and Programs Study (Shpps) 2006, un ampio studio condotto dai Cdc, secondo cui però rimane ancora molto da fare per la salute degli studenti. Si tratta di una ricerca che viene effettuata in tutti gli Stati Uniti ogni 6 anni per determinare politiche e programmi sanitari a livello di Stati, distretti scolastici e classi, ed è giunta alla terza edizione dopo quelle del 1994 e del 2000. Lo studio del 2006, pubblicato sul numero di ottobre 2007 della rivista Journal of School Health, è dunque il terzo di questo tipo, ed è il più vasto mai realizzato nelle scuole statunitensi.

 

«Dalla pubblicazione del precedente studio nel 2000, le scuole americane hanno fatto significativi progressi nell’eliminazione del cibo spazzatura, ma anche nell’offerta di attività fisica e nell’introduzione di divieti di fumo. Lo scopo di questo rapporto è fornire agli operatori sanitari informazioni utili per sviluppare e perfezionare programmi per la salute dei nostri ragazzi in età scolare», ha commentato Julie L. Gerberding, direttore dei Cdc.

 

Meno patatine, più insalata

Alcuni dati indicano chiaramente i miglioramenti registrati nel 2006 rispetto al 2000. Gli Stati che vietano alle scuole la vendita di cibi spazzatura nei distributori automatici sono aumentati dall’8% al 32%, e i distretti scolastici dal 4% al 30%. Le scuole che vendono acqua nei distributori o negli spacci è salita dal 30% al 46%, e quelle che vendono biscotti, dolcetti o altri generi alimentari al forno ricchi di grassi sono scese dal 38% al 25%. Le scuole che offrono patatine fritte nei menù sono diminuite dal 40% al 19%. Al contrario, quelle che offrono insalate sono aumentate dal 53% al 73%.

 

Ancora troppe bevande dolci

Non mancano però le aree in cui sono necessari ancora dei passi avanti. Ancora nel 2006 nel 77% delle scuole superiori i distributori automatici o gli spacci vendono bevande gassate o succhi non al 100% di frutta, e nel 61% snack salati non poveri di grassi. «Se vogliamo basarci sui miglioramenti compiuti dalle scuole negli ultimi sei anni, dobbiamo coinvolgere molta gente e molti programmi. Le famiglie, le scuole, i dirigenti e gli amministratori scolastici devono collaborare per implementare politiche e programmi per la salute e la sicurezza dei nostri giovani», ha sottolineato Howell Wechsler, direttore della Divisione adolescenti e salute scolastica dei Cdc.