English - Home page

ISS
Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Telefono Verde AIDS e IST, 38 anni di attività: cosa chiedono i giovani?

Nel periodo 2022-2025 il Telefono Verde AIDS e IST 800 861061 dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha risposto 10.196 quesiti posti da giovani con meno di 25 anni di età, nell’ambito di 2.740 interventi telefonici (pari all’11,5% del totale di telefonate pervenute nel medesimo periodo). I temi principalmente affrontati sono stati:

  • modalità di trasmissione dell’HIV (27,8%) e delle altre infezioni sessualmente trasmesse (IST) (11,3%)
  • accesso e fruibilità degli esami diagnostici presso le strutture dedicate territoriali (Centri pubblici diagnostico-clinici e specifici per le infezioni sessualmente trasmesse – Check point Community-based) presenti nelle differenti regioni italiane (31,1%).

È quanto emerge da un’analisi ad hoc fatta in occasione del 38simo anniversario dell’attività del Telefono Verde, celebrata il 20 giugno 2025. Nel corso delle telefonate si è parlato anche di aspetti psico-sociali (10,3%) e in una proporzione pari al 10,3% i quesiti posti si riferiscono alle caratteristiche degli agenti patogeni (virus, batteri, protozoi e parassiti) e agli aspetti clinici.

 

Inoltre, non mancano quesiti dalle quali traspare una base di disinformazione (5,1%). Ciò significa che per i giovani non è scontato disporre di un corretto bagaglio conoscitivo sulle reali modalità di contagio delle IST e sugli ambiti che di fatto non rappresentano alcun pericolo:

  • relazioni affettive: baci, abbracci, carezze
  • vita sociale: bar, pizzerie
  • condivisione di spazi pubblici: bagni pubblici, piscine, palestre
  • ambienti sanitari: dentista, test
  • animali: puntura di zanzare.

In questo panorama il tema della prevenzione e le relative domande riguardano una proporzione pari al 4,1% del totale dei quesiti posti.

 

Effettivamente i giovani che accedono al Telefono Verde AIDS e IST sembrerebbero avere una limitata chiarezza su quali siano i comportamenti a rischio, quali effettivamente non determinino un reale pericolo, nonché quali azioni mettere in atto per proteggersi.

 

Emerge un forte bisogno di contenuti informativi specifici, veicolati mediante linguaggi e canali divulgativi (Instagram, TikTok, ecc.) più vicini a questa fascia di popolazione, come evidenziato anche in altre indagini condotte attraverso analisi di web listening e mediante rilevazione nelle scuole.

 

Risorse utili

 

Data di pubblicazione della pagina: 26 giugno 2025

Testo scritto da: Anna Colucci - Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione – UORCF del Dipartimento Malattie Infettive
Equipe dell’UO RCF: Anna D’Agostini, Rosa Dalla Torre, Emanuele Fanales Belasio, Pietro Gallo, Matteo Schwarz, Rudi Valli.