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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Consumo di alcol e politiche di prevenzione



Nei 28 Paesi dell’Unione europea, più Norvegia e Svizzera, a partire dai 15 anni di età vengono consumati mediamente 11,3 litri di alcol puro l’anno, soprattutto tra i maschi (18,3 litri contro i 4,7 delle femmine). Il dato, riferito al 2016, è stato presentato nel rapporto “Status report on alcohol consumption, harm and policy responses in 30 European countries 2019” pubblicato a settembre 2019. Lo scenario descritto nel documento rilancia l’allarme e l’attenzione sul rischio alcol nel mondo in modo dettagliato e comprende: l’analisi dell’andamento dei consumi tra il 2010 e il 2016, dei danni legati all’uso di alcol e delle politiche europee di prevenzione. In generale, i dati indicano che dal 2010 il consumo di bevande alcoliche in Europa non è cambiato ma alla luce degli indicatori d’impatto su salute e società, pur in presenza di una disomogenea attenuazione del consumo nocivo, la mortalità alcol correlata, il “peso” (burden) di malattia e mortalità resta ancora a livelli elevati e il calo dei decessi da 301 mila (nel 2010) a 291 mila (nel 2016) non rappresenta un reale successo.

 

In breve, tra il 2010 e il 2016:

  • i consumi pro capite di alcol sono passati da 11,5 a 11,3 litri, un calo statisticamente non significativo
  • 17 Paesi hanno mostrato una generale diminuzione e 13 un generale incremento
  • la prevalenza dei bevitori è diminuita del 4,3% passando dal 75,3% al 72%.

Per quanto riguarda i problemi legati al consumo di alcol, in numerosi Paesi le persone con un basso status socio-economico hanno una probabilità 3 volte maggiore di morire per cause alcol correlate rispetto alle persone con un status socio-economico più elevato. Inoltre, sia il consumo medio pro capite che gli anni di vita persi a causa del consumo di alcol sono bassi nei Paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia) e in quelli mediterranei (Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna).

 

I dati europei rilevati sono stati riportati in fact sheets in versione aggregata rispetto ai Country report di dettaglio pubblicate a inizio anno per ogni Paese (per approfondire leggi il commento pubblicato a febbraio 2019; le attività e risultati riportati nella fact sheets dedicate all’Italia sono state inserite anche nella Relazione al Parlamento 2018, nel capitolo 5.4 “La partecipazione alle politiche internazionali”).

 

Consumi di alcol tra i giovani

Nelle fasce più giovani della popolazione l’alcol ha un ruolo proporzionalmente più importante nella mortalità rispetto a quanto accade tra adulti e anziani. Questo perché, sebbene i tassi di mortalità assoluta tra adolescenti e giovani adulti siano modesti, il contributo relativo alla mortalità è notevolmente più elevato rispetto all’età avanzata rappresentando la prima causa di morte tra i giovani nella maggior parte delle realtà esaminate in funzione della mortalità da incidente stradale causato dall’uso di alcol. Nel 2016, il 5,5% dei decessi osservati nei 30 Paesi indagati è stato causato dall’alcol, dato che sale al 19% nella fascia di età 15-19 anni e al 23,3% nella fascia 20-24 anni. Ciò significa che circa 1 decesso su 5 tra i 15-19 anni e circa 1 decesso su 4 nella fascia di età 20-24 anni è stato causato dall’alcol, portando il rapporto tra la percentuale di decessi alcol correlati negli adolescenti/giovani adulti e nella popolazione adulta a una preoccupante proporzione di circa 4:1.

 

Dati che impongono una revisione delle misure atte a contrastare l’uso di alcol sino ai 25 anni, periodo in cui l’alcol nuoce maggiormente anche alle capacità cognitive rappresentando il fattore principale di vulnerabilità cerebrale e delle sue conseguenze: perdita della memoria, perdita della capacità visu-spaziale e di orientamento, bassa capacità di controllo, di pianificazione, di logica e quindi più elevato rischio di agire in maniera meno razionale.

 

Sul tema alcol e giovani, è stata terminata la valutazione del report “Action Plan on Youth Drinking and on Heavy Episodic Drinking (Binge Drinking) 2014-16 - Progress evaluation report (2019)” a cui l’Osservatorio Nazionale Alcol e il Centro collaboratore Oms per la promozione della salute e la ricerca sull’alcol in Istituto superiore di sanità (Iss) hanno contribuito sia in qualità di membro di nomina Oms nell’editorial board internazionale che del core group degli esperti di nomina governativa nel Cnapa (comitato della Commissione europea per le politiche e le azioni nazionali in materia di alcol), preparando la versione finale del report. Il piano d’azione europeo identificava sei aree su cui intervenire per contrastare l’abuso di bevande alcoliche tra i giovani: ridurre gli episodi di binge drinking, ridurre l'accessibilità e la disponibilità di alcolici per i giovani, ridurre l’esposizione alle pubblicità e al marketing legati all’alcol, ridurre i danni causati dall’assunzione di bevande alcoliche in gravidanza, garantire un ambiente sano e sicuro per i giovani, migliorare le attività di ricerca e monitoraggio sul tema (per approfondire leggi il commento dedicato, pdf 246 kb).

 

A fronte del monitoraggio effettuato le azioni richieste agli Stati membri dell’Ue riguardano una politica più rigorosa dei prezzi degli alcolici rivolta a ridurne la convenienza per i più giovani, riducendo la disponibilità fisica ed economica delle bevande alcoliche, contrastando pertanto happy hours, open bar e promozione dell’alcol soprattutto nei luoghi di aggregazione giovanile a maggior tutela dei giovani, contrastare l’aggressività del marketing attraverso la co-regolamentazione nella pubblicità. Misure che in Italia trovano la loro necessità alla luce dei dati che segnalano una significativa cultura del mancato rispetto della legalità e la diffusa tendenza a mettere a disposizione dei minori bevande alcoliche, nonostante le norme ne vietino vendita e somministrazione sotto i 18 anni e regolamentino gli orari di vendita. Il richiamo, nel caso specifico, è a rafforzare le misure di tutela della sicurezza e favorire la logica della prevenzione vera a equo bilanciamento del tipo di prevenzione gestita da una logica di convenienze. Nel 2020 nuove strategie internazionali, europee e nazionali promuoveranno rinnovate azioni cui si auspica che i governi possano ispirare piani efficaci ed efficienti di una prevenzione garantita da risorse adeguate per l’identificazione precoce del rischio alcol e di intercettazione dell’ampia fascia di consumatori a rischio che per il 90% non riceve alcuna forma di indispensabile trattamento nel Servizio sanitario nazionale (Ssn).

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 12 settembre 2019

Autore: Emanuele Scafato, Direttore Osservatorio nazionale alcol (Ona), Iss, Centro Oms per la promozione della salute e la ricerca sull’alcol