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Etichettatura delle bevande alcoliche in Europa: la valutazione dell’OMS Europa su ostacoli e facilitatori di uno sviluppo sostenibile garantito da rinnovate normative di prevenzione



Nonostante la Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) abbia i più alti livelli di consumo pro-capite di alcol al mondo e il 10% di tutti i decessi attribuibili all’alcol, l’etichettatura delle bevande alcoliche, una pratica raccomandata dall’OMS in linea con i principi di protezione e sicurezza dei consumatori non è obbligatoria.

 

Il rapporto “What is the current alcohol labelling practice in the WHO European Region and what are barriers and facilitators to development and implementation of alcohol labelling policy? (2020)” pubblicato dall’OMS Europa a giugno 2020 sintetizza le principali evidenze per quanto concerne l’etichettatura delle bevande alcoliche nella Regione (finalizzata a fornire ai consumatori informazioni sugli ingredienti, i valori nutrizionali e i danni alcol-correlati) e mira a descrivere i fattori che incidono sull’implementazione di questa pratica.

 

Ad oggi, l’introduzione delle normative sull’etichettatura degli alcolici (come parte di un pacchetto più ampio di misure politiche dedicate alla prevenzione alcologica) si è dimostrata efficace nel fornire informazioni ai consumatori, sebbene questa misura sia stata ostacolata in alcuni Stati europei per un’opposizione da parte delle istituzioni internazionali e dell’industria dell’alcol e per mancanza di criteri prefissati di etichettatura e di attività di monitoraggio.

 

Le considerazioni politiche per lo sviluppo di una legislazione per un’etichettatura di successo dovrebbero idealmente riguardare sia le informazioni sulla salute che quelle nutrizionali, garantire la presentazione regolamentata di messaggi ed effettuare un monitoraggio indipendente e una valutazione delle misure.

 

Il rapporto esamina le evidenze e le buone pratiche esistenti per l’etichettatura, le normative e le autoregolamentazioni, l’attuale implementazione della pratica dell’etichettatura in Europa, eventuali ostacoli e facilitatori allo sviluppo e all’implementazione delle politiche di etichettatura. Fornisce, inoltre, una panoramica sulle informazioni nutrizionali, se presenti, su base volontaria o obbligatorie; l’elenco degli ingredienti e le informazioni sulla salute presenti sulle etichette delle bevande alcoliche nella Regione europea dell’OMS. Ciò è stato possibile grazie alla revisione della letteratura grigia e di articoli scientifici in 14 lingue (tra cui l’italiano) condotta dall’OMS da cui è emerso che negli Stati membri solo il 17% ha leggi che impongono ai produttori di alcolici di includere sulle etichette contemporaneamente ingredienti, valori nutrizionali e informazioni sulla salute. Il 40% ha leggi relative all’elenco degli ingredienti, il 28% possiede leggi riguardanti le informazioni di salute (donne in gravidanza, alcol e guida, alcol e minori o avvertenze generali).

 

Rispetto ad altri settori, come il tabacco o i prodotti alimentari, la presenza di etichettatura sui prodotti alcolici è quindi molto limitata e la maggior parte della legislazione esistente sull’etichettatura non è ancora in linea con le raccomandazioni del documento dell’OMS “Alcohol labelling: a discussion document on policy options”, pubblicato nel2017, concernente le opzioni politiche e una serie di questioni per l’etichettatura dell’alcol, comprensive delle conclusioni già prodotte anche in Europa dalla Joint Action Rarha di cui l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) aveva contribuito a produrre e condividere le linee guida riguardanti in particolare la presentazione dell’etichetta in termini di dimensioni, visibilità del messaggio e modifica periodica della natura del messaggio (rotazione dei messaggi). 

 

Gli argomenti principali da considerare, emersi da questo rapporto, sottolineano i seguenti punti:

  • un’etichettatura che includa sia i valori nutrizionali che gli ingredienti
  • un’etichettatura che includa i danni alcol-correlati in generale e per gruppi/situazioni specifiche (alcol e gravidanza, alcol e minori, alcol e guida) nonché raccomandazioni sulle linee guida per un consumo a basso rischio (nei Paesi in cui queste raccomandazioni sono disponibili)
  • fornitura di indicazioni specifiche nei regolamenti su come presentare le informazioni in etichetta (per esempio: dimensioni e caratteri appropriati, fronte confezione, messaggi rotanti, informazioni di facile comprensione) seguendo le raccomandazioni dell’OMS
  • sostegno all’implementazione di normative e all’autoregolamentazione per un migliore controllo del contenuto e della presentazione del messaggio
  • presa di posizione chiara, da parte degli organismi di sanità pubblica, sulla possibilità o meno che i messaggi siano autoregolamentati dall’industria e garantire sulla diffusione di messaggi efficaci
  • prevedere l’opposizione dell’industria dell’alcol o i ritardi nei processi degli organismi internazionali, e preparare in anticipo argomentazioni a sostegno della legislazione proposta
  • garantire l’esistenza di meccanismi di controllo, un monitoraggio indipendente e la valutazione dell’impatto delle politiche di etichettatura, indipendentemente dal fatto che l’etichettatura sia su base volontaria o obbligatoria
  • investire nella ricerca sull’etichettatura degli alcolici per identificare la forma e il contenuto più efficaci della comunicazione sull’etichettatura (fotografie, pittogrammi, messaggi scritti, compresa la formulazione più efficace).

Questo nuovo report recepisce la sollecitazione dell’OMS da parte degli Stati membri ad accelerare i tempi per la messa in atto di iniziative più efficaci di quelle sinora debolmente enunciate ma private di adeguate risorse destinate all’implementazione. Il documento spinge con coerenza a promuovere nuove politiche capaci di prevalere sulla logica delle convenienze basata su argomentazioni da parte di un settore del mondo della produzione, quello del vino, che la stessa Commissione europea ha definito singolari e datate e che non giustificano la mancata adesione, come richiesto dalle direttive, all’esigenza di regolamentare l’etichettatura in maniera tale da garantire scelte informate da parte dei consumatori nel pieno rispetto del dovere di rendere trasparenti le informazioni nutrizionali essenziali fin dall’etichetta. Una cultura della responsabilità sociale che ancora non riesce a farsi strada ma che inevitabilmente dovrà cedere il passo al fine di garantire la dovuta informazione mirata alla prevenzione. 

 

 

Data di creazione della pagina: 30 luglio 2020

Autori: Emanuele Scafato, Claudia Gandin, Silvia Ghirini, Alice Matone - WHO Collaborating Centre Research & Health Promotion on Alcohol and Alcohol-Related Health Problems - Osservatorio Nazionale Alcol, Centro Nazionale Dipendenze e Doping, ISS