Politiche sul prezzo di vendita e di tassazione degli alcolici nella prevenzione del rischio e dei danni alcol-correlati: le raccomandazioni dell’OMS per l’Europa
Secondo il rapporto “Alcohol pricing in the WHO European Region. Update report on the evidence and recommended policy actions” pubblicato a giugno 2020 dall’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), fra tutte le misure politiche di contrasto al consumo rischioso di alcol e ai danni alcol-correlati intraprese, l’evidenza più forte è relativa all’impatto sul prezzo di vendita delle bevande alcoliche. Più in particolare, l’OMS Europa afferma che le misure politiche di contrasto più efficaci sono quelle di natura economica, dirette o indirette; tra le cosiddette best buys dell’OMS infatti, le migliori azioni che i decisori politici possono sostenere per prevenire il consumo rischioso e dannoso di alcol, vi sono la riduzione della disponibilità fisica delle bevande alcoliche sul mercato e la diminuzione dell’accessibilità all’acquisto da parte dei consumatori (misure dunque basate sulla politica dei prezzi e sulla tassazione).
È ormai noto che adeguate politiche sul prezzo di vendita possono contribuire sia a ridurre il consumo di alcol e i relativi rischi per la salute, che a favorire l’economia dei Paesi attraverso risparmi in salute (e dei relativi costi) nel breve, medio e lungo termine. Tuttavia, non tutte le politiche sui prezzi sono uguali per efficacia o nel loro impatto sulle disuguaglianze socioeconomiche per la salute, sulle quali il consumo di alcol svolge un ruolo importante. La tassazione degli alcolici è il meccanismo principale attraverso il quale i governi influenzano i prezzi di queste bevande. Esistono varie forme di tassazione: in una prospettiva di sanità pubblica l’approccio da considerare è quello di una tassazione rispetto al contenuto/gradazione alcolica della bevanda.
Sebbene la maggioranza dei Paesi della Regione europea dell'OMS abbiano una qualche forma di regolamentazione del prezzo di vendita degli alcolici, le misure esistenti non sono spesso implementate e/o non sono inefficaci. Le aliquote fiscali dovrebbero essere le stesse per le diverse bevande (birra, vino, superalcolici) dal momento che una tassazione ridotta di una bevanda rispetto a un’altra potrebbe incoraggiarne il consumo e il consumo di maggiori quantità, cosa che riguarda soprattutto i bevitori a maggior rischio. L'aumento delle aliquote fiscali sui prodotti più economici è una delle opzioni più efficaci disponibili per quei contesti in cui sono presenti disuguaglianze sanitarie legate al consumo di alcol. Ciò non esclude, tuttavia, che possa essere applicata una tassazione maggiore per i prodotti ad alta gradazione alcolica, così come per i prodotti che hanno bassi costi di produzione rispetto ad altre bevande. La tassazione potrebbe inoltre essere collegata direttamente al tasso d’inflazione o in alternativa, o in parallelo, potrebbe essere promosso un “prezzo minimo unitario” (Minimum Unit Price), una misura che tiene conto sia del contenuto alcolico che del volume del prodotto che si è mostrata particolarmente efficace nei bevitori a maggior rischio come è stato fatto in Scozia, ad esempio.
Allo stato attuale, i vari sistemi di tassazione sugli alcolici nella Regione europea dell'OMS sono estremamente vari e scarsamente allineati. Vi sono ampie variazioni nella tassazione di prodotti diversi. Anche il prezzo unitario minimo per i prodotti alcolici è scarsamente diffuso (adottato solo in 8 Paesi europei) sebbene sta dimostrando di essere un complemento efficace della tassazione nella riduzione del consumo di alcol e dei danni, in particolare tra i bevitori più a rischio.
L’attenzione sul fatto che le politiche sui prezzi degli alcolici rappresentano un'opportunità straordinariamente potente per ridurre i danni alcol-correlati in Europa e sul fatto che queste politiche non sono opportunamente implementate sono tra gli argomenti trattati dal rapporto dell’OMS.
Il documento dimostra che le politiche monetarie possono essere efficienti e allo stesso tempo giovare alla salute delle persone. Gli argomenti che affermano che qualsiasi politica che riduca il consumo di alcol può danneggiare l'economia e portare alla perdita di posti di lavoro non sono coerenti con le prove attuali essendo l’uso di alcol l’elemento efficiente per registrati effetti negativi sulla produttività economica. Le scelte sono politiche ma un’azione d’incremento della consapevolezza mirata a far crescere la consapevolezza nei consumatori dei rischi e dei danni che l’uso di alcol comporta è imprescindibile tenuto conto che è già verificato che la propensione all’acquisto del consumatore è l’elemento chiaro di scelta già da anni riorientato anche verso ulteriori e variegati beni di consumo, come il fitness, la cura della persona, l’alimentazione, i viaggi, la musica che offrono alternative più salutari e contribuiscono a una cultura da supportare nell’interesse di tutti.
- Il rapporto completo “Alcohol pricing in the WHO European Region. Update report on the evidence and recommended policy actions” pubblicato dall’OMS Europa a giugno 2020