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Alcol: le tabelle, nuovi strumenti per la sicurezza stradale



Emanuele Scafato - Centro Oms per la promozione della salute e la ricerca sull’alcol, Osservatorio nazionale alcol, reparto Salute della popolazione e suoi determinanti (Cnesps, Iss)

 

L'estate 2008 è stata tristemente connotata da una lunga, costante e inarrestabile serie di incidenti stradali, spesso provocati da conducenti sotto l'effetto dell'alcol. Esperienze recenti realizzate nel Veronese (e ora allargate anche al Ravennate) per volontà del dipartimento Antidroga della Presidenza del consiglio hanno dimostrato che quasi il 50% dei conducenti controllati sono risultati positivi ai controlli per alcolemia e altre sostanze illegali.

 

L’alcol, è bene ripeterlo, influisce negativamente sulle prestazioni psicomotorie e sul giudizio alla guida. Non esistono limiti di basso consumo da considerarsi sicuri: le abilità alla guida sono infatti compromesse anche a livelli di consumo molto bassi. La ricerca ha dimostrato che è possibile ottenere una forte riduzione degli incidenti stradali (anche mortali) quando i livelli di alcolemia consentiti vengono abbassati. L’efficacia della legislazione sui livelli di alcolemia dipende in larga parte dall’attività di controllo e, in particolare, dai controlli randomizzati. Ma, come enunciato dalla risoluzione della Commissione europea per l’adozione di una strategia comunitaria sull’alcol, tutti gli studi disponibili confermano che l’effetto positivo di una nuova legislazione per abbassare i limiti è maggiore se accompagnato da dibattiti pubblici, campagne sui media e iniziative volte a educare, informare e rendere più consapevoli le persone sui possibili rischi, per sé e per gli altri.

 

I progetti e le iniziative in Italia

Da anni il ministero della Salute, in collaborazione con l’Iss, ha lanciato la campagna “Se guidi, non bere”, che si è integrata strategicamente nel 2006, 2007 e 2008 con un’attenzione particolare ai luoghi dedicati al divertimento, con l’obiettivo di rendere più sicure le serate dei giovani e più serene quelle dei genitori. Il progetto “Il Pilota”, proposto dall’Osservatorio nazionale alcol del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Iss, si è posto come modalità innovativa di sensibilizzazione, informazione, ricerca e promozione della salute per convincere i giovani ad avere maggiore attenzione ai consumi alcolici e, soprattutto, a prevenire gli effetti evitabili connessi all’abuso.

 

L’informazione fornita attraverso i materiali sviluppati dalla campagna, la proiezione degli spot realizzati e la rilevazione volontaria delle abitudini dei giovani nelle discoteche hanno mostrato un buon grado di accoglienza e stimolato una curiosità costruttiva. Tra le richieste rilevate attraverso le interviste condotte dall’Osservatorio nazionale alcol del Cnesps, in collaborazione con la Società italiana di alcologia, è emersa l’esigenza non solo di conoscenze più dettagliate dei limiti di alcolemia consentiti alla guida ma, soprattutto, di informazioni più puntuali su come questi livelli possano essere raggiunti o, meglio, evitati.

 

Ma i giovani conoscono i limiti?

Dalle ricerche dell’Iss emerge come il 58,7% dei ragazzi indichi correttamente in 0,5 grammi/litro il limite massimo di alcolemia da non superare alla guida, come previsto dalla legge. Il 41,3% indica invece livelli sbagliati (in particolare: il 24,8% un limite di 0,3; il 6,4% un limite di 0,8; il 2,6% un limite di 1 mentre il 7,6% non sa o non risponde). Tra tutti i ragazzi che identificano correttamente il limite di alcolemia, il 19,2% ammette però di non conoscere il numero di bicchieri che corrispondono alle quantità sanzionabili dal Codice della strada. L’8,2% reputa che 0,5 grammi/litro di alcolemia corrisponda a zero bicchieri e solo uno su tre (il 29,9%) identifica correttamente in 2-3 bicchieri il numero dei drink che determinano 0,5 grammi di alcolemia. Per il 3,5% dei ragazzi il limite di 0,5 è pari a 4 bicchieri di una qualsiasi bevanda alcolica, mentre per il 39,2% dei teenager il limite è raggiunto consumando un solo bicchiere.

 

In Italia, il 74% dei giovani - e nello specifico il 67% dei 13-15enni (la popolazione al di sotto dell’età legale) - beve il sabato sera. E, di questi, il 20% si ubriaca nel fine settimana. Sempre più diffuso tra i teenager il fenomeno del binge drinking (bere per ubriacarsi 6 o più bicchieri in un’unica occasione), che “snobbano” il consumo mediterraneo preferendo piuttosto i consumi fuori pasto. È un’abitudine negativa per la salute e la sicurezza: l’abuso fuori pasto e gli happy hour incrementano infatti del 70% il rischio per i giovani di finire al pronto soccorso.

 

Il decreto del 30 luglio 2008

Il decreto del 30 luglio 2008 contenente “Disposizioni urgenti modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione” (pdf 16 kb) giunge allora come un efficace strumento di informazione e incremento delle capacità critiche dell’individuo. Inoltre colma, su espressa indicazione di legge, una lacuna essenziale in termini di conoscenza e di stimolo a considerare attentamente e consapevolmente le scelte individuali.

 

Le nuove tabelle (versione originale, versione a colori A3) non sono, né potrebbero esserlo in alcun’altra parte del mondo, uno strumento di precisione: sono infatti molte le variabili che contribuiscono a determinare la concentrazione di alcol nel sangue. E tuttavia alcuni importanti fattori (come peso, sesso e condizioni di digiuno o di stomaco pieno) influenzano significativamente i livelli di alcolemia. Le tabelle potrebbero rappresentare anche un utile argomento di discussione tra tutti coloro che si pongono alla guida in merito all’estrema facilità con cui, per esempio, una ragazza giovane in peso forma o sottopeso possa raggiungere il livello di 0,5 più facilmente a digiuno rispetto a una coetanea o a un uomo che presenti peso maggiore e assuma alcol a stomaco pieno. Anche la valutazione dell’alcolemia in funzione delle differenti gradazioni e della possibilità di sommare tra loro le alcolemie riferite al bicchiere o lattina standard può aiutare a rendersi conto che probabilmente il “troppo” si raggiunge anche con un consumo oggettivamente moderato. Una condizione, questa, che può agire da deterrente se accompagnata, come sta avvenendo, da una maggiore certezza dei controlli e delle sanzioni (il sistema tutor relativamente ai limiti di velocità insegna).

 

Le tabelle sono destinate, secondo me, anche a un uso didattico pratico ed efficiente, e potrebbero essere anche consegnate ai conducenti fermati in occasione dei controlli delle forze dell’ordine. A una sensazione di repressione potrebbe così sostituirsi una più adeguata percezione di attenzione da parte di chi è legittimato a effettuare i controlli, per tutelare l’incolumità e la sicurezza dell’individuo e della collettività. Un contributo alla cultura del bere rispettosa della vita e del prossimo, un’opportunità in più per i giovani e un’occasione per i gestori dei locali che potranno e sapranno darne adeguata visibilità e diffusione nell’interesse di tutti. Infine, un argomento non solo legale ma anche etico, destinato ad arricchirsi di contributi e proposte nell’ambito della prima Conferenza nazionale alcol, convocata, organizzata e finanziata dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. Grazie alla sensibilità e all’impegno del presidente della Consulta nazionale alcol (il sottosegretario Eugenia Roccella) e della Consulta stessa si è ritenuto opportuno dedicare due giornate di lavoro, il 16 e 17 ottobre 2008, a Roma per l’esame delle priorità, attraverso la partecipazione di tutti gli interlocutori privilegiati e impegnati a ridurre l’impatto negativo dell’alcol sulla nostra società (per maggiori informazioni sulla conferenza, scrivi a primaconferenzanazionalealcol@isfol.it).