Carta del rischio di infarto del miocardio de “Il Progetto CUORE”
Simona Giampaoli1, Marco Ferrario2, Paolo Chiodini2, Luigi Palmieri1, Salvatore Panico3 e Diego Vanuzzo4
1Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, ISS
2Università
degli Studi dell’Insubria, Varese
3Università
degli Studi “Federico II”, Napoli
4Agenzia
Regionale della Sanità del Friuli-Venezia Giulia, Udine
Il Progetto
CUORE nasce nel 1998 con gli obiettivi di attivare il registro
degli eventi coronarici e cerebrovascolari, descrivere la
distribuzione dei fattori di rischio e valutare il rischio
cardiovascolare nella popolazione italiana. Nell’ambito di
quest’ultimo obiettivo è stato possibile raccogliere e
armonizzare, in un database comune, le informazioni provenienti
da 17 coorti, costituite da circa 17 000 uomini e 22 000 donne
di età 20-84 anni, arruolate al Nord, Centro e Sud d’Italia,
che avevano raccolto, alla metà degli anni ‘80, i fattori di
rischio cardiovascolare con metodologie simili o confrontabili.
Queste popolazioni sono state seguite per la storia clinica
fino a tutto il 1998 con la raccolta e la validazione degli
eventi fatali e non fatali di infarto del miocardio.
Per la
costruzione della carta del rischio si è concentrata
l’attenzione sull’incidenza nella fascia di età 40-69 anni, in
modo da avere un campione comune alla quasi totalità delle
coorti e un’età in cui i fattori di rischio sono ancora poco
influenzati dai processi legati all’invecchiamento. Sono stati
identificati i “pesi predittivi” dei singoli fattori di rischio
e la funzione matematica in grado di predire la probabilità di
ammalare. Il rischio di infarto è stato calcolato su 10 anni
negli uomini e su 5 anni nelle donne.
La
popolazione italiana presenta una frequenza di infarto del
miocardio più bassa rispetto a quella del Nord Europa. Per
questo motivo le categorie di rischio sono ridefinite, rispetto
a quelle europee, in base al rischio medio di ammalare della
popolazione italiana, identificato attraverso le coorti de Il
Progetto CUORE. In particolare, per gli uomini a 10 anni, sono
espresse in sei categorie di rischio: CRI (Carta Rischio
Infarto) - I a meno del 5%, CRI-II tra il 5 e il 10 %, CRI-III
tra il 10 e il 15%, CRI-IV tra il 15 e il 20%, CRI-V tra il 20
e il 30% e CRI-VI oltre il 30%. Per le donne le categorie di
rischio sono espresse in CRI-I meno dell’1%, CRI-II tra l’1 e
il 3%, CRI-III tra il 3 e il 5%, CRI-IV tra il 5 e il 7%, CRI-V
tra il 7 e il 10%, CRI-VI oltre il 10%. Il rischio medio della
popolazione italiana di età 40-69 anni corrisponde al limite
inferiore della categoria CRI-II negli uomini (5,8% in 10 anni)
e al limite superiore della categoria CRI-I nelle donne (0,9% a
5 anni). Le carte sono presentate separatamente per uomini e
donne e per diabetici e non diabetici (Figure
1-4).
La carta è a
disposizione nel sito web www.cuore.iss.it; richiede la
disponibilità dei seguenti fattori di rischio: età, sesso,
pressione arteriosa sistolica, colesterolemia, abitudine al
fumo di sigaretta, storia di diabete. è disponibile anche il
calcolo del punteggio per la valutazione del rischio
individuale. Per questo è necessario conoscere: età, sesso,
pressione arteriosa sistolica, colesterolemia,
HDL-colesterolemia, abitudine al fumo di sigaretta, storia di
diabete, assunzione di terapia farmacologia contro
l’ipertensione arteriosa. In entrambi i casi, i fattori di
rischio elencati devono essere misurati applicando le
metodologie standardizzate descritte nel sito web.
La carta è
utile per descrivere visivamente la categoria di rischio a cui
appartiene la persona, mentre il punteggio identifica la
posizione precisa nella distribuzione del rischio individuale,
aumentando la precisione della stima. Entrambi gli strumenti,
oltre all’identificazione dei soggetti ad aumentato rischio,
danno la possibilità di misurare nel tempo, in modo obiettivo,
il beneficio ottenuto attraverso la modificazione dello stile
di vita e/o del trattamento farmacologico e di valutare il
rapporto costo/beneficio. A questa carta seguiranno altri
strumenti che permetteranno di identificare e quantificare
condizioni di rischio per altre manifestazioni cliniche
cardiovascolari.
E' importante
ricordare che il rischio di infarto del miocardio aumenta con
l’età, ma è possibile mantenere un livello favorevole
controllando i fattori di rischio modificabili con lo stile di
vita. Per questo basta:
•
evitare il fumo. Sono dannosi alla salute sia il fumo attivo
sia quello passivo;
•
avere un’alimentazione sana e bilanciata, con un’ampia varietà
di cibi. Va ridotto il consumo di grassi, specialmente quelli
saturi di origine animale e di cibi ad alto apporto calorico. è
importante aumentare il consumo di alimenti ricchi in fibre,
amidi, vitamine e minerali, come frutta, verdura, legumi e
cereali. è auspicabile aumentare il consumo di pesce e ridurre
quello di carni rosse;
•
tenere sotto controllo il peso; l’indice di massa corporea deve
essere inferiore a 25kg/m2. Per questo, accanto a una dieta
bilanciata, è importante svolgere un’attività fisica regolare,
adeguata alle condizioni fisiche dell’individuo e allo stato di
salute.
Figura 1 - Rischio di infarto del
miocardio a 5 anni in donne diabetiche
Figura 2 - Rischio di infarto del miocardio a 5 anni
in donne non diabetiche
Figura 3 - Rischio di infarto del miocardio a 10 anni
in uomini diabetici
Figura 4 - Rischio di infarto del miocardio a 10 anni in uomini non diabetici
Corso di epidemiologia in azione
Caltanissetta, 19-30 maggio 2003
L’Università Tor Vergata e l’ISS hanno formalizzato quest’anno la loro collaborazione per la realizzazione di un Master in Epidemiologia Applicata destinato al perfezionamento dei professionisti sanitari (medici, veterinari, biologi) impegnati nell’epidemiologia, nella sorveglianza delle malattie e nella promozione della salute.
Il Master, della durata di due anni, si apre con un corso introduttivo di due settimane che si terrà a Caltanissetta. Questo corso introduttivo è aperto, oltre agli 8 partecipanti al Master, a 22 professionisti impiegati nell’ambito del sistema sanitario regionale; il corso ha come obiettivo, nella 1a settimana, di introdurre i partecipanti ai metodi epidemiologici di base, alla sorveglianza epidemiologica e all’acquisizione delle capacità per progettare ed eseguire indagini di campo. Durante la 2a settimana i corsisti realizzeranno l’indagine sul terreno, seguita dall’analisi informatica e da una comunicazione ufficiale a diversi tipi di auditori (decision-maker, professionisti sanitari, media e pubblico).
Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.epicentro.iss.it o scrivere a profea@iss.it