AIFA: online il Rapporto vaccini 2023
I dati che emergono dal report AIFA “Rapporto vaccini 2023. La sorveglianza postmarketing dei vaccini in Italia”, pubblicato a giugno 2025 e realizzato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in collaborazione con il Centro nazionale ricerca e valutazione preclinica e clinica dei farmaci e con il Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), evidenziano un quadro rassicurante sulla sicurezza dei vaccini, inclusi quelli anti-COVID-19.
Tutti i segnali analizzati a livello europeo dal Comitato di valutazione rischi (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee – PRAC) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (European Medicines Agency – EMA) sono stati chiusi con valutazioni favorevoli alla sicurezza di tutti i vaccini. Nel 2023 le segnalazioni complessive di eventi avversi da vaccini in Italia, inclusi quelli anti-COVID-19, hanno subito un calo drastico rispetto all’anno precedente (-86%).
L’obiettivo del rapporto è informare i cittadini e gli operatori sanitari sulle segnalazioni di sospette reazioni avverse, definite come eventi avversi successivi alla vaccinazione (Adverse Event Following Immunization – AEFI), registrate nel 2023 nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF), gestita dall’AIFA.
Le attività di vaccinovigilanza vengono condotte in Italia dall’AIFA in collaborazione con l’ISS e il Gruppo di lavoro per la vaccinovigilanza e con il coinvolgimento del Ministero della Salute, dei Centri Regionali di Farmacovigilanza e degli Uffici di Prevenzione delle Regioni.
I dati in sintesi
Andamento delle segnalazioni
Nel 2023 le segnalazioni complessive di eventi avversi da vaccini in Italia sono state 4.330, di cui 1.224 relative ai vaccini anti-COVID-19. Un calo drastico rispetto all’anno precedente (nel 2022 erano 31.652): -71% per tutti i vaccini esclusi quelli anti-COVID-19 e -94% per i soli vaccini anti-COVID-19.
La maggior parte delle segnalazioni (78%, 3.386) sono state effettuate spontaneamente mentre il 20% (850) nell’ambito di specifici progetti di farmacovigilanza attiva. Il trend di decrescita, iniziato nel 2022, è proseguito anche nel 2023, portando i livelli di segnalazione a valori al di sotto di quelli registrati nel periodo pre-pandemia.
Il calo delle segnalazioni risente di più fattori, tra i quali innanzitutto la diminuzione consistente delle dosi somministrate, la conclusione di alcuni progetti di farmacovigilanza attiva e probabilmente è anche una conseguenza negativa dell’effetto “rebound” delle segnalazioni verificatosi durante la pandemia di COVID-19.
Il tasso di segnalazione per tutti i vaccini è stato pari a 9,8 per 100.000 dosi somministrate (2.476 segnalazioni con eventi insorti nel 2023 a fronte di 25,3 milioni di dosi somministrate). Per i vaccini anti-COVID-19 il tasso è stato pari a 6,8 per 100.000 dosi somministrate (182 segnalazioni con eventi insorti nel 2023 a fronte di 2,7 milioni di dosi somministrate), in diminuzione del 78% rispetto a quello osservato nel 2022, in cui è stato rilevato il valore di 31,3 per 100.000 dosi.
Distribuzione regionale e tasso di segnalazione per abitanti
Nel 2023 le Regioni con il maggior numero di segnalazioni sono state il Veneto, la Puglia e la Lombardia. Considerando la diversa dimensione della popolazione, le Regioni con il più alto tasso di segnalazione per milione di abitanti sono risultate: Veneto (193), Puglia (177) e Friuli-Venezia Giulia (148). Una situazione particolare è stata registrata in Basilicata, dalla quale nel 2023 non è pervenuta alcuna segnalazione di AEFI.
La distribuzione regionale delle segnalazioni da vaccini risente di diversi fattori, come la presenza di progetti di farmacovigilanza attiva e gli investimenti di ogni singola Regione in termini di risorse umane e finanziarie sul funzionamento del sistema di farmacovigilanza e sulla formazione degli operatori sanitari.
Distribuzione per fascia di etĂ e sesso
In linea con la tipologia di vaccini somministrati, il 40% delle segnalazioni ha riguardato la popolazione sotto i 18 anni (54% se si escludono i vaccini anti-COVID-19), con una marcata differenza tra maschi (55%) e femmine (31%). Al contrario, nella fascia di età tra i 18 e 64 anni la percentuale di segnalazioni nelle donne è stata più elevata rispetto a quella negli uomini (47% vs 27%). La differenza si riduce nei soggetti over 65, dove le segnalazioni si distribuiscono in misura più equilibrata tra donne (20%) e uomini (17%).
Distribuzione per tipologia di segnalatori
Il 43% delle segnalazioni è stato inviato da medici, in particolare medici ospedalieri, seguiti da altri operatori sanitari (21%), farmacisti (18%) e cittadini/pazienti (18%). Escludendo le segnalazioni relative ai vaccini anti-COVID-19, la percentuale di segnalazioni da parte dei cittadini si riduce al 7%, mentre aumenta quella dei medici (46%) e dei farmacisti (21%). Come già osservato negli anni precedenti, i dati del 2023 confermano il ruolo prevalente dei professionisti sanitari nella segnalazione dei sospetti AEFI.
Distribuzione per gravitĂ ed esito
Nel 2023 il 73,6% (3.185) di tutte le segnalazioni (inclusi i vaccini anti-COVID-19) ha riguardato eventi avversi non gravi. Il restante 26,4% (1.145) ha riguardato segnalazioni con almeno un evento avverso grave. Tra queste, nella maggior parte dei casi si è trattato di “altra condizione clinicamente rilevante” (14,8%, 641) o di “ospedalizzazione o prolungamento ospedalizzazione” (6,3%, 272). Rispetto al 2022, le segnalazioni con almeno un evento grave sono diminuite dell’83% passando da 6.774 a 1.145.
Se dall’analisi sono esclusi i vaccini anti-COVID-19, la percentuale di segnalazioni con almeno un evento grave scende al 18,4% (581). Tra queste, nella maggior parte dei casi si è trattato di “altra condizione clinicamente rilevante” (11,9%, 376) o di “ospedalizzazione o prolungamento ospedalizzazione” (5,4%, 171).
Per quanto riguarda l’esito degli eventi (inclusi i vaccini anti-COVID-19), il 76,7% (3.660) ha mostrato un miglioramento o una risoluzione completa e il 18,3% (874) ha, invece, riguardato eventi non risolti, risolti con postumi o con esito fatale. Escludendo le segnalazioni da vaccini anti-COVID-19, l’88,6% (2.966) ha mostrato un miglioramento o una risoluzione completa.
Tra tutte le segnalazioni (inclusi i vaccini anti-COVID-19), i casi in cui è stato riportato il decesso sono stati in totale 47. Il 47% (22) dei decessi si è verificato nel 2023, il 26% (12) nel 2022, il 23% (11) nel 2021 e nel restante 4% (2) non è stata riportata alcuna informazione sulla data del decesso.
In 13 di questi casi gli eventi avversi erano insorti in anni precedenti a quello del decesso. In generale, se nel 2022 la percentuale di segnalazioni con eventi insorti negli anni precedenti era pari al 39%, nel 2023 questo valore è salito al 43%, influendo sulla percentuale complessiva di segnalazioni con almeno un evento grave. A tal proposito, va sottolineato che molti eventi avversi registrati nel 2023 sono ancora legati alla vaccinazione anti-COVID-19. Per questi vaccini, infatti, la percentuale di eventi avversi segnalati nel 2023 ma accaduti nei mesi e negli anni precedenti è molto alta (81%), probabilmente a causa della grande attenzione mediatica ricevuta, derivante da una situazione di vaccinazione di massa e di emergenza sanitaria senza precedenti.
Analisi per tipologia di vaccino
La maggior parte delle segnalazioni ha riguardato i vaccini anti-COVID-19 (28,3%), seguite dagli anti-meningococcici (18,6%), dai vaccini anti-herpes zoster (11,6%), dai vaccini trivalenti (9,0%) e da vaccini contro morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPR-MPRV-V-M: 8,5%). Complessivamente, quanto registrato per questi vaccini corrisponde a piĂą di tre quarti (76%) delle segnalazioni.
Prendendo in considerazione solo i vaccini per i quali sono state effettuate almeno 100 segnalazioni nell’anno considerato, si osserva un’importante riduzione delle segnalazioni rispetto al 2022, per i vaccini anti-COVID-19 (-94%), per gli anti-meningococcici (-87%), per i vaccini MPR-MPRV-V-M (-76%), per gli anti-pneumococcici (-88%), per gli esavalenti (-89%), per gli anti-rotavirus (-85%). Di contro gli aumenti di maggiore rilevanza sono stati per i vaccini per l’herpes zoster (+173%), per quelli dell’HPV (+22%), per i tetravalenti (+20%) e per i trivalenti (+7%).
I vaccini con la più elevata percentuale di segnalazioni da progetti di farmacovigilanza attiva sono stati i vaccini trivalenti (77,4%). In generale, per quasi tutti i vaccini è stata osservata una percentuale elevata di segnalazioni spontanee, che rappresenta un aspetto positivo in quanto significa che il sistema di sorveglianza funziona su tutti i vaccini, a prescindere dall’attivazione di specifici progetti.
La più alta percentuale di segnalazioni con almeno un evento grave è stata osservata per i vaccini anti-COVID-19 (46,7%, rispetto al 29,6% del 2022), per i vaccini MPR-MPRV-V-M (41,9%, rispetto al 15,1% del 2022), per i monovalenti dell’epatite A (35,3% rispetto al 12,5% del 2022) e per i vaccini tetravalenti contro difterite, tetano, pertosse e polio (30,8%, rispetto al 20,0% del 2022).
Vaccini anti-COVID-19
Nel 2023 nella RNF sono state registrate 1.224 segnalazioni di AEFI a vaccini anti-COVID-19. In linea con l’andamento generale, per tutte le segnalazioni si è osservata una riduzione del 94,2% rispetto al 2022 (21.175). La maggior parte di esse ha riguardato eventi insorti negli anni precedenti a quello in cui è stata effettuata la segnalazione. Nello specifico, 182 segnalazioni (14,9%) hanno riguardato eventi insorti nel 2023 e 993 (81,1%) eventi insorti negli anni precedenti.
Il 66,3% delle segnalazioni ha riguardato soggetti di etĂ 18-64 anni, il 27,9% quelli di etĂ superiore a 65 anni e il 2,3% gli under 18. Si osserva una maggior frequenza di segnalazione nelle femmine (60,5%) rispetto ai maschi (38,9%).
Complessivamente il 53,3% delle segnalazioni (652) ha riguardato eventi avversi che sono stati considerati come non gravi dai segnalatori, mentre il 46,7% (572) almeno un evento avverso considerato come grave.
Relativamente all’esito, nel 49,0% degli eventi avversi c’è stata una risoluzione completa o un miglioramento. Per il 31,4% l’esito dell’evento al momento della segnalazione è stato considerato non risolto, per il 7,8% risolto con postumi e nel 2,6% l’esito riportato è stato il decesso del paziente (38 decessi, di cui 36 nei quali i vaccini anti-COVID-19 erano gli unici vaccini sospetti). La maggior parte dei casi fatali è stata segnalata dai cittadini e nel 37% dei casi il decesso è avvenuto nel 2023.
Le “Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione” hanno rappresentato il 22,4% della totalità degli eventi avversi, seguite dalle “Patologie del sistema nervoso” (15,9%) e dalle “Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo” (11,1%).
A livello europeo il PRAC nel 2023 ha valutato 9 segnali di sicurezza per i vaccini anti-COVID-19 (per 7 segnali la valutazione era iniziata nell’anno 2022), tutti chiusi favorevolmente senza alcuna modifica all’autorizzazione o alle indicazioni cliniche. I segnali valutati dal PRAC sono stati:
- ulcerazione vulvare in associazione con il vaccino Comirnaty a mRNA di Pfizer (1)
- pemfigo e pemfigoide associati ai vaccini Vaxzevria a vettore virale di Astra Zeneca, Comirnaty e Spikevax a mRNA di Moderna (3)
- miosite associata ai vaccini Vaxzevria, Comirnaty e Spikevax (3)
- emorragie postmenopausali associate ai vaccini Comirnaty e Spikevax (2).
- scarica il documento completo “Rapporto vaccini 2023. La sorveglianza postmarketing dei vaccini in Italia” (pdf 0,85 Mb) pubblicato dall’AIFA a giugno 2025
- leggi il comunicato stampa dell’AIFA (0,22 Mb)
- consulta la sezione dei Rapporti vaccini dell’AIFA.