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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Uso degli antibiotici in Italia, il rapporto AIFA con i dati 2019

Dal Rapporto Nazionale OsMed (Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali) sull’uso degli antibiotici nel nostro Paese durante il 2019, pubblicato nel dicembre 2020 dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), emerge che il consumo è rimasto stabile rispetto al 2018 anche se l’Italia continua ad essere tra i Paesi con un livello superiore alla media europea. L’elevato consumo degli antibiotici in ambito umano e veterinario pone l’Italia, insieme alla Grecia, tra i Paesi europei con la maggiore prevalenza di patogeni resistenti a diverse categorie di antimicrobici. Questa situazione è molto più drammatica a livello ospedaliero, dove sono sempre più diffuse le infezioni causate da microrganismi multiresistenti.

 

Nel complesso della popolazione circa 4 persone su 10 hanno ricevuto nel corso del 2019 almeno una prescrizione di antibiotici, con un livello più elevato nei bambini con età inferiore ai 5 anni e nella fascia di età superiore agli 85 anni.

 

In regime di assistenza convenzionata nel periodo 2016-2019 si è assistito complessivamente a una riduzione del 5,8% dei consumi. Questo dato è però ancora lontano dall’obiettivo del 10% definito nell’ambito del Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico Resistenza (PNCAR).

 

Una marcata variabilità si registra sia a livello regionale, con valori più elevati al Sud rispetto alle altre aree geografiche, sia rispetto alla tipologia di antibiotici prescritti. A tal proposito nonostante la elevata riduzione del consumo di fluorochinoloni, questi ultimi continuano ad essere assunti spesso in modo inappropriato. L'associazione amoxicillina/acido clavulanico è l’antibiotico più utilizzato sia in ambito territoriale che ospedaliero. Tra i più piccoli (fascia di età 2-6 anni) si registra una media di 1,5 prescrizioni circa di antibiotici all'anno. I dati derivanti dalle reti dei Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di Libera Scelta, figure centrali dell'attività di informazione e monitoraggio, mettono in evidenza un utilizzo non in linea con le principali raccomandazioni e linee guida.

 

Sempre nel triennio 2016-2019 il consumo ospedaliero di antibiotici risulta in crescita, dato in contrasto con gli obiettivi definiti dal PNCAR. Anche in questo caso si osserva una forte variabilità regionale e se da un lato si osserva una contrazione dell'utilizzo di fluorochinoloni di contro aumenta quello di carbapenemi (in particolare al Nord), indicati per il trattamento di infezioni causate da microrganismi multi-resistenti agli antibiotici e quindi da utilizzare con una certa cautela.

 

Come novità rispetto alle precedenti edizioni, per valutare l’impatto dell’epidemia di COVID-19 è stato analizzato il consumo di antibiotici registrato nel primo semestre 2020, e confrontato con quello dello stesso periodo del 2019. Dai dati emerge, che l’uso di questi medicinali nell’ambito dell’assistenza convenzionata è stato pari a 13,2 DDD/1000 ab die, in riduzione del 26,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per quanto riguarda gli acquisti diretti si rileva una lieve riduzione pari all’1,3%, con ampie differenze a livello regionale. Tra le categorie terapeutiche si riscontra un elevato incremento per i macrolidi (+77%) e, tra questi, l’azitromicina registra un aumento del 160%.

 

Va infine sottolineato come nel corso dell'attuale fase di pandemia di COVID-19 sia strettamente necessario, in accordo con la strategia adottata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) contro l’antibiotico-resistenza, promuovere azioni mirate al controllo del consumo di antibiotici in particolare in ambito ospedaliero, al fine di scongiurare una maggiore diffusione delle resistenze microbiche.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 14 gennaio 2021

Testo scritto da: Roberto Da Cas - Centro nazionale per la ricerca e la valutazione preclinica e clinica dei farmaci, ISS.