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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Uso dei farmaci in gravidanza: il rapporto OSMED 2020

Il 30 settembre 2020 l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha presentato il primo Rapporto OsMed (Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali) riguardante l'assunzione di farmaci nei nove mesi prima, durante e dopo la gravidanza. Il Rapporto è stato realizzato attraverso l'integrazione di banche dati sanitarie regionali con un approccio multi-database e l’adozione di un modello comune dei dati. Le informazioni raccolte sono state vagliate da un network inter-istituzionale, interregionale e multidisciplinare: il MoM-Net (Monitoring Medications Use During Pregnancy Network) al quale partecipa anche l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

 

L’analisi del profilo prescrittivo delle donne in gravidanza ha consentito di mettere in evidenza le differenze esistenti fra Regioni e tra sottogruppi di popolazioni (per esempio: donne italiane vs straniere, donne con parto singolo vs plurimo) e di identificare eventuali pratiche prescrittive inappropriate in età fertile, in gravidanza e nei primi nove mesi dopo il parto. La popolazione in studio comprende le donne tra i 15-49 anni che hanno partorito tra il 1 aprile 2016 e il 31 marzo 2018 (corrispondenti al 59% dei parti totali) e residenti al momento del parto in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Puglia, Sardegna.

 

Dai dati emerge che il 73,1% delle donne ha ricevuto almeno una prescrizione durante la gravidanza, il 57,1% nei tre trimestri precedenti la gravidanza e il 59,3% nei tre trimestri dopo il parto. I farmaci più prescritti in gravidanza rientrano nella categoria terapeutica del sangue e degli organi emopoietici (47,9%), seguono gli antimicrobici per uso sistemico (33,2%), i farmaci del sistema genito-urinario e ormoni sessuali (20,8%), i farmaci attivi sul sistema gastrointestinale e metabolismo (12,1%) e i preparati ormonali sintetici, eccetto gli ormoni sessuali (11,2%). I principi attivi più prescritti in gravidanza sono: l’acido folico (34,6%), il progesterone (19%), il solfato ferroso (18,8%) e l’amoxicillina/acido clavulanico (11,5%). I farmaci a maggior rischio di inappropriatezza prescrittiva sono gli antibiotici e i progestinici prescritti per la prevenzione dell’aborto spontaneo nel I trimestre di gravidanza.

 

Il Rapporto evidenzia anche che:

  • il consumo di acido folico in epoca peri-concezionale è ancora inferiore ai livelli raccomandati dalle linee guida nazionali e internazionali
  • in tutte le Regioni si osserva un trend prescrittivo crescente con l’aumentare dell’età materna
  • Lombardia e Veneto presentano le percentuali minori di prescrizioni di farmaci in tutti i trimestri della gravidanza
  • i pattern prescrittivi presentano forte variabilità tra Regioni e le differenze più marcate riguardano le prescrizioni di progestinici e di preparazioni antianemiche
  • nelle gravidanze multiple vengono prescritti in assoluto più farmaci rispetto alle singole, in primis acido folico e ormoni sessuali
  • rispetto alle donne italiane, le cittadine straniere di Paesi ad avanzato sviluppo economico hanno la più bassa prevalenza d’uso di farmaci mentre quelle che provengono da Paesi a forte pressione migratoria ricevono più prescrizioni in gravidanza.

Il Rapporto OsMed sui farmaci in gravidanza è una importante novità nel panorama nazionale perché, nonostante il consumo dei farmaci durante il percorso nascita sia aumentato negli ultimi anni, i dati disponibili in Italia sono scarsi e poco recenti.

 

Si tratta di un tema di grande interesse per la salute pubblica anche per i possibili esiti sulla salute delle donne e dei neonati. Le analisi del rapporto possono offrire informazioni preziose per la definizione di progetti di ricerca volti a rafforzare la conoscenza e la valutazione della sicurezza, efficacia e appropriatezza prescrittiva in gravidanza che rappresenta una condizione, storicamente, orfana di ricerca. Alcuni sottogruppi di popolazione come le donne con parto plurimo, che rappresentano una popolazione fragile e complessa con esiti materni e feto-neonatali spesso sfavorevoli, sono una priorità di interesse di salute pubblica per il monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche. Anche le donne straniere provenienti da Paesi a forte pressione migratoria sono una popolazione a rischio meritevole di attenzione per limitare le conseguenze della cronica anemia sideropenica e la persistenza di maggiore inappropriatezza prescrittiva di antipertensivi, statine e antinfiammatori in gravidanza rispetto alle donne italiane.

 

La ricchezza del rapporto è frutto della multidisciplinarietà e multiprofessionalità dei componenti del network che ne ha curato la realizzazione. La sua composizione inter-istituzionale che prevede il coordinamento dell’AIFA con il coinvolgimento del Ministero della Salute, dell’ISS, dell’Istituto Mario Negri, dell’Università Milano Bicocca e delle Regioni potrà fornire risposte a eventuali quesiti che emergono sull’uso dei farmaci in epoca perinatale, con la possibilità di ripetere periodicamente tale analisi in modo da valutare modifiche nei comportamenti prescrittivi a livello nazionale.

 

Risorse utili

Sul sito dell’AIFA:

 

Data di creazione della pagina: 8 ottobre 2020

Testo scritto da: Serena Donati*, Paola D’Aloja* e Roberto Da Cas**
*Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva, Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute, CNAPPS-ISS
**Reparto di Farmacoepidemiologia e farmacosorveglianza, Centro nazionale per la ricerca e la valutazione preclinica e clinica dei farmaci, CNRVF-ISS