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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Accesso e diffusione della vaccinazione anti COVID-19 nelle popolazioni socialmente vulnerabili: il webinar ECDC

Al fine di promuovere uno scambio di buone pratiche su un’equa diffusione della vaccinazione contro l’infezione da SARS-CoV-2 tra le popolazioni socialmente vulnerabili nei Paesi dell'Unione europea (UE) e dello Spazio economico europeo (SEE), il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), il 23 giugno 2021, ha tenuto un webinar per riunire gli stakeholder delle autorità sanitarie pubbliche nazionali e della società civile.

 

Le popolazioni socialmente vulnerabili hanno, infatti, sopportato un onere sproporzionato dagli interventi restrittivi non farmaceutici (NPI) volti a prevenire la diffusione di COVID-19. Inoltre, sebbene in generale manchino dati disaggregati sull’adozione della vaccinazione anti COVID-19 nelle popolazioni socialmente vulnerabili, informazioni da parte di alcuni Paesi evidenziano le disuguaglianze nel tasso di questa vaccinazione nelle popolazioni migranti e nelle minoranze etniche.

 

Al webinar hanno partecipato esperti dei Paesi UE/SEE e del Regno Unito, rappresentanti delle istituzioni UE, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dell’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia) e di un’ampia gamma di organizzazioni accademiche e della società civile.

 

Dopo l’apertura del Direttore della DG SANTE della Commissione europea, John Ryan, che ha sottolineato l’importanza del webinar nel contesto della campagna di vaccinazione anti COVID-19 in corso in Europa e ha riaffermato la visione dell’UE per l’equità nella salute come obiettivo per un’Europa giusta ed equa, gli esperti hanno presentato esempi di buone pratiche, esperienze e sforzi per aumentare l’accesso e la diffusione della vaccinazione contro il COVID-19 tra le popolazioni socialmente vulnerabili, partendo dall’idea che l’equità nell’accesso alla vaccinazione è garantita per tutti anche in base alla considerazione che “Nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro” (Nobody is safe until everybody is safe).

 

Con l’occasione, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha presentato le esperienze italiane nell’accesso alla vaccinazione nelle popolazioni migranti e persone che soffrono di fragilità sociale, riferendo anche di azioni svolte in collegamento con la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) e il Tavolo Immigrazione e Salute della società civile.

 

Sette i punti chiave e le buone pratiche emersi durante il webinar che possono essere presi in considerazione da parte delle autorità nazionali e delle parti interessate della società civile per affrontare il problema di un accesso iniquo ai vaccini anti COVID-19 nell’UE/SEE.

 

1. Come affrontare le cause delle disuguaglianze nella copertura vaccinale

Il COVID-19 ha evidenziato le vulnerabilità sottostanti che sono multifattoriali ma fondamentalmente determinate socialmente. Le soluzioni richiedono una buona comprensione e valutazione del problema (come per esempio: accesso, esitazione, mancanza di conoscenza, sfiducia nei confronti del governo/sistemi, disinformazione). Affrontare le cause in modo sostenibile può fornire protezione contro eventuali future pandemie, facilitando anche l’equità sanitaria in modo più ampio.

 

2. Come rafforzare le partnership tra sanità pubblica e organizzazioni della società civile

All’inizio della pandemia la collaborazione tra alcune agenzie di sanità pubblica e le organizzazioni della società civile non era, in molti settori, ottimale, ma molti sono stati i progressi fatti in questo ambito. Le ONG e le organizzazioni della società civile sono ora più attivamente coinvolte con i governi nella definizione di strategie diverse. Stabilire relazioni a lungo termine può facilitare il coinvolgimento della comunità.

 

3. Come rafforzare il coinvolgimento della comunità

Il coinvolgimento diretto delle autorità sanitarie pubbliche con le comunità target, laddove non esiste, può aumentare la fiducia nei servizi di vaccinazione. Il coinvolgimento della comunità facilita anche strategie di comunicazione del rischio culturalmente competenti, e quindi efficaci e “su misura” per diversi gruppi di popolazione. Il coinvolgimento può essere facilitato attraverso canali già stabiliti, come per esempio attraverso le ONG.

 

4. Sono state identificate le seguenti buone pratiche, che facilitano l’accesso alle vaccinazioni

  • Diffusione delle informazioni sui vaccini e sui luoghi per accedervi in tutte le lingue presenti, assicurando anche che siano inclusive per la disabilità.
  • Garantire procedure di registrazione semplici, inclusa la garanzia dell’accesso, come per le persone sprovviste di codice fiscale.
  • Garantire l’impegno a non condividere i dati personali con gli uffici per l’immigrazione o altre autorità sanitarie non pubbliche.
  • Fornire servizi di trasporto per consentire l’accesso ai centri di vaccinazione.
  • Sviluppo di centri di vaccinazione drop-in (senza appuntamento) e team sanitari mobili di sensibilizzazione (come per le persone senza fissa dimora).
  • Se possibile in un contesto nazionale, considerare l’uso di vaccini monodose anti COVID-19 per i gruppi in cui il follow-up per una seconda dose può essere difficile.

5. Come lavorare per colmare il divario di dati

I dati sulla copertura vaccinale, come molti dati sanitari, sono raramente stratificati per stato di migrante/senzatetto/ persona con disabilità: i tassi di vaccinazione tra le popolazioni socialmente vulnerabili possono quindi diventare “invisibili”.

 

Le strategie per la raccolta di dati sanitari sulle popolazioni di rifugiati e migranti sono state delineate dall’OMS a gennaio 2021 nella guida tecnica “Collection and integration of data on refugee and migrant health in the WHO European Region”. Approcci simili potrebbero essere presi in considerazione anche per la copertura vaccinale e per altre popolazioni socialmente vulnerabili.

 

6. Sono state identificate le seguenti buone pratiche sulla conduzione di valutazioni di interventi volti a migliorare l’adesione del vaccino

Includere la raccolta e l’analisi di dati quantitativi e qualitativi nelle valutazioni, nonché le esperienze sia dei fornitori che dei destinatari dei servizi. Ove possibile, includere sia indicatori di processo che di impatto in ogni valutazione. Dare una ampia condivisione dei risultati delle valutazioni, in modo che tutti possano utilizzarle per migliorare le azioni.

 

7. Vaccinazione oltre la pandemia

L’interesse per l’attuazione delle lezioni apprese può diminuire rapidamente una volta terminata la fase di pandemia acuta. Può essere dunque importante considerare come istituzionalizzare le lezioni apprese in modo che le nuove innovazioni possano essere integrate nei sistemi sanitari pubblici prima che si perda lo slancio.

 

Sul sito dell’ECDC sono disponibili le conclusioni del webinar e i materiali del convegno online.

 

 

Data di pubblicazione: 29 luglio 2021

Testo scritto da: Silvia Declich - Centro Nazionale per la Salute Globale, ISS