Emergenza Ucraina 2022
Dal 24 febbraio 2022, l’escalation delle operazioni militari in Ucraina in seguito all’attacco ricevuto da parte dell’esercito russo ha innescato un'emergenza umanitaria che colpisce l'Ucraina e i Paesi circostanti.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta lavorando a stretto contatto con gli uffici locali dell’Ucraina e delle nazioni limitrofe, e anche con i partner, per rispondere rapidamente all’emergenza sanitaria generata dal conflitto e per ridurre al minimo le interruzioni nella fornitura di servizi sanitari.
Durante la crisi, la salute deve rimanere un pilastro prioritario, proteggendo gli operatori sanitari perché possano continuare a svolgere il proprio lavoro salvando vite umane e salvaguardando i sistemi e le strutture sanitarie nazionali in modo che rimangano operativi, sicuri e accessibili a tutti coloro che necessitano di servizi medici essenziali. È fondamentale garantire che le forniture mediche salvavita, come per esempio l'ossigeno, raggiungano coloro che ne hanno bisogno.
Per rimanere aggiornato sulla situazione consulta le sezioni dedicate alla crisi in Ucraina sul sito dell’OMS e dell’OMS Europa, dove è possibile trovare news, situation report, pubblicazioni e guide tecniche per gli operatori.
In Italia, sono numerosi gli interventi e le decisioni adottate dal Governo per garantire la tutela della salute delle persone in movimento dall’Ucraina da quando il 28 febbraio 2022 il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza di rilievo nazionale. Tra queste:
- “Considerazioni operative di salute pubblica per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive nel contesto dell’emergenza in Ucraina” (21 aprile) che fornisce indicazioni operative a tutte le Amministrazioni, Enti e portatori di interesse coinvolti nelle attività di prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili durante le diverse fasi di accoglienza in Italia delle popolazioni in movimento dall'Ucraina, anche rimandando alle azioni descritte nelle linee guida “Il controllo della tubercolosi tra gli immigrati in Italia” e nella linee guida “I controlli alla frontiera- la frontiera dei controlli”, oggetto dell’Accordo Conferenza Stato Regioni del 10 maggio 2018. Il documento sottolinea però che vengono presi in considerazioni solo una parte dei possibili rischi per la salute e il benessere dei profughi e pertanto le misure descrittive sono da intendersi solo parte di misure sanitarie più generalizzate che dovrebbero comprendere la diagnosi, cura e il trattamento di malattie croniche, la salute mentale e psicosociale
- la circolare “Prime indicazioni per Aziende sanitarie locali” (3 marzo) che, oltre alle misure di prevenzione e vaccinazione per il COVID-19, si focalizza sulle vaccinazione routinarie da offrire sia ai minori che agli adulti sulla base delle raccomandazioni contenute nelle linee guida “I controlli alla frontiera La frontiera dei controlli”
Inoltre:
- il ministero della Salute ha realizzato delle pagine in italiano, inglese, ucraino e russo sull’emergenza ucraina
- è online una sezione di EpiCentro dedicata all’allattamento nelle emergenze
- la Società italiana di diabetologia e l’Associazione medici diabetologici hanno realizzato un vademecum per la presa in carico dei pazienti diabetici
- è anche possibile far entrare in Italia gli animali da compagnia in deroga alle procedure di autorizzazione europee.
I profughi ucraini in Italia possono accedere, sin dall’arrivo, all’assistenza sanitaria tramite il codice STP (Straniero Temporaneamente presente) e, dopo aver fatto la richiesta di permesso di soggiorno per protezione temporanea, iscriversi al SSN con l’assegnazione di un Mmg/Pls.
A livello internazionale evidenziamo:
- l’editoriale pubblicato sulla rivista Eurosurveillance “Public health surveillance in countries hosting displaced people from Ukraine” (giugno 2022) in cui si sottolinea la sfida dell’integrazione dei profughi provenienti dall’Ucraina nella comunità generale e nei sistemi di sorveglianza routinari in base allo status migratorio per individuare eventuali rischi specifici a cui possono essere esposte queste popolazioni sfollate che si stabiliscono in Europa. La combinazione di almeno due variabili “Paese di origine” e “data di ingresso” è probabilmente l’opzione migliore per la raccolta e l’analisi dei dati ed eviterebbe la possibile stigmatizzazione associata alla dicitura "migrante" o "rifugiato", consentendo al contempo un’azione specifica di sanità pubblica.
- la guida ECDC-WHO-UNHCR e UNICEF “Key considerations for on-site assessment of refugee transit points and accommodation centres in the EU/EEA in the context of the refugees fleeing the war in Ukraine Guidance” (giugno 2022) contenente indicazioni utili sulla salute pubblica e sulle misure idriche, igieniche e sanitarie ai punti di ingresso delle frontiere, nei centri di accoglienza e di alloggio dei Paesi colpiti dalla crisi ucraina. In allegato delle checklist sviluppate come strumento da utilizzare in loco, che riflettono le tre situazioni in cui i rifugiati possono trovarsi, da tradurre e adattare al contesto nazionale dei Paesi di accoglienza.
- la “Guidance on vaccination and prevention of vaccine-preventable disease outbreaks for countries hosting refugees from Ukraine” (aprile 2022) che fornisce indicazioni sugli interventi per prevenire l'insorgenza di malattie prevenibili da vaccino nel contesto degli spostamenti di massa della popolazione dovuti alla crisi in corso in Ucraina.
- il documento congiunto UNHCR-ECDC-IOM-WHO scritto in collaborazione con UNICEF “Information to guide individual health assessment of refugees fleeing the war in Ukraine” (5 aprile) è una guida pratica su nove aspetti da considerare per valutare la salute dei rifugiati. Il testo è rivolto sia agli operatori sanitari impegnati nelle aree di confine, nei centri di accoglienza e di transito, a quelli che lavorano negli ambulatori, e alle agenzie/autorità sanitarie pubbliche nazionali dei paesi che ricevono i rifugiati e i cittadini di altri paesi.
- la guida “Provision of immunization services to refugees: guidance for host countries in the context of mass population movement from Ukraine” che fornisce indicazioni su interventi specifici per proteggere i rifugiati in arrivo contro focolai di malattie prevenibili da vaccino.
- il documento “Public Health Situation Analysis - Refugee-hosting countries” che esamina i principali rischi sanitari immediati per la popolazione rifugiata: malattie non trasmissibili (NCD) principale causa di morbilità e mortalità in Ucraina (malattie cardiovascolari, diabete, cancro, malattie respiratorie croniche e condizioni di salute mentale), stress psicologico, malattie infettive e malattie prevenibili da vaccino.
Anche sul sito del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC, European Centre for Disease Prevention and Control) sono disponibili alcuni documenti dedicati agli operatori sanitari impegnati nella accoglienza degli sfollati nei Paesi europei:
- il joint statement “Ensuring high-quality viral hepatitis care for refugees from Ukraine” (3 maggio) riguarda i bisogni dei rifugiati in relazione alle epatiti virali
- il documento congiunto con l’OMS “Ensuring high-quality of HIV Care for displaced people from Ukraine” (19 aprile) sull’importanza di garantire l’accesso gratuito alle terapie per persone HIV positive
- l’information note, sviluppato con l’OMS, “Testing for TB infection and screening for TB disease among refugees arriving in European countries from Ukraine” (7 aprile) che raccomanda di non effettuare uno screening di massa, ma identificare i gruppi a rischio tra i rifugiati a cui offrire il test per la diagnosi della tubercolosi
- il technical report “Guidance for the prevention and control of COVID-19 in temporary reception centres in the context of the large numbers of people fleeing Ukraine” (18 marzo) per la prevenzione e il controllo del COVID-19 nei centri di accoglienza e in altre strutture ricettive temporanee
- il documento “Operational Considerations for the prevention and control of infectious diseases in the context of Russia’s aggression towards Ukraine” (8 marzo 2022) si concentra sulle vulnerabilità alle malattie infettive di coloro che fuggono dall'Ucraina e sui requisiti associati per la prevenzione e il controllo delle infezioni (come per esempio garantire la continuità di accesso ai servizi vaccinali)
- inoltre, al fine di aumentare la frequenza degli aggiornamenti, l'ECDC ha incluso all’interno del settimanale “Communicable Disease Threats Report (CDTR)” la sessione “Arrival of people displaced from Ukraine to the EU following Russia’s aggression in Ukraine” con un costante monitoraggio delle persone sfollate arrivate nei Paesi europei.
Interessante anche l’articolo “Examining the pre-war health burden of Ukraine for prioritisation by European countries receiving Ukrainian refugees” pubblicato su The Lancet Regional Health – Europe il 18 marzo 2022 dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM). Il documento raccomanda che un’assistenza sanitaria tempestiva e adeguata per i rifugiati ucraini in tutti i Paesi europei di accoglienza dovrebbe considerare le problematiche di salute pubblica prebellica, in modo da identificare azioni prioritarie per affrontarle e garantire la continuità delle cure all'interno dei Paesi:
- sviluppare un sistema di sorveglianza sindromica per valutare tutti i bisogni sanitari, compresi quelli delle malattie non trasmissibili e della salute mentale
- rafforzare le vaccinazioni, garantendo la protezione da COVID-19, il contenimento delle epidemie di poliomielite e morbillo e un'adeguata copertura vaccinale per età
- garantire un continuum delle cure per le malattie non trasmissibili e le malattie infettive croniche (inclusi HIV e TB)
- tutelare la salute mentale con un’adeguata mediazione linguistica e culturale e incoraggiando il ricongiungimento familiare dei rifugiati
- rafforzare i sistemi di informazione sanitaria europei per i rifugiati ucraini, anche tramite strumenti digitali, per facilitare la gestione delle malattie croniche e la continuità assistenziale transfrontaliera.